Ventitré ☾

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La prima vera trasformazione non è né poetica né gloriosa come si vede nei film: è sanguinosa e imprevedibile, accompagnata dal dilaniante dolore di tutte le ossa del corpo che si spezzano...All'unisono.

Mitchell Hastings

Kael

Rivedo la mia mano che stringe il bordo della sedia dell'aula di Legge, staccando un pezzo di legno in risposta ad una prima, violenta ed inaspettata fitta di dolore all'altezza delle costole.

«Kael, stai bene?»

Brian - il mio compagno di stanza- si ferma dal prendere appunti e mi rivolge uno sguardo pieno di preoccupazione.
E non è per me che dovrebbe avere paura in questo momento...

Tra poco il mio corpo abbandonerà la razionalità in favore dell'istinto. Non dovrebbe accadere qui, con tutta questa gente.
E più il panico sale, più le zanne sembrano uscire fuori dalla gengiva, perforando il labbro inferiore che sto ancora mordendo con forza per tollerare l'ennesima fitta al fianco.

È solo questione di tempo prima che la mutazione a cui avevo sperato di essere immune abbia inizio. Chiunque accanto a me è in pericolo.
Le sopracciglia del mio amico si aggrottano ulteriormente.

«I tuoi occhi sembrano...diversi»

Il giallo delle iridi brilla di una sfumatura accesa e innaturale.

Corro fuori oltrepassando la lunga fila di studenti che mi ostacola l'uscita e mi preoccupo di mettere quanta più distanza possibile tra me e qualsiasi fragile e ignaro umano nei dintorni.

Non voglio ferire nessuno...

Lotto disperatamente per tenere insieme ciò che resta di me, ma le caviglie si rompono con un sonoro crack, facendomi cadere rovinosamente contro l'asfalto di un piazzale deserto. Mi trascino fino a dietro i cassonetti, rompendo le maniche della felpa e cercando di non liberare l'ululato che preme per uscire dal mio petto.

Copro le orecchie con le mani, realizzando con orrore che le falangi si stanno storcendo nella direzione opposta a quella dei polsi. Cerco di attutire il fischio assordante che mi spacca i timpani. Ogni rumore è amplificato e confuso: passi, macchine, pezzi di dialoghi, urla, sospiri, orgasmi...

Reclino la testa e piego la schiena all'indietro in risposta all'ultima parte di me che si spezza. Poi, tutto diventa buio.

Quando riprendo conoscenza, nulla di ciò che vedo ha senso e la nausea mi rivolta lo stomaco all'odore del sangue ancora caldo e del fango di cui sono coperto. Barcollo, come dopo una sbronza e tutto il mio mondo gira mentre riesco a osservare che le mie mani sono di nuovo...mani.

«Va tutto bene, Kael»
La voce di mio padre è serena e trovo ingiustificato il sorriso che si tende sulle sue labbra nel vedere che sono come lui. Come tutta la mia famiglia.

«Sono orgoglioso di te» dice, strappandomi una smorfia di disgusto.

«Orgoglioso?»

Afferro a stento il cambio di vestiti che mi porge e le mie mani tremano nel vedere l'addome del cervo, ancora agonizzante, che si alza e si abbassa in modo irregolare, aggrappandosi con tenacia agli ultimi respiri prima che la vita lo abbandoni.

Sono un mostro.

Mentre le note di Creep dei Radiohead si infilano in quel ricordo- ancora incredibilmente vivido-  mi prendo qualche istante per guardare Selene.

I suoi capelli castani sono sciolti lungo le spalle e il suo corpo esile e curvilineo è avvolto in un tailleur che le rende terribilmente giustizia. Non che faccia differenza per me, visto che mi fa perdere il controllo anche con addosso una maglia enorme del pigiama.

Il mio lupo l'ha scelta da subito.
Ma lei non insisterebbe altrettanto nel voler stare con me se sapesse cosa sono davvero e, visto che non posso dirle la verità, devo almeno riuscire a lasciarla andare...

Per il suo bene.

I suoi occhi marroni, ambrati al sole, incrociano i miei per qualche istante, come se volessero osare ciò che non ho mai permesso a nessuno: scrutarmi dentro. Cazzo se è difficile non accostare la macchina a bordo della strada e baciare quelle labbra che non fanno altro che distrarmi.

Il modo in cui le inumidisce e le morde, mentre osserva il passaggio scorrere e cambiare fuori dal finestrino, mi fa quasi nuovamente perdere il controllo. Il che non è un bene perché, quando accade, il mio potere diventa totalmente fuori controllo e finisce per mostrarle i miei pensieri - o, peggio- desideri, come se fossero suoi.

Proprio come sotto la doccia, stamattina, quando stavo disperatamente desiderando che la mano che mi dava piacere fosse in realtà la sua...

Noi lupi siamo fatti per essere connessi alla nostra compagna. Darle tutto. Condividere tutto.

Ma il mio caso, ovviamente, richiede un approccio decisamente diverso e finirà per farmi uscire totalmente di testa.

Un conto è non avere l'imprinting ma cosa ben diversa è trovare la persona che più vorresti al mondo...solo per sapere che non potrai mai averla.

Non può esserci nessun noi.
Ripeto anche a me stesso, mentre raggiungo la sede centrale della Woodpack.

Se non altro, alla fine del contratto, avrò aiutato Selene a riprendersi la sua vita e il suo futuro. Io non ho potuto seguire il mio sogno e continuare gli studi, non dopo il caos delle prime trasformazioni. Ma lei...Può essere felice anche senza di me.

LONE WOLFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora