Ventotto ☾

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Selene

«Beh, ora lo sai» dice Rose, sedendosi accanto a me sul divano con una garza e del disinfettante.

Laila, su una poltrona poco distante, dondola le gambe poggiate sul bracciolo laterale, giocando con l'infradito in equilibrio sulle dita dei piedi.

«Siete così...Tranquille...»

«Ci siamo abituate. I maschi della nostra specie affrontano sempre così le questioni» borbotta Laila, con un'alzata di sopracciglia. «Risolveranno la cosa in un plenilunio o due...»

«Ricordi quando Adam ha preso la macchina di Alec senza dirglielo...»
Scoppiano a ridere all'unisono a quel ricordo.
«Non riuscivano letteralmente a smettere di azzuffarsi»

Malgrado il mio tentativo di sembrare rilassata, sento la faccia storcersi in un sorriso teso che tradisce tutta la mia confusione e il mio disagio.

«Scusa...» mormora Rose, come se si fosse ricordata solo ora della mia presenza.

«No è solo che...è tanto da metabolizzare in una sola notte»

«Solo perché sei umana! E c'è un motivo se lupi e umani non...»
Rose le lancia un'occhiataccia, ma lei continua. i
Imperterrita.

«Non saresti mai dovuta venire qui...»

«Laila!» Stavolta Rose si alza di scatto, rivelando tutta la sua agilità e si para davanti al viso della ragazza. Sembra furibonda.

«Che c'è, Rose? Natan ha ragione, lo sai. E, dopo stasera, Kael dovrà finalmente occuparsi della... questione»

Questione. Lo dice in modo dispregiativo, riferendosi a me come se non avesse la benché minima intenzione di sprecarsi a pronunciare il mio nome.

«È la sua compagna!» protesta Rose, come se avesse detto la cosa più ovvia del mondo.

«Non vedo nessun morso sulla sua pelle...»

«Nessuno ti ha tratta così quando sei arrivata qui, mesi fa, fuggendo dai randagi» la voce di Kael irrompe nella stanza, mettendola a tacere all'istante.

È stanco, calmo e ancora fuori di sé.
Natan lo segue zoppicando, con gli occhi verdi più tristi che abbia mai visto. La sua bocca mormora delle scuse che il fratello non sembra neanche ascoltare.

«Kael!» Mi alzo ancor prima che Rose sistemi la garza e mi precipito verso di lui. Ha il torace e le braccia completamente sporche di fango ed indossa dei pantaloni che scendono lenti e strappati sulla V dei fianchi.

«Stai bene?»

Ha l'aria provata e sembra ferito, anche se non perde sangue...A differenza mia, che sembro aver lottato contro un grizzly. O meglio, un lupo.

«Ti preoccupi di me?» non riesce a trattenere una breve risata. Le labbra si tendono appena contro la mascella.

«Sembra più grave di quel che è» dico, indicando il mio pigiama insanguinato. Cerco di tranquillizzarlo con un sorriso che non sortisce, però, alcun effetto. Lo guardo incupirsi e  tormentarsi, facendosi carico anche di quella colpa come ha sempre fatto con tutto il resto.

«Senti molto dolore?»
La sua voce è così bassa da sembrare poco più di una vibrazione nell'aria fredda della sera.

«È solo un graffio» minimizzo, mentre tutti mi fissano. Natan è sul divano, ha la testa tra le mani e Laila gli accarezza dolcemente la schiena nuda e ferita.

«Sono stato egoista, Selene» corruga la fronte in un'espressione addolorata. «Ho pensato che per una volta potessi avere... » si passa la lingua tra i denti e sospira amaramente «...qualcosa che davvero voglio»

LONE WOLFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora