64. Il Giorno Dei Giorni

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Non tutte le tempeste arrivano per distruggere il tuo cammino, alcune
arrivano per pulire la tua vita.

La dottoressa mi indica l'ultima porta a destra, le pareti grigie mi inquietano, odio i colori freddi quelli che non emanano calore e vitalità.
Le gambe mi tremano mentre le  mani continuano a sudarmi.
Mi trovo fuori alla porta, busso con due colpi alla porta metallica, ancora stendo a crederci che Stefano sia finito qui dentro, mi sembra così assurdo.
La porta si apre e mi ritrovo davanti un infermiere, impegnato a parlare con Stefano.

<Ti raccomando Stefano, per qualsiasi cosa chiamami.

Si volta nella mia direzione sorridendomi.

<Salve signorina Preziosi, le ricordo che qui le visite durano all'incirca un'oro. >

Annuisco, l'infermiere saluta Stefano ed esce dalla stanza chiudendo la porta alle sue spalle, il mio sguardo si posa ad osservare, il piccolo ambiente dove Stefano vive, c'è un semplice letto in ferro, le pareti sono anche qui di quel orribile color cemento, c'è anche una scrivania dove vi è sopra un quaderno e una penna.

<Sei venuta! >

Resto attaccata alla porta, mentre l'osservo, mi sembra di non riconoscerlo più, ha un viso spento, ho dimenticato i suoi lineamenti non mi sembrano più familiari

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Resto attaccata alla porta, mentre l'osservo, mi sembra di non riconoscerlo più, ha un viso spento, ho dimenticato i suoi lineamenti non mi sembrano più familiari.
I suoi occhi chiari non sembrano più vivi,la sua barba è diventata quasi bianca, strano lui non la portava mai. Indossa dei pantaloni di tuta nera e una semplice canotta bianca, mi fa strano vederlo così, Stefano è stato sempre impeccabile nel suo stile,vestito di tutto punto faceva perdere la testa a tutte le ragazze del centro dove lavoravo, perfino in azienda da Marco le colleghe gli sbavavano dietro.
Ha sempre il suoi fascino ma ora è arrivato al limite è non sembra più lui, mi sta scrutando dalla testa ai piedi, mentre io avrei voglia di scappare via.

<Vieni accomodati pure, ce una sedia anche per te qui. >

A passo lento mi avvicino e mi siedo difronte a lui, c'è un silenzio nell'aria imbarazzante, mi torturo le unghia delle mani, l'ultima volta che ci siamo visti non ci siamo lasciati bene, ci siamo sputati veleno addosso, rinnegando tutto ciò che è stato.

<Credevo non saresti venuta. >mi dice con voce dolce,sembra davvero incredulo.

<Già... È stato difficile ma alla fine eccomi qua. >

<È così strano averti qui, sembri  diversa. >

<Sarà l'America chissà. >

Accena un sorriso ma subito scompare via dalle sue labbra.

<Ti trasferisci lì?. >

<Credo proprio di sì, spero ci sia un posto anche per me in quella grande città. >

<Sei intelligente e ambizioso, troverai il tuo posto nel mondo.
Sai avrei voluto che fosse al mio fianco il tuo posto. >

A quelle parole tremo come una foglia, e non capisco il perché sarà il mix di emozioni e ansia che mi fa questo effetto.

Always together (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora