Quarantaquattro ☾

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Selene

Sono cresciuta in una famiglia poco numerosa. O meglio, una famiglia che con il passare degli anni si è sfasciata.

Ho visto i fratelli di mio padre litigare per delle misere eredità, ho visto come il denaro può corrompere e logorare perfino i legami più solidi, quelli di sangue. E da sempre ricordo che alle feste più importanti dell'anno eravamo sempre quei soliti quattro o cinque.

Non che sia sbagliato, ogni famiglia ha le sue dinamiche, ma io ho sempre amato l'idea di appartenere a una sorta di clan. E questa volta, per la prima volta, mi sento di farne parte, con Kael.

Non è il primo pranzo con la sua famiglia, ma è il primo dopo che ho riacquistato i ricordi e forse per questo tutto mi sembra comunque nuovo.

Kael, che come al solito è troppo protettivo nei miei confronti, insiste per non andare a piedi e così arriviamo con l'auto fino davanti alla casa.
Il mio cuore si riempie di gioia nel vedere la facciata di legno dello chalet degli Hastings, il posto dove tutto è cominciato.

«C'è tutto il branco. Vogliono conoscerti» mormora Kael, sorridendo in quel suo modo che di solito amo ma che oggi mi fa venire voglia di prenderlo a schiaffi.

«E perché non me l'hai detto?»

«Perché sapevo che ti saresti arrabbiata»

«Infatti mi sto arrabbiando ora»

«Lo so, ma è troppo tardi. Siamo già qui»

«Kael, mi vendicherò, sappilo»

«Oh, piccola, non vedo l'ora che tu lo faccia»

Gli dò un pugno, aspettandomi di non riuscire neanche a scalfirlo ma, con mia grande sorpresa, lo vedo massaggiarsi la spalla.

«Che fai? Mi prendi in giro?»

Scuote la testa, con la mano ancora lì dove l'ho colpito e una smorfia di dolore. «No, credo che il piccoletto sia d'accordo con te»

Non so se ridere o se preoccuparmi.
«Scusa, io non credevo...»

Kael sorride, tranquillizzandomi.
«Va tutto bene»

Mi cinge i fianchi mentre ci avviciniamo a quel gruppo di gente e il nodo nel mio stomaco si fa sempre più stretto.

«Finalmente ce la presenti!»

«Selene, questi sono Will e Jimmy Young» spiega Kael, sfregando la barba contro il mio collo e approfittandone per darmi un leggero bacio.

«E lei è la loro madre, Faye»

Le sorrido e le porgo la mano ma lei mi sorprende abbracciandomi in modo caloroso.

«Benvenuta in famiglia, cara»

«Grazie»

Kael non mi lascia un secondo, mentre tutti si avvicinano curiosi.

«Ed eccola qui, l'umana che ha fatto perdere la testa all'irreprensibile Kael, l'alfa più solitario e rompipalle del pianeta»

Kael ringhia e poi abbraccia Natan, suo fratello.

Hanno un modo strano di dimostrarsi affetto
quei due, eppure di bene se ne vogliono tanto. Ho come l'impressione che andrebbero anche sul fuoco l'uno per l'altro, ma non lo ammetterebbero mai.

Poco distante c'è anche Laila, la sua compagna. Ha i capelli scuri che ricadono in morbide onde ai lati del viso ed un'espressione molto dolce, diversa. Quando si avvicina, ne capisco anche il perché. Tiene tra le braccia suo figlio, il figlio di Natan e non fa altro che accarezzarlo mentre quello dorme beato e tranquillo, avvolto in una coperta verde chiaro, tutta ricamata a mano. «È nato due giorni fa...»

Dice, con un sorriso, mentre Natan la raggiunge e la bacia. In quel momento noto una cosa particolare: anche Natan ha un morso, sull'avambraccio.

Un morso piccolo, delicato, che appartiene a Laila. Non mi sono mai chiesta come sia nata la loro storia, né quale sia il legame che li unisca ma senza dubbio deve essere qualcosa di molto forte e di unico nel loro genere. Un po' come me e Kael: due mondi opposti fusi insieme. Una coppia improbabile eppure perfetta nella sua stranezza.

«Per fortuna somiglia a te, Laila»
Borbotta Kael, con affetto. Ho come l'impressione che voglia molto bene a Laila, in modo quasi fraterno.

«Beh, spero che anche tuo figlio somigli a Selene»
Esclama Natan, ridacchiando e rendendosi conto solo dopo della profondità delle sue parole. Kael si rabbuia per qualche istante. «Kael io non intendevo...»

«Tranquillo, Natan è tutto a posto»

«No che non è a posto»

Lo guardo osservare una coppia di bambini che gioca a trasformarsi nel prato. Dei piccoli cuccioli pelosi.

So cosa sta pensando e mi sento salire le lacrime...

«Kael...»

Mi posa una mano sulla pancia.

«So che è un lupo, lo so e basta» dico.

«Potrebbe anche essere umano...Per metà»
Dice Kael, pensieroso.

«Ma te lo ripeto Selene, se ti somiglia potrà solamente essere perfetto. Buono. Bellissimo. Come te...»

Lascio che mi baci, che la sua bocca rivendichi la mia e lui lo fa con una forza e una disperazione tali da farmi tremare le ginocchia.

Quando torniamo dentro, sono tutti a tavola. Mi guardano come se fossi un'extraterrestre perché nel loro mondo probabilmente sono io quella strana. E va bene così. Li guardo anche io: la mia nuova grande famiglia.

E poi guardo Kael, che è il centro del mio mondo.

«Sono qui oggi per presentarvi la mia compagna»
Dice lui, guardandomi e poi rivolgendosi a tutti loro.

«Era ora!» Grida qualcuno, facendolo sorridere.
Lo conoscono da molto più tempo di me, tanto da poter vedere la differenza tra l'alfa solitario e cupo che era e ciò che invece è adesso. Nei loro occhi leggo tante cose: rispetto, stima, affetto, gratitudine...

«Lei è Selene e, se per qualcuno questo ancora importa, sì, è umana...»

Fa una breve pausa e mi stringe a sè.

«Ma ancor prima di questo è la donna che amo, la mia futura moglie e la madre di mio figlio...»

Qualcuno applaude, qualcuno fischia qualcun altro commenta. Alcune tra le ragazze guardano il mio morso, in modo curioso.

«Beh, umana o no avrà fame anche lei no?»
Sdrammatizza Faye, la donna di poco prima, facendomi l'occhiolino.

«Selene, tutto okay?»
La voce calda e leggermente ruvida di Kael mi riporta alla realtà. Annuisco.

Va tutto più che bene. Per la prima volta in vita mia mi sento nel posto giusto.

A casa.

LONE WOLFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora