Selene
«Mamma, papà, vi presento Kael. Lui è il mio ragazzo...Futuro marito...Padre di vostro o vostra nipote e...»
Kael ride di brutto, mentre io faccio quella specie di prova orribile del discorso per i miei.
«No, così non va...» borbotto, guardando la strada e gli abeti che la contornano fuori dal finestrino. La jeep di Kael sembra un carro armato.
«E considera che manca ancora la parte più importante...»
Mentre lo dice, le sue labbra si tendono in un sorriso sghembo e gli si forma una fossetta sulla guancia.
«Io proverei così» dice, guardandomi per qualche istante. Sembra sinceramente divertito, quasi spensierato e ho come l'impressione che per lui questa sia una novità.
«Sto con un lupo mannaro»
Alzo gli occhi al cielo e gli mollo un leggero pizzico.
«Sì, così gli viene direttamente un infarto»
«Mmm...E se usassi i miei poteri di Alfa?»
«No!»
Kael sospira e torna a guardare la strada.
C'è un breve silenzio tra noi, in cui si sente solo la radio che gracchia agganciando a intermittenza qualche stazione e poi perdendola di nuovo.Non so cosa pensare, forse solo ora mi rendo conto davvero delle conseguenze reali di tutto ciò che ho condiviso con lui.
Ma cosa è reale?
Non lo so più...In quel momento la mano calda e grande di Kael si posa sulla mia e la stringe. Non c'è bisogno che io lo guardi per avere risposta a tutte le mie domande. Sarà pure assurdo ma lo amo, lo amo davvero.
E so che le regole di quel suo strano mondo non sono le stesse del mio, ma non serve essere razionali e a dirla tutta forse non mi importa che gli altri capiscano. Spero che vedendoci si senta la bellezza del legame che ci unisce.
Spero che basti questo.Alzo leggermente gli occhi verso i suoi, tanto da incontrare le sue iridi screziate di un giallo ambrato. Come quando è sereno. Faccio tesoro di ogni fotogramma, di ogni momento, come se non ne fossi mai sazia. Come se non finissi mai di stupirmi della sua bellezza.
In quel momento mi perdo per qualche istante ad osservare il modo in cui un raggio di luce che entra dal finestrino gli accarezza il volto, conferendo una sfumatura più chiara ai suoi capelli.
«Andrà tutto bene»Dico, con un sorriso, stringendo a mia volta la sua mano.
Non voglio che Kael si senta a disagio, neanche per un istante. Non è un mostro. È solo...Diverso, speciale.Quando arriviamo nel vialetto di casa, però mi sale un nodo alla gola. È come fare ritorno a Itaca, ma da grande.
Questo posto mi ha vista crescere, mi ha vista sognare, ha visto le mie più grandi paure e le mie più grandi gioie. Ora, dopo appena qualche giorno dall'aver rincontrato Kael, sto tornando come un'adulta, come una donna. Quel pensiero mi fa sentire strana, un misto di orgoglio e paura.
Poso una mano sulla pancia- che ora è appena poco rotonda e a malapena si vede sotto il maglione di lana oversize che indosso- e faccio per scendere.
Ma Kael si precipita dal mio lato ancor prima che io possa toccare terra e mi afferra il braccio.
Lo rimprovero con lo sguardo «Non sono di vetro. Ce la faccio a camminare»Lui borbotta qualcosa, ma mi stringe comunque i fianchi.
«Che c'è? Lo sai che non ce la faccio a starti lontano»Mi fermo per posargli una mano sulla guancia. Lui chiude gli occhi e mi bacia il palmo, prima che io mi sporga verso le sue labbra, sorprendendolo con un bacio.
Uno leggero, per fortuna, visto che i miei sono sulla porta e mi guardano con aria curiosa.Vorrebbero capire da dove è uscito Kael.
Forse si ricordano di lui alla festa...Improbabile.«Selene!»
«Mamma, papà...Lui è Kael»
«Nome insolito»
Bofonchia papà, squadrandolo per qualche istante prima di sorridergli e di stringergli la mano.Forse sente la sua forza perché fa una faccia quasi sorpresa, però non dice nulla. Mia madre invece mi lancia delle occhiate di approvazione.
«Ottima scelta» mi sussurra, avvicinandosi, mentre Kael è più avanti con papà. Deve averla sentita perché si volta e sorride in un modo che solo io m posso notare.
«Non so e non voglio sapere dove l'hai trovato, ma approvo»
«Mamma!»
«Che c'è? Guarda che anche l'aspetto ha la sua parte...»
Scoppio a ridere.
«Sembra un Marines, uno di quei film tipo Salvate il soldato...»
Alzo gli occhi al cielo.«In effetti Kael era nell'esercito fino a qualche anno fa...»
Mentre parliamo, ci sediamo a tavola, su cui è già posata una teglia fumante di lasagna che mia madre si accinge a dividere e distribuire. Rido di come Kael si trattenga nel mangiare. Di solito ha più fame ma forse è mio padre a metterlo a disagio.
«Sa, la capisco, sarei molto geloso anche io di una figlia»
A quell'affermazione mio padre fa una faccia compiaciuta. Poi si rivolge verso di me e la mamma.
«Il tipo di Selene mi sta iniziando quasi a piacere»
Scoppiamo tutti a ridere, perfino Kael.
«Beh, questo è un bene perché...»Kael mi guarda, spalancando gli occhi. Vuole temporeggiare. Ma io no...
«Perché ci sposiamo»
Mio padre per poco non si strozza.Kael cerca di aiutarlo ma lui lo ferma. Come a dirgli di non azzardarsi a muoversi.
Mia madre sorride a trentasei denti.
E io, già che ci sono, lancio anche l'ultimo colpo.
«E non è tutto...»La faccia di mio padre e di Kael in quel momento sarebbe da fotografare e incorniciare.
Andranno molto d'accordo... con il tempo.Me lo sento.
«Diventerete nonni»Mio padre corruga le sopracciglia così forte che per un attimo ho quasi paura che rimanga il segno.
«Mi rimangio tutto: questo qua non mi piace per niente...»Stavolta è mia madre a sorridere e a calmarlo.
«Siamo stati giovani anche noi...E poi dici sempre che la famiglia è poco numerosa...Che abbiamo pochi parenti...Ora almeno avremo modo di essere in di più»Kael annuisce.
«Molti di più»
Papà diventa di nuovo viola.
«Perché quanti figli... Qua... Nti... Figli hai tu?»
Sembra quasi che stia ringhiando anche lui. Riderei di brutto, se la cosa non riguardasse anche me. Kael scuote la testa.«Ho quattro fratelli e la mia famiglia di appartenenza è... Molto numerosa. Siamo... Un branco»
E io sorrido, sapendo che quella non è affatto una metafora come pensano i miei genitori.
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LONE WOLF
WerewolfSelene ha un passato da dimenticare e un gran bisogno di soldi. È questo che la porta a fare la scelta più assurda che potesse mai fare e volare fino in America, nel Montana per accettare un lavoro di ragazza alla pari in casa Hastings. Soprattutto...