69. Senza Dirsi Addio

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Credo che la forma peggiore di addio sia quella non detta,quando l'altro ha già deciso, mentre tu sei sempre lì che aspetti.

Duncan's pov

Maledetto me, maledetta la mia testa di cazzo, sono stato uno stronzo egoista, mi odio per quello che ho fatto ho distrutto tutto.
Tutto è inziato quando ho conosciuto queii due, erano passati due mesi dalla morte di mia madre, ero scappato di casa volevo fuggire dal dolore e non volevo condividere quel lutto con mio padre.
Ero venuto a Milano a sperperare un po' di soldi passavo le serate con fiumi di alcol, donne e hotel di lusso, volevo appagare il mio dolore in questo modo.
La sera prima di ripartire per l'america ero seduto al bancone di un bar al centro di Milano è lì che conobbi Daniela, era seduta su di un sgabello quasi accanto al mio, indossava un abito blu elettrico che valorizzava  la sua figura prosperosa, i suoi capelli biondo platino illuminavano quella serata grigia, quella notte stavo più male del solito avevo bisogno di distrazioni e non pensare al mio dolore.
Non smettevo di fissarle quelle due grosse labbra carnose laccate di rosso, le sue gambe chilometriche uscivano fuori da quel mini abito blu e attiravano l'attenzione di tutti gli uomini in quel locale compresa la mia.
Rimasi ancora per qualche secondo in più a fissarla e solo dopo un po' si accorse di me.
Quella notte stessa tra sorrisi e attrazione fisica complice anche l'alcol ci ritrovammo a fare sesso nel bagno delle donne, eravamo accecati entrambi dai propri dolori e il sesso appagava le nostre frustrazioni.
Da lì mi chiese di restare, mi ospitò nel suo appartamento situato nei pressi del duomo, iniziammo una sorta di frequentazione se così si poteva chiamare un rapporto basato solo sul sesso, io usavo lei è lei usava me.
Daniela col tempo inziò ad aprirsi di più con me,inziò a raccontarmi le sue frustrazioni che nascondeva dietro a quella maschera di donna perfetta.

Daniela proviene da una famiglia molto ricca di Milano e soffriva molto per essere stata ripudiata a soli diciotto anni dalla sua famiglia.
La sua famiglia la mantiene economicamente anche se è capace di mantenersi da sola, è una donna molto in gamba è determinata e porta a termine tutto ciò che inzia, è la migliore in campo per le strategie di marketing, lavora per molte aziende di marchi noti,molti la temono per il suo carattere impulsivo e vendicativo.
Venne esclusa dai pranzi di famiglia e dalle occasioni dove la famiglia si esponeva a degli  eventi molto importanti.
Questo perché a soli dieci anni Daniela fu violentata dall'amico di suo padre un noto giudice di Milano e lei appena ebbe la maggior età decise di denunciarlo andando contro la sua famiglia che la ripudiò per lo scandalo, per loro Daniela doveva tenere la bocca chiusa doveva portare quel segreto con sé fino nella tomba, per loro Daniela non poteva rovinare un uomo sposato e tanto stimato, se ci penso non so chi dei due mi faccia più schifo se quell'uomo o la sua famiglia.
Daniela era diventata una stronza senza sentimenti non riusciva a legarsi a nessun uomo, li usava e li gettava a suo piacimento, diceva che gli avevano strappato le ali troppo in fretta per essere stata violta la sua purezza a solo dieci anni di vita, da allora Daniela ha inziato a usare le persone per farle soffrire.

Col suo fascino poteva avere qualsiasi uomo ai suoi piedi,poteva fare di un uomo tutto ciò che voleva, il suo corpo ammaliava, ma lei non voleva nessuno, non voleva legarsi, per lei i legami non esistevano.
Eravamo due dannati io avevo i miei scheletri nell'armadio e lei pure.
Daniela mi chiedeva spesso perché fossi davvero in Italia, il mio vero motivo era quello che ero qui non solo per fuggire dal mio dolore, ma ero  venuto qui anche per cercare delle informazioni sulla mia vera madre, di lei sapevo solo che fosse italiana.
Passarono alcuni mesi da quando ero in Italia ma non ebbi nessuna informazione, la mia vera madre non ha mai voluto rivelare la sua identità fu un adozione anonima la mia.
Così tornai in America venni a sapere che mio padre si era ammalato, ma non aveva più bisogno di me, nella sua vita c'era suo figlio Luca e io non centravo più niente in quella famiglia,mi sentivo un estraneo e senza mia madre non aveva più senso restare.
Daniela mi chiamava spesso per dirmi che le mancavo e che senza di me si annoiava, mi convissi così di tornare a Milano.
Fu lei a farmi conoscere Federico, un'altra anima dannata come noi, aveva avuto una grande perdita ed era diventato spietato e senza cuore, diceva che l'unica sensazione che provava fosse odio verso la vita.
Eravamo diventati un trio perfetto,lontani dalle nostre famiglie abbandonati a noi stessi.
Io non avevo più intenzione di tornare nelle aziende di mio padre e Federico mise su un piano  per fare soldi.
Aveva esperienza nel campo di chef e aveva lavorato in grandi ristoranti dove venivano frequentati da pezzi grossi.

Always together (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora