Trentadue ☾

3.3K 166 0
                                    

Selene

Devo essermi addormentata durante il volo, appena dopo la cena.

Quando apro gli occhi sono in auto, sul sedile in pelle di un suv, con il cappotto di Kael steso sopra a mo' di coperta.

Metto a fuoco lentamente il suo profilo, la posa concentrata del viso, il maglione sottile che ne fascia i muscoli. Il vero sogno, da quando sono qui, è quello che faccio da sveglia...

Dalla radio arrivano le note graffianti di Creep, in un basso sottofondo che si mescola ai primi rumori del traffico.

«Se non ti conoscessi, penserei che fossi un orso mannaro in letargo...»

«Perché, esistono?»

Kael scoppia in una breve risata prima di scuotere la testa.

«Cosa esiste allora? A parte voi...»

«Secondo te?»

«Mmm...Vampiri?»

Annuisce, lasciandomi esterrefatta.

«C'è qualche nido a New York, ma sono in via d'estinzione...»

«Nido?»

«Beh, non so come li immagini tu ma, credimi, non c'è nulla di poetico in loro. Ali da pipistrello, corpo pallido e scheletrico e...Niente immortalità, solo una dieta terribilmente noiosa. Vivono in edifici abbandonati che colonizzano come nidi, appunto»

Deglutisco a fatica, spiazzata da quella rivelazione mentre cerco di immaginare quelle creature e di convincermi che sono reali.

«C'è una sorta di mutuo riconoscimento per quelli come voi? Cioè...»

Scuote la testa, mentre l'auto imbocca una strada lunga e diritta, in una zona residenziale piena di grandi cancelli e ville da favola.

«Ne ho conosciuto uno per puro caso. Ovviamente, noi lupi abbiamo i sensi sviluppati e sentiamo subito quando qualcosa non va come dovrebbe. I vampiri puzzano...»

«E che mi dici delle streghe?»

La macchina si ferma davanti ad un cancello enorme, che si apre davanti a noi in risposta al telecomando attaccato alle chiavi.

«To lo racconto un'altra volta» glissa Kael, guardando prima verso la mia espressione stupita e poi verso l'enorme casa di vetri e legno a nostra disposizione. La sua mano mi accarezza languidamente la coscia, da sopra il jeans.

«Ricordami di ringraziare Rose...» mormora, con il tono pieno d'ironia che tanto adoro e la voce che si abbassa di un'ottava.

La villa sembra uscita da un film o da una rivista: la pietra e le grandissime vetrate che la compongono si stagliano su una cornice montana dai colori pittoreschi. Pennellate di verde e di arancione si contrappongono al più limpido dei cieli.

La porta si apre su un salone è immenso è una scalinata in legno che conduce al piano superiore, dove una stanza è interamente occupata da una grande vasca da bagno interrata.

«Non c'è un solo posto di questa casa in cui non abbia voglia di farti mia...» mormora, contro il mio orecchio, spingendomi verso il grande letto della camera padronale.

La mie gambe si stringono in risposta a quelle parole.

«Che ne dici se iniziamo dalla vasca?»

Propongo, giocando con il primo bottone della sua camicia fino a slacciarlo

«Lasciami fare, stavolta» sussurra Kael, togliendomi lentamente la borsa dalle mani e sfilando la giacca che indosso. Le sue mani mi accarezzano le spalle e si infilano sotto le spalline del reggiseno, facendole scivolare in basso una alla volta.

Il mio respiro si fa irregolare e si blocca nel momento in cui lo guardo inginocchiarsi davanti a me, trovando posto tra le mie ginocchia. Cerco di chiuderle, in preda alla vergogna, ma la presenza di Kael me lo impedisce, così come le sue mani sulle mie cosce, che le tengono distanti.

«Ripartiamo dalle basi, che dici?»
La fossetta sulla sua guancia è così sfacciata...
Non riesco a parlare, non mentre mi slaccia i pantaloni e li fa scivolare a terra, insieme alla biancheria, senza farsi fermare dalla stoffa stretta che si incastra contro la mia carne.

Mi copro con la mano, nello stesso istante in cui Kael ne bacia il palmo prima di convincermi a spostarla. Un attimo dopo, tremo nel sentire la sua barba sulla pelle e le sue labbra sulla mia parte più intima. Arrossisco e affondo le dita nel materasso.

«Sei troppo tesa...» mormora, con la più peccaminosa delle voci, mentre la sua lingua mi affonda dentro, sfiorando punti del mio corpo che non sapevo di avere. È una sensazione nuova, strana e...

Mi sfugge un leggero gemito.

Bellissima.

Tutto, con Kael, lo è.

«Così va molto meglio» dice, trovando la strada verso i miei occhi. I suoi brillano di un giallo innaturale, famelico.

La mia mano affonda nei suoi capelli, mentre io naufrago in un piacere totalmente nuovo.

«Potrei restare qui a guardarti venire per ore...» dice, mentre vengo scossa da una serie di gemito fino a esplodere in un grido di cui mi vergogno.

«Sento il tuo cuore che batte, il rumore delle labbra che si schiudono, le guance rosse...» Kael si solleva e si stende al mio fianco, sul letto, senza neanche preoccuparsi di togliere la coperta.
Siamo ancora mezzi vestiti, accaldati e impazienti. La mia mano trova la strada verso il suo inguine teso da una durezza che preme contro i pantaloni. Gioco con la fibbia fino a slacciarla, fino a liberarlo...

Ha i pantaloni calati solo in parte quando, facendo leva sugli avambracci, affonda dentro di me con un unico colpo di reni. Non mi sono ancora abituata a lui, forse non ci riuscirò mai...

Ma spero di avere tutta la vita per provarci.
Kael contrae la mascella mentre inizia a muoversi, con la fronte poggiata sulla mia e il respiro che diventa un tutt'uno con il mio.

*

«Raccontami quella storia della compagna...» chiedo, mentre l'acqua della vasca mi copre fino alle spalle e le braccia di Kael mi avvolgono in un abbraccio.

«Sei insistente...» dice, ridendo.
È rilassato e bellissimo.

«Sono solo curiosa»

«Nella mia famiglia quando scegliamo una donna è per sempre»

«Per sempre è...Un'affermazione impegnativa» lo provoco.

«Non ho altra misura...Con te»

«Ho saputo che eri tu dalla prima volta che ti ho vista...»

Mentre parla, nella mia mente compare una scena ben precisa. Somiglia a un ricordo ma non lo è, non per me almeno.

Il punto di vista è quello di Kael.

«Avevi una maglia gigante, in cui cercavi di nasconderti e i capelli bagnati...» dice, sorridendo contro il mio orecchio «Ed eri la cosa più straordinaria che avessi mai visto»

LONE WOLFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora