91.Fine parte 1

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Ho raccontato ridendo quello che ho vissuto piangendo

Natalia

La mia vita è sempre stata caratterizzata da nuovi inizi e il bello poi è che gli eventi non arrivano mai scaglionati in un tempo fattibile da darmi la possibilità di organizzarmi, no, sarebbe troppo semplice.
Il tutto avviene in concomitanza, facendomi affannare malamente per non finire al tappeto prima di raggiungere il traguardo.

L'odore di pulito e di mobili nuovi, immacolati e vuoti, mi elettrizza al punto giusto.
Il panorama che si erige sotto i miei occhi è spettacolare, mentre me ne sto mel mio nuovo ufficio che affaccia nella zona Eur di Roma.
Il mio futuro sembrava essersi perso, quando circa un mese fa, Duncan ha mantenuto per la prima volta una sua promessa, non a me ovviamente.

Il suo addio è stato effettivo e non so se mi ha fatto più male essermi concessa a lui dopo che mi ha umiliata in quell'ospedale, mentre cercavo di dargli conforto, oppure non riesco a digerire questo abbandono, perché dopotutto ho sempre saputo che sarebbe andato via e quindi sono più in collera con me stessa per aver sperato in un finale diverso.

La Natalia di un mese fa però, non avrebbe retto e sarebbe scappata via, trascinando il dolore nelle valigie senza mai dimenticare.

Quella notte ho deciso di rinascere, perché ho capito di meritare solo il meglio.

La nuova azienda di Marco ora è nelle mie mani, ho il completo controllo di questa filiale e sono determinata a non tradire la sua fiducia.

L'unica cosa che continua a farmi tremare il cuore è il passato che pare voglia emergere costantemente.

Mi siedo alla mia scrivania e accedo alla mia casella di posta elettronica.
La notifica di un'email da parte del laboratorio di analisi mi lascia tentennare sul voler sapere gli esiti degli esami del sangue.

Inspiro ed espiro, preparandomi come se dovessi affrontare il mio nemico sul ring.
Il tempismo però non è stato mai dalla mia parte e proprio mentre sto per aprire l'email, qualcuno bussa alla mia porta ed entra senza nemmeno darmi la possibilità di dargli il permesso.

Il padre di Nadia entra spavaldo come sempre, con il suo volto invecchiato ma sempre presuntuoso e sfacciato.

Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento e più volte ho ripetuto mentalmente una serie di parole poco carine che avrei voluto rifilargli, ma ora che siamo faccia a faccia, la mente mi vacilla e riesco a malapena a sostenere il suo sguardo.

«Direttrice Natalia Preziosi...»dice leggendo la targa di ottone posizionata sul ripiano della scrivania, senza nascondere il disprezzo nella sua voce.

«A quanto pare ne ha fatta di strada, non credevo che l'avrei rivista quì» dice sedendosi sulla poltrona.

«Potrei dire lo stesso di lei..»rispondo sfacciata, pensando che il suo posto sarebbe dietro le sbarre.

«L'America non le pare abbastanza accogliente?»dice punzecchiando un nervo scoperto.

«L'Italia è il posto a cui appartengo, non ho bisogno di nascondermi»dico ricordandomi di respirare «dopotutto non sono io ad avere guai con la legge!»

Il padre di Nadia si innervosisce, lo noto da come serra la mascella e stringe le mani in un pugno di rabbia.

«Alla fine cosa ha guadagnato da questa storia?»domanda provocandomi e non riesco a rispondere a questa domanda.
Pensandoci non ci ho guadagnato un bel niente se non dolore e delusioni.

«Il tuo amato ha avuto la verità grazie a te e poi ti ha abbandonata, proprio come si fa con le puttane, solo che lui non ha pensato nemmeno di pagarti il conto!»dice con un sorrisetto meschino.

Always together (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora