90. Duncan

196 18 159
                                    


Chissà se ricorderai un giorno il calore del mio abbraccio,il suono della mia voce e l'odore della mia pelle.
Spero che tu possa ritrovare nei tuoi primi ricordi la certezza di essere stato amato.

L'estate in Italia per me profuma di fiori di campo, di geranei, ma soprattutto di lavanda.
Tornare nella casa dei miei nonni mi fa sentire completo, al sicuro, è il mio posto preferito del mondo, o almeno lo era fino all'età di circa undici anni.
«Duncan, stai crescendo in fretta e purtroppo ora dobbiamo dirci addio!»
Udire quelle parole mi regala la prima delusione, mi crea una crepa nel cuore che col passare del tempo non farà altro che ingrandirsi.
La zia italiana mi accarezza dolcemente i capelli mentre mi dice addio.
Delle lacrime mi pungono agli angoli degli occhi.
«Ma perché? Io ti voglio bene!»le dico stringendola in un abbraccio.
«Ti voglio bene anche io Duncan, proprio per questo devo lasciarti alla tua vita!»dice pizzicandomi una guancia.
Inspiro il suo forte profumo, dolce e aromatico, tipico dei fiori di lavanda, e lo imprimo nella memoria per non dimenticarlo mai più.
Se potessi scegliere, le renderei tutti i regali di questi anni, tutti i giochi, tutte le cose che un bambino potrebbe desiderare, solo per poterla avere sempre con me.
Non so come mai io mi senta così legato a lei, la cosa certa è che mentre giocavo ai videogames, ho sentito i miei genitori discutere con lei, e questo mi ha fatto pensare le peggiori cose.
Quando è uscita via dalla porta, il suo saluto mi ha percorso la schiena con un brivido di freddo.

Apro gli occhi e mi ritrovo nel presente, in quello che è ora la mia vita: un fottuto schifo.
Me ne sto in sala d'attesa su quelle sedie di plastica cigolanti, sperando di riavere un'occasione per riempire quella voragine impressa nel mio cuore.
«Tieni, ho pensato potesse andarti un caffè!»dice Natalia avvicinandosi premurosa con un bicchiere di plastica preso da un distributore.
Si sforza di sorridere, di infondermi coraggio, ma non appena si avvicina, con uno scatto le faccio cadere il caffè dalle mani, imbrattando un po' ovunque.
Delle guardie ci osservano in malo modo, indecisi se intervenire o meno.
Io me ne fotto di tutto e di tutti, il mio obiettivo adesso è Natalia.
«Tu!» le dico indicandola con un dito, alzandomi sino a sovrastare la sua figura esile, stanca e indifesa.
«Duncan? Ti senti bene? » chiede preoccupata, tentando invano di ingoiare un groppo di saliva che minaccia di soffocarla.

«È tutta colpa tua e di quel coglione di Stefano! È assurdo che alla fine io sia finito nella vostra rete!» la aggredisco verbalmente, ripiegando tutto l'odio represso verso di lei.

«Per favore, sei scosso, lo capisco, ma torna in te!»
Natalia parla singhiozzando, ma ormai la belva che giace in me è venuta fuori.
Dopotutto sono figlio di un mostro, che altro posso aspettarmi?

«Tu sei stata la mia rovina!»dico prendendole il bavero del giacchetto.
«Sempre ostinata a scoprire di più» continuo gesticolando «se tu fossi stata al tuo posto forse tutto questo non sarebbe successo!» urlo alzando una mano per darle uno schiaffo.
Natalia piangendo si copre il viso e la mia mano resta ferma a mezz'aria.
«Vattene» dico con voce rauca«subito!» ordino alzando ancora la voce.
«Duncan..»
La voce di Natalia è ridotta a un sussurro, le lacrime le hanno segnato il viso, i singhiozzi trattenuti uccidono le sue parole non dette.
«Vattene! Ne ho abbastanza di te!»continuo andando a sedermi, lanciando uno sguardo malvagio alle guardie.
Natalia si arrende, e tirando rumorosamente su col naso, prende la sua borsa e parte in ritirata piangendo.

Nel momento che la vedo sparire oltre le porte dell'ascensore, il senso di colpa mi fa salire la bile in gola.
Sono nato dalla relazione tra uno sporco figlio di puttana e quella che sarebbe dovuta essere la sua bambina, ma non per questo devo essere come lui.
Intanto lui è quì, in attesa di risposte quelle stesse risposte che sto aspettando anche io, pregando affinché il cuore di Nadia non smetta di battere.
Vorrei ammazzarlo; non gli permetterò di fare altro male alle persone che amo.
Mentre i nostri sguardi stanno per incrociarsi, pronti a scatenare una guerra all'ultimo sangue tra essi, la voce dietro alle mie spalle mette momentaneamente una pausa tra le nostre questioni in sospeso.

Always together (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora