5.Abitudini

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L'abitudine è la più brutta delle malattia.Ti fa accettare di tutto, anche di non essere felice.

Facendo un resoconto della settimana, direi che l'ho conclusa peggio di com'è iniziata. Passare un weekend a casa da sola, a lavorare, non è proprio il massimo. Ma se potessi scegliere, preferirei ripeterlo altre cento, mille, anzi, infinite volte, piuttosto che continuare ad essere affiancata in ufficio da quello stronzo di assistente.

Mi sto sforzando di mantenere fede al nuovo orario mattutino che ho impostato sulla sveglia. Devo impegnarmi e essere puntuale, in modo da evitare che lo stronzo usi i miei ritardi per guadagnare punti a suo favore, mettendomi ovviamente in cattiva luce.

Apro il rubinetto della doccia e mi precipito sotto al getto. A contatto con l'acqua calda mi rilasso del tutto. Cerco così di sciogliere l'ansia e la preoccupazione per la nuova lunga settimana che sto per affrontare.
Mi do poi una sistemata ai capelli, aggiungo un po' di makeup in viso e senza perdere tempo, corro letteralmente a vestirmi.
Indosso una gonna aderente nera e una camicetta di seta bianca. Ai piedi, le mie amate louboutin, un caro regalo di Stefano.

Riaccendo il telefono e subito mi notifica diversi messaggi in segreteria. Non ho intenzione di ascoltarli e nemmeno di richiamarlo; sono ancora arrabbiata e non voglio sentire le sue ragioni. Ora che è tornato in città, vorrà rimediare ai suoi errori, ma sono certa che troverà il modo di scaricare le sue colpe su di me come al solito.

Da quando ho perso Marissa, sembra che nessuno riesca a capirmi davvero, fatta eccezione per la mia famiglia. Stefano mi è stato molto vicino; abbiamo affrontato il lutto insieme. Tuttavia, spesso sembra non capirmi affatto. Per lui, ciò che è stato non deve più essere, non deve infangare il futuro. Non vorrei mai essere cinica come lui.
Marissa e Stefano erano già amici quando ci siamo conosciute. È stato lui a presentarmela; facevano parte entrambi dello stesso gruppo di amici e si conoscevano sin da bambini. Le loro madri erano amiche e hanno trascorso molti momenti della loro infanzia insieme.

Nonostante il loro legame, Marissa si legò subito a me in un modo sincero. Adoravo il suo carattere schietto e sincero, i suoi preziosi consigli, sembrava avere sempre una marcia in più rispetto agli altri. Mi ripeteva che ero troppo per lui e che avrei potuto trovare di meglio, qualcuno che mi avrebbe dato la giusta importanza. Facevo fatica a capire quelle parole, visto il loro forte legame; non mi aspettavo che mi parlasse così di lui, sminuendo appena. Lei non lo diceva con cattiveria, sembrava più che altro che volesse aiutare entrambi. Ripeteva ogni volta, che lo conosceva troppo bene e sapeva i suoi limiti e i miei. Per lei, eravamo semplicemente incompatibili. Per un periodo, Stefano iniziò a odiarla, a provare astio nei suoi confronti e si allontanò, pretendendo che io facessi lo stesso, che mettessi lui al di sopra della mia amicizia con Marissa.
Stefano era irascibile e cercava di convincermi che la mia amica mi metteva strane idee in testa e che era meglio limitare le uscite con lei. In realtà, ho sempre fatto di testa mia, ho sempre valutato le parole di una e dell'altro. Ma col senno di poi, ammetto che alcuni lati del carattere di Stefano sono emersi in modo prepotente e ho capito cosa intendesse Marissa sulla nostra incompatibilità. Marissa mi capiva, mi guardava dentro, ascoltava la mia anima e io le sono grata per questo. Stefano si sentiva giudicato da lei, invece io no, non mi infastidivano i suoi commenti sulla nostra relazione, perché sapevo che le sue parole erano dettate dal cuore e che voleva solo il mio bene, come io il suo.

Non è stato per niente facile restare insieme tutti questi anni. Superare tutte le sfide della vita e soprattutto trovare dei compromessi con le nostre abitudini. Ho tentato fino alla fine di non cadere nella banalità, nel solito circolo vizioso delle routine, ma temo di aver fallito. La nostra relazione è diventata statica e priva di stimoli e questo può confondere, può mettere in dubbio perfino un amore intenso e duraturo.
Otto anni sono tanti e siamo giunti a un punto cruciale direi. Stefano mi ha chiesto di sposarlo per dare una svolta alla nostra relazione, per sigillare quegli anni trascorsi insieme, trasformandoli in qualcosa di più grande: una famiglia. Penso spesso alle parole di Marissa: "Non confondere l'affetto con l'amore, o semplicemente non accontentarti dell'abitudine solo per la paura di cambiare". Ma dopo tutto quello che abbiamo passato io e Stefano, non riesco a vedere la mia vita senza di lui al mio fianco. Tra qualche giorno incontreremo le nostre rispettive famiglie; ci sarà una cena per riunirci tutti insieme e parlare del da farsi per la cerimonia, programmata per il prossimo anno.

Always together (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora