Quattordici ☾

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Selene

Approfitto dell'assenza di Kael per rifare il letto e sistemare le coperte. Ne uso solo una – non fa così freddo – e lascio l'altra ordinatamente piegata sopra la cassettiera.

È in quel momento che la noto: una polaroid un po' ingiallita all'interno di una cornice di legno. La donna ha i capelli castani, di una tonalità simile ai miei ma più lunghi e folti. Sorride e si nasconde leggermente il viso nella felpa di Harvard che indossa.

«Era bellissima» la voce che mi sorprende alle spalle mi fa sobbalzare per lo spavento. Quando mi volto, noto una ragazza giovane dai capelli rossi ed un paio di grandi occhi verdi. Se ne sta ferma sulla soglia, con un gran sorriso ed un paio di sacchetti della spesa sottobraccio.

«Avete tutti l'abitudine di spuntare all'improvviso?»
Le sfugge una risata allegra e la vedo annuire.

«Scusa, non volevo spaventarti. La porta era aperta...» dice, a mo' di scusa, indicando con la punta del naso la fotografia che ho appena preso tra le mani.

«Kael mi ha mandata a comprarti dei viveri»

Reprimo a stento la tentazione di alzare gli occhi al cielo. Ma chi si crede di essere, sempre a dare ordini a tutti.

Rose riversa il contenuto delle buste sul tavolo ed io poso la foto che ho tra le mani, guardandola un'ultima volta.

«È Janice, la madre di Kael » commenta lei, intercettando i miei pensieri «Studiava letteratura ad Harvard. Era una persona unica...E se ne è andata troppo presto»

Accarezzo la cornice, pensando a cosa direbbe dell'uomo scontroso che ha messo al mondo se potesse vederlo ora.

«So che sembra che Kael non abbia mai avuto un'infanzia ma non è così. Quando c'era sua madre era libero dalla pressione di essere il fratello maggiore...Lei lo vedeva per chi era davvero: un ragazzo intelligente che si preoccupa per chiunque tranne che per se stesso»

Nella mia mente appare il ragazzino con la maglietta di Jurassic Park che ho visto allo chalet degli Hastings appena arrivata. E quello sguardo triste mi stringe il cuore.

«Lo conoscete tutti molto bene» non posso fare a meno di dire, notando con quanta precisione Rose sia informata sulla famiglia per cui lavoro.

«Vengono qui da sempre. E ho l'età di suo fratello Adam, perciò...»

Il rossore sulle sue guance mi fa capire che non intende fornire altri dettagli sul loro rapporto ed io non insisto. Effettivamente, però, sarebbero davvero una bella coppia lei ed il più piccolo degli Hastings.

«Ad ogni modo» dice Rose, tornando a rivolgere la sua attenzione verso la cucina «Kael mi ha detto che sei vegetariana ed italiana. Non sapevo cosa prendere e così ho comprato un po' di verdure, di pasta e...»

«È perfetto»

Prendo la salsa di pomodoro in bottiglia, la cipolla, l'olio ed una pentola dallo scaffale sotto il bancone.

«Ti va di farmi compagnia?» le chiedo, notando la sua espressione incuriosita nel vedermi preparare della semplice pasta al sugo. Ho appena avviato il soffritto per la salsa e messo a bollire l'acqua nel fornello accanto.

«Volentieri! C'è già un odore fantastico» annusa l'aria in modo buffo, prima di appollaiarsi su uno degli sgabelli del bancone.

«Ne avrà per molto?» chiedo, mettendo un coperchio su entrambe le pentole e rivolgendole un'occhiata piena di domande a cui sarebbe inopportuno dare voce.

Perché l'immagine di lui e Nora insieme continua a tormentarmi?

Rose sorride imbarazzata ed alza le spalle come unica risposta.

LONE WOLFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora