Nove ☾

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Selene

Raggiungo la stanza di Kael con l'unico intento di tirarmi fuori da questa situazione. Magari era tutto solo uno scherzo. Magari non ha nessuna voglia di trascorrere la giornata con me così come io non ho la benché minima voglia di camminare in montagna insieme a lui, alle sue battute taglienti e alla sua ambivalenza.

La porta è socchiusa e c'è così tanto silenzio che per un attimo penso che Kael sia già uscito, nello stesso modo furtivo e assurdo in cui gli Hastings sembrano saper apparire e scomparire a loro piacimento. Quando faccio leva sulla maniglia e apro la porta, tuttavia, mi trovo davanti l'ultima immagine che mi sarei mai aspettata.

Kael è nudo, di schiena, intento ad asciugarsi dopo la doccia. Io resto in silenzio, pietrificata...desiderando solo di poter scomparire all'istante. Mi volto di scatto, arrossendo per la vista del suo fisico marmoreo e per l'imbarazzo provocato dalla situazione.

«Non ti hanno insegnato a bussare?»

Dice, provocandomi. Nonostante io stia rivolgendo lo sguardo altrove, immagino il suo solito ghigno che gli compare sul volto.

«Io...» la voce mi esce a tratti e la mia faccia si contorce in un'espressione mortificata.
«Io non pensavo di trovarti così...»

«Così come? Nudo?» dice, con un tono di voce più basso e ruvido, che mi graffia dentro togliendo un po' di ghiaccio dal mio corpo.

«Non ti ho guardato» mento.
Kael si lascia sfuggire un verso divertito.

«...mi sono voltata all'istante» dico, con l'intento di essere più credibile. Eppure la mia mente continua a ripercorrere i contorni del suo corpo: l'immagine della schiena, i glutei sodi e le lunghe gambe slanciate e al contempo robuste. Devo smetterla...

Inspiro profondamente e cerco di ritrovare il controllo.
«Se vuoi puoi girarti»
«Ti sei coperto?»

Lo sento armeggiare con un asciugamano.
«Ora sì»

Mi volto piano, sperando che il suo contegno superi il suo esibizionismo.

Quando i miei occhi si posano su Kael noto che ha avvolto un asciugamano bianco attorno alla vita. Anche così il suo fisico prende il sopravvento e cattura la mia attenzione che si focalizza sulla V scolpita degli addominali bassi e risale lungo il torace scolpito.
Mi schiarisco la voce, cercando di riprendere il controllo di me stessa e della situazione.

«Sono qui per l'escursione...»dico, sentendomi un po' stupida.
«Io...» Non intendo venire, sto per aggiungere. Ma Kael è più veloce e mi lancia addosso una maglia e un pantalone tecnico: li aveva già preparati quindi...

«Sono miei» dice, vedendo la mia espressione perplessa riguardo alla taglia «Di quando avevo dieci anni»
In effetti non sembrano troppo grandi per me.

Mi indica anche un paio di scarpe dall'aria usata ma, complessivamente, in buono stato.

«Stesso discorso vale per quelle»
«Perché conservi ancora queste cose?» chiedo, corrugando la fronte.

«Non siamo sempre stati così ricchi. E da piccoli le mie cose le prestavo a Natan, o ad Hyden o ad Alec...e per ultimo ad Adam» sorride come preso da quel ricordo. Poi fa spallucce. «Alla fine l'usanza è rimasta anche quando l'azienda ha iniziato a funzionare»

«Di cosa si occupa la tua famiglia?» chiedo, sinceramente curiosa.

«Di legname» risponde, in modo un po' evasivo.

«In che senso?»

«Gli Hastings hanno ricevuto in eredità moltissime foreste e i relativi terreni...»

«E tuo padre amministrava tutto?»
Quella mia semplificazione lo fa sorridere, anche se non riesco a coglierne il motivo. «Amministrava, esatto. Potremmo dire così...»

«E ora?»

«Ora la Woodpack è passata a me, sono l'amministratore delegato. Ma abbiamo aperto gli investimenti anche ad altre famiglie, come i Wright che hanno contribuito con le loro foreste. Sono soci...in un certo senso» Kael guarda fuori dalla finestra e per qualche istante resta in silenzio.

«Ora però basta domande, abbiamo una montagna da scalare e non possiamo partire troppo tardi»

LONE WOLFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora