Ventidue ☾

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Selene

«Perché voi Hastings girate sempre senza vestiti?» borbotto contro il cuscino, mentre Kael solleva il lenzuolo e si fa spazio accanto a me. Il materasso cede sotto il peso del suo corpo.

«Credo che tu sia la prima a lamentarti» sussurra contro il mio orecchio, tirandomi a sè.

«Dormi nudo con molte donne?»

«Non lo definirei dormire» precisa, storcendo le labbra in un'espressione furba.

«Peccato...perché è proprio quello che intendo fare dopo una giornata di lavoro»

«Devo aver perso il mio infallibile fascino allora»

«Kael, ti ricordo che questa cosa è sbagliata sotto tutti i punti di vista» borbotto «Non dovresti neanche essere qui»

«Mi hai chiesto tu di restare»

La sua mano si infila sotto il bordo della maglia e sale piano, sfiorando la mia pelle e lasciandosi dietro una lunga scia di brividi.

«Continua» lo imploro.

«Sicura?»

Sembra impacciato...Il che è strano visto che ha fama di avere molta esperienza in fatto di donne.
Annuisco e sento che il respiro di Kael si fa più pesante.

«Solo questo...niente di più»

Metto quel confine nella speranza di frenare i miei stessi istinti.

«Stai sfidando il mio autocontrollo, Selene» dice, lasciandosi sfuggire un gemito roco.
«E per non parlare della mia reputazione...»

Quella frase mi strappa un sorriso.
«In realtà, l'unica reputazione in gioco è la mia» mormoro «Sono venuta qui per lavorare e guardami...sono già a letto con il padrone di casa»

«Oh, credimi....se fossi a letto con me adesso non perderesti tempo a parlare»

Mi sveglio di soprassalto, guardandomi attorno nella penombra della stanza. Tasto l'altra metà del letto come una disperata in cerca di un brandello di verità in quella scena...Ma non c'è niente, se non la mia immaginazione masochista.

L'altra metà del letto è vuota e fredda, esattamente come sempre.

È stato solo un sogno. Mi ripeto, con una punta di malinconia, mentre l'ultima conversazione tra me e il maggiore degli Hastings risuona nella mia testa.

Non può esserci nessun noi.
Su questo è stato categorico.

Il fatto che il mio inconscio lo desideri in modo così spudorato non è affatto d'aiuto. Benché sia presto, decido di andare in bagno e lasciare che l'acqua calda lavi via i pensieri. Mi aspetta un giornata insieme a Kael, nella sua azienda, e voglio almeno cercare di sembrargli indifferente. Il più possibile.

La casa è ancora avvolta nel silenzio e, mentre l'alba squarcia il cielo e fa irrompere una luce arancione dalle finestre, l'unico rumore è quello dei miei passi sul pavimento.

E forse è per questo che entro in bagno in modo distratto, convinta di essere sola, spalancando la porta su un'immagine che mi paralizza sulla soglia.

Oltre il vetro opaco della doccia scorgo la sagoma di Kael: è di schiena, con il braccio contro il muro e la testa leggermente reclinata in avanti. L'acqua scorre sul suo corpo come fosse un marmo in una fontana. Resto ipnotizzata a guardarlo mentre si dà piacere in un modo che sembra quasi una lotta contro sè stesso. E poi accade.

Selene...

Il mio nome gli esce tra i denti come fosse un ringhio sommesso e sofferente. In quell'istante perdo il controllo sui miei pensieri e la mia mente viene invasa dalla più inopportuna delle fantasie.

La mia schiena aderisce alla parete di piastrelle e si inarca verso Kael...

Scuoto la testa per cercare di cacciare via quell'immagine ma è come se...non provenisse davvero da me.

Poso le mie mani sui muscoli definiti del suo torace e le faccio scorrere lentamente lungo la linea di peluria scura che, dalla parte centrale degli addominali, conduce oltre l'ombelico.

Sono ancora ferma nello stesso punto, eppure la scena è così vivida che sembra reale. Invece di respingerla e appigliarmi alla razionalità, lascio che il desidero e la paura mi consumino.
Sto già bruciando e non sarà qualche altro filo di paglia a fare la differenza nella mia rovina.

Lo sento trattenere il respiro e serrare la mascella...

«Basta Selene»

Stavolta la voce di Kael sembra reale. O, forse, non so più distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è. Il mio respiro fatica a calmarsi e, al cuore che ormai ha accelerato il ritmo, si aggiunge anche un nodo stretto attorno allo stomaco.

Non dovrei essere rimasta a guardarlo.
Nel modo più assoluto.

«Vattene subito da qui!» ruggisce Kael, in un modo e con un tono che non lascia spazio a nessuna replica.

Un'ora più tardi- dopo aver infilato una delle poche combinazioni decenti di vestiti che ho portato con me- arrossisco violentemente davanti a Kael, prima di salire sul lato passeggero della sua auto sportiva senza che mi degni di una parola.

Kael è stato spesso scortese, inopportuno, insopportabile ma mai...Così silenzioso.

E, forse, io ho passato una linea di demarcazione oltre cui non avrei dovuto mettere piede.

Indossa una camicia chiara con il colletto sbottonato ed un paio di pantaloni chino che fasciano le lunghe gambe atletiche. In confronto, sebbene sia più elegante, il mio tailleur nero e la blusa azzurra impallidiscono. Sprofondo nel sedile mentre le ruote staccano dal vialetto con una partenza priva di delicatezza.

«Metti la cintura»
È l'unica frase che mi rivolge, a denti stretti, prima che inizi a spingere davvero sull'acceleratore.

«Kael possiamo...» balzo indietro contro lo schienale e trattengo il fiato per qualche istante prima di continuare. «Possiamo parlare di stamattina?»

La linea tesa della mascella e l'intensità del suo sguardo mi suggeriscono di non insistere, ma io non ho un buon istinto di auto conservazione a quanto pare. Così ribadisco la domanda, con più insistenza, fino a farlo sbuffare.

«Vivi in una casa di cinque uomini adulti e non hai ancora imparato a bussare prima di entrare in bagno. Cos'altro c'è da aggiungere?»

Davanti a quella frase, mi rassegno al fatto che questa giornata sia evidentemente iniziata con il piede sbagliato per entrambi e mi concentro sul paesaggio che scorre fuori dal finestrino, mentre attraversiamo una parte dello stato che sembra più popolata rispetto a quella dov'è si trova lo chalet degli Hastings.

Vedere così tanti palazzi, in lontananza, è quasi strano.

LONE WOLFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora