Quarantuno ☾

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Kael

Ora che Selene è qui, tutto sembra aver trovato la giusta collocazione.
Ho atteso tanto e per un po' mi ero convinto che nella vita questo tipo di cose non mi spettassero. Del resto avevo già molto di cui andare fiero e per cui essere felice.

Poteva bastarmi.
O almeno questo era quello che pensavo prima di conoscerla...

Ho guidato fino al nord della Francia per tutta la notte, felice come solo con lei posso essere.

Spero che l'Inquisitrice abbia creduto a Rose, alla sua visione sul fatto che la mia compagna non sarà un problema per l'ordine delle cose.

La lascio dormire e mi dirigo verso la porta. Natan è appena arrivato. Lo sento sedersi sulle assi del portico e quando incontro il suo sguardo vi leggo un'espressione strana, che non so decifrare.

«Kael, Adam e Rose sono tornati dopo un lungo colloquio con la signora dei gargoyle» dice Natan, fuori dalla casa di pietra in cui io e Selene ci siamo sistemati per la notte, in attesa di sapere se la tempesta sia veramente finita.

«Le ha creduto» dice poi, con un lungo sospiro che ne tradisce il disagio. Si sente in colpa ma dopo ciò che ha detto Brennan...So che non era davvero in lui.

«Natan...Posso parlarti?»

«Andrò via non appena questa questione sarà risolta. Laila resterà fino alla nascita di nostro figlio poi...»

«Natan...»

«Che altro vuoi che faccia? Che strisci in ginocchio?»

Scuoto la testa e tendo le braccia verso di lui.

«Voglio chiederti scusa»

«Tu cosa?»

«Era Brennan, manipolava la tua mente»

«Kael, io odiavo davvero il fatto che Selene fosse umana»

«Lo so, ma non saresti mai andato così oltre»

Mentre lo dico, Natan ricambia l'abbraccio con una pacca decisa sulla mia spalla.

Restiamo così, in silenzio, come due montagne che hanno trovato chissà come il modo di incontrarsi senza distruggersi, fin quando Natan non si stacca, tendendo le labbra in un sorriso furbo.

«Non vorrei rovinare il momento di pace e abbracci fraterni ma...»

Gli rivolgo uno sguardo torvo.

«Da quando siete arrivati è come se percepissi la presenza di un altro lupo...»

Natan ha sempre avuto dei sensi sviluppati per questo tipo di cose.
Del resto, è così che ha trovato Laila.

«Un altro lupo? E dove?»
Esita a dirlo.

«Natan, non costringermi a usare i miei poteri»

«In camera con lei...»

«Vuoi davvero che ti prenda a calci nel culo allora?»

«Aspetta, Kael. Intendo proprio dentro di lei»

Ora sì che sono furioso.

«Non intendevo quello, testone che non sei altro»

Allora cosa...

«Ho percepito la stessa cosa quando Laila ha scoperto di aspettare nostro figlio e credo proprio che tu stia per...»

Probabilmente è lui che ha combattuto attraverso Selene, la notte scorsa...
Ma non pensavo fosse possibile tra un lupo e un'umana. E poi è passato così poco tempo...

Non so se scoppiare a ridere o a piangere.

Ma Natan mi abbraccia prima che io possa decidere, così finisco con il fare entrambe le cose.

«Sai, non avrei mai pensato che potesse succedere tutto questo. Ma sono davvero felice per te, fratello...»

Non siamo una famiglia sdolcinata ma questi momenti mi dimostrano che i nostri legami sono solidi e che quello che ci unisce non cambierà mai.

Resto con Natan ancora per qualche minuto, poi entro in casa e mi godo la perfezione di questo istante.

Il momento in cui il cerchio della mia vita ha iniziato a quadrare alla perfezione. Selene è nel mio letto, bellissima, con il lenzuolo che la avvolge e i capelli sparsi tutti attorno. Sorride non appena la abbraccio da dietro e apre leggermente gli occhi, per rifletterli nei miei. È bellissima e quando poso la mano sulla sua pancia la stringe forte.

«Ti ho sentito parlare con qualcuno poco fa»
Il suo udito ora è più sensibile, per via del cucciolo che porta un grembo. Si muove e agisce attraverso di lei, per proteggerla. Ed io già lo amo.
«Sì, era mio fratello Natan. Ti farò conoscere tutta la famiglia non appena troverò la forza di lasciarti alzare dal mio letto...» mugula contro il mio collo.

«Non è questo il punto, Kael...È quello che ha detto...»

Ha anche il super udito adesso a quanto pare.

«Non pensavo fosse possibile tra umani e lupi...»

«Neanche io»

Selene si rabbuia e si accarezza la pancia con fare protettivo.
Poi mi guarda, come se temesse la mia reazione o, peggio, il mio rifiuto.

«Sarà un...»

Sta cercando un termine non offensivo per dire ibrido.

«Sarà un figlio o una figlia che cresceremo con tutto l'amore di questo mondo. Non mi serve di sapere altro, Selene»

«Ci ha salvato la vita» mormora lei, con una dolcezza straordinaria.

LONE WOLFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora