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La presentazione iniziò, fecero vedere dei pezzi della serie e tra un intervallo e l'altro chiamavano alcuni di noi sul palco per dire qualche parola. Mi ritornarono in mente molti ricordi del periodo in cui registrammo la quarta stagione, mi divertivo tantissimo sul quel set e avevo delle compagne fantastiche.
Arrivò il mio turno e mi chiamarono sul palco. Sapevo già cosa dovevo dire e avevo gli occhi di tutti puntati addosso, mi battevano le mani e ricevetti un attestato di riconoscimento. Sotto il palco a sinistra vedevo Antonio che mi guardava attentamente come se stesse aspettando con ansia le mie parole che sapeva già quali sarebbero state. Per lui era una soddisfazione vedermi ai suoi piedi, non so cosa avesse in quella testa e non volevo neanche saperlo sinceramente, non oso immaginare cosa pensasse quando mi vedeva, soprattutto dopo avermi toccata oggi in macchina. Perché lo aveva fatto? Aveva sempre avuto dei pensieri su di me?
Erano domande che mi facevo spesso ma sempre con molta rabbia. Mi ero preparata un discorso nella mia testa ma la mia bocca quella sera disse tutt'altro e me ne pentì subito.
"Buonasera a tutti. Sono onorata di essere qui con voi stasera... come sempre è un'emozione riguardare queste scene che sono state registrate con molto impegno ed entusiasmo" fino a qui andai bene. "Amo il mio personaggio e sono felice che in questa stagione abbia uno dei ruoli principali. Zulema ha avuto successo grazie a tutti voi che mi avete sostenuta, non ce l'avrei mai fatta senza di voi" a questo punto dovevo ringraziare Antonio, lo guardai e lo vidi annuire come se mi stesse incitando a dire quelle parole che tanto voleva sentire. Ma non lo nominai.
"Voleva ringraziare gli autori per avere scelto me per interpretare Zulema, vorrei ringraziare anche tutto il cast e le mie amiche Alba e Maggie che mi sono sempre state accanto e hanno reso questa esperienza ancora più bella"
Sorrisi e ringraziai il pubblico. Tutti batterono le mani e salutando scesi dal palco e ritornai al tavolo. Perché lo avevo fatto? Perché non lo avevo nominato? Cosa mi avrebbe fatto adesso? La mia testa in quel momento diceva una cosa e la mia bocca un'altra, era come se non avessi il controllo di me, il mio istinto aveva preso il sopravvento. Volevo fare come volevo io già da tanto tempo ma evitai sempre. Forse quando per troppi soffochi il tuo istinto questo esce quando meno te lo aspetti e nella mia vita l'istinto era meglio che non uscisse quasi mai....
Lo vidi all'angolo della sala furioso, non si avvicinò ma continuava a fulminarmi con lo sguardo. Dopo un po' se ne andò e non lo vidi più per tutta la serata.
Finalmente mi sentivo più libera come se avessi tolto un grosso peso dalle tasche. Sapevo però che questa calma era solo provvisoria.
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Finita la serata andammo tutte insieme a mangiare qualcosa in una pizzeria li vicino.
Arrivate prendemmo subito un tavolo, avevamo ordinato una tavolata di 20 persone ed ero veramente entusiasta di passare del tempo con loro. Di fianco a me c'erano Alba e Maggie e stavamo ricordando i momenti più belli del rodaggio. Mi stavo divertendo.
"Perché ti ricordi le scene con le galline? Che non stavano un attimo ferme e cagavano in ogni momento..." disse Alba con le lacrime agli occhi.
Stavo morendo dalla risate.
"Eccome se mi ricordo.... oppure Maggie la scena in cui ci hanno cosparse di merda? Mi ricordo ancora le risate che ci siamo fatte" aggiungi io. Non smettemmo di ridere neanche per un minuto anche mentre mangiavamo. Quella tranquillità e spensieratezza furono interrotte però dal mio cellulare che aveva la suoneria al massimo. Non volevo rispondere era Antonio. Alba , a cui avevo raccontato tutto, mi fece segno di rispondere altrimenti avrei peggiorato la situazione. Presi il telefono e andai fuori.
"Adesso mi devi spiegare cosa cazzo non capisci delle parole -DEVI FARE IL MIO NOME- cosa ti è preso?" Ringhiò al telefono, sentivo la sua rabbia e il suo nervoso anche a distanza. Cercai di essere molto calma non volevo che si arrabbiasse ancora di più.
"Non so cosa mi è preso, mi è completamente sfuggito, con la tensione e l'emozione del momento mi sono dimenticata. Scusami non era mia int.."
Non feci in tempo a finire la frase che mi bloccò subito, continuava ad urlare.
"Najwa non raccontarmi cazzate perché di ringraziare le tue amiche del cazzo ti sei ricordata, dimmi la verità non sono uno stupido e non mi prendi in giro come hai fatto con tutti quelli del tuo passato" sembrava indemoniato. Gli avevo mentito, non lo avevo menzionato nel discorso volontariamente e adesso ne stavo pagando le conseguenze. Però non mi andava di farmi mettere i piedi in testa un'altra volta quindi alzai anch'io il tono della voce.
"Non ti permettere a chiamare le mie amiche in quel modo. Se ti sto dicendo che mi sono dimenticata vuol dire che mi sono dimenticata. Se vuoi credermi ok sennò vai a farti fottere." Gli chiusi il telefono in faccia, era una liberazione mandarlo a quel paese. Avevo urlato un po' troppo e c'era qualcuno che mi guardava male ma non ci feci molto caso, ero troppo nervosa. Mi accesi una sigaretta per calmarmi prima di rientrare dentro.
In quel momento non sapevo che la mia vita sarebbe cambiata.
A volte quando meno te lo aspetti arrivano delle persone che ti stravolgono tutto, abbattono tutte quelle barriere che avevi innalzato e ti cambiano.

"Scusami hai un accendino?"

IL SILENZIO DI UNA ROSSA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora