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I due giorni di permanenza all'ospedale passarono molto lentamente, stavo recuperando piano piano le forze e cercavo di abituarmi a quella che sarebbe stata la mia vita per i giorni a venire. Teo era un bimbo dolcissimo, non piangeva quasi mai, solo quando aveva fame. Era identico a me e non potevo essere più felice di così. Mi aveva stravolto la vita ed era nato solo da poche ore. Andres era felicissimo di essere padre, non lo avevo mai visto così emozionato alla vista di un bambino. Restava con me in ospedale tutto il giorno, tornava a casa solo per cambiarsi e mangiare. Nel frattempo avevamo sistemato la stanza per Teo e comprato tutte le sue cose.
In quei giorni era venuta anche Alba a farci visita in ospedale ed era super contenta di essere diventata zia, si mise a piangere quando lo vide e voleva sempre tenerlo in braccio.
Sia io che Teo stavamo bene, lui era in salute e questo contava più di qualsiasi altra cosa.
"Najwa a pomeriggio sarai dimessa..." disse la dottoressa entrando in stanza. Finalmente tornavo a casa, da quel momento il baricentro della mia vita si spostava su un'altra persona che aveva bisogno di me ed io ci sarei stata per sempre. Avevo paura all'inizio, di non potercela fare, di non essere all'altezza, ma appena i suoi occhi s'incrociarono con i miei mi diedero una forza incredibile. Sapevo che avrei avuto delle difficoltà ma avrei superato tutto. Adesso l'unica paura che avevo era che succedesse qualcosa a lui. Accanto a me ci sarebbe stato Andres che mi avrebbe aiutata in qualsiasi situazione.
Adesso non mancava più niente nella mia vita. Per una volta potevo dire di essere veramente FELICE. Non sapevo però che al mio ritorno a casa mi aspettava qualcuno che non mi sarei mai immaginata.
"Quando arriviamo a casa non spaventarti..." mi suggerì Andres mentre in macchina ci dirigevamo verso casa. Lo guardavo mentre rideva dallo specchietto perché io ero ai posti dietro con Teo.
"Perché ridi? Mi viene più ansia se fai così, non dovevi dirmelo..." dissi dopo, cosa aveva organizzato? Pensai subito alle solite feste che si fanno quando una donna ha partorisce ma Andres mi confermò che non era quello.
"Tranquilla non è niente... spero che ti faccia piacere." Aggiunse. Lo guardai sorridendo e lo baciai sulla guancia mentre guidava.
Di solito le persone normali quando si conoscono, decidono di frequentarsi, poi si mettono insieme e dopo molti anni si sposano e hanno dei figli. Con Andres è successo tutto così velocemente che non mi sembrava reale tutto questo. In due anni ci siamo conosciuti e siamo diventati genitori, giorno dopo giorno abbiamo imparato ad amare i nostri pregi ha soprattutto i nostri difetti che sono molti di più. Se avessimo lasciato perdere probabilmente non saremmo arrivati qui e quindi per fortuna che ci siamo rincorsi per tutto questo tempo. Ma non ci saremmo neanche riusciti perché uno senza l'altro non possiamo vivere.
Arrivati a casa finalmente la tensione si fece sentire, non avevo idea di cosa mi aspettasse.
Aprii la porta lentamente mentre Andres era dietro di me con il passeggino, la casa era vuota e non stavo capendo.
Passarono alcune ore e nel frattempo sistemai tutti i vestiti che avevo portare in ospedale, Teo dormiva. Ad un certo punto suonò il campanello ed andai ad aprire mentre Andres mi raggiungeva alla porta.
Non potevo credere che sua madre e sua sorella erano venute a casa mia. Per quale motivo?
"Che ci fanno qui?" Chiesi ad Andres guardandolo male, dopo tutto quello che mi avevano detto e provocato non volevo vederle. Andres si aspettava questa reazione da parte mia.
"Stai tranquilla vogliono solo vedere il bambino..." disse lui.
Anche se ero contraria a questa cosa non potevo impedirlo, non era solo mio figlio.
Le accompagnai nella stanza di Teo che dormiva insieme ad Andres e lo presi in braccio per farglielo vedere. Restavo comunque molto distaccata da loro e sulle mie, non mi fidavo. Successe però che alla vista del bambino i loro occhi si bagnarono di lacrime, iniziai a vedere come una luce nei loro sguardi che le cambiò.
Emozionata la sorella prese Teo in braccio, glielo lasciai senza dire niente e mi avvicinai ad Andres avvolgendo le mia braccia intorno al suo bacino, entrambi guardavamo le due donne che tenevano stretto nostro figlio. Vidi in loro un cambiamento radicale, lo osservavano innamorate ed erano molto premurose nei suoi confronti. Speravo che il cambiamento lo potessero avere anche nei miei confronti, mi misi a piangere senza farlo notare, avrei voluto veramente che la famiglia del mio compagno mi volesse bene e dimostrasse amore per me come lo stavano facendo per mio figlio.
Andres si accorse delle mie lacrime e mi strinse  più forte a lui. Dopo un po' mi diedero di nuovo Teo e lo rimisi a dormire nella culla, al mio ritorno Andres venne verso di me e mi prese la mano. Nel salotto le due donne mi aspettavano probabilmente per parlarmi, erano diverse, più buone e con meno cattiveria negli occhi. Quella cattiveria in realtà non c'era mai stata, negli anni era solo uno scudo per proteggersi dato che l'uomo che amavano di più le aveva abbandonate.
"Vieni devono parlarti..." mi disse Andres sorridendo, era molto sereno e finalmente felice. Iniziai ad ascoltarle senza fiatare.
"Volevamo chiederti scusa. Non meriti tutto quello che abbiamo detto...." La sorella si fermò e continuò la madre, io avevo il cuore in gola e stringevo la mano di Andres.
"Ci hai regalato la cosa più bella della nostra vita..." riferendosi al bambino. "Non potremmo mai esserti più grate per questo. Rendi mio figlio felice, e se lo è lui lo siamo anche noi..." concluse aspettando che parlassi anch'io.
Tirai un sospiro di sollievo e delle lacrime scesero sul mio viso.
"Non so veramente cosa dirvi, vi ringrazio per avermi dato una seconda opportunità..." risposi io. Ero consapevole che avevamo fatto questo passo per Teo e non per me, ma ero felice perché in questo modo avrebbero avuto la possibilità di conoscermi meglio e cambiare idea su di me.
"Amo Andres più di me stessa e non saprei davvero cosa fare senza di lui. Sono veramente felice che anche voi entrate a far parte della mia vita, e soprattutto sono felice che Teo avrà una nonna e una zia che gli vorranno bene." Conclusi guardandole, inaspettatamente si avvicinarono e mi diedero un abbraccio che mi fece sciogliere.
Il puzzle della mia vita pian piano si stava concludendo e per fortuna tutto stava andando bene. Quella sera cenammo tutti insieme e ho riscoperto in loro due persone veramente interessanti, di cultura, con cui fare bei discorsi.
Dopo aver allattato misi nuovamente Teo a dormire e poi andai a letto sfinita.
Mi raggiunse Andres che si mise al mio fianco e mi abbracciò. In quell'abbraccio c'era tutto quello di cui avevo bisogno.
"Come ti immagini la tua vita se non ci fossimo mai incontrati?" Gli chiesi sussurrando per non svegliare il bambino.
"Perchè questa domanda?" Ribattè lui.
"Dai rispondi... se non ci fossi io in questo momento come, con chi, dove staresti?" Insistetti dandogli dei colpi sul petto.
"Probabilmente avrei una relazione normale, la mia casa, dei bambini, un lavoro. Tutto molto monotono e scontato." Rispose lui mentre guardava il soffitto e mi accarezzava la mia schiena nuda.
"Perché normale? La nostra non lo è?" Domandai anche se aveva ragione.
"No non lo è. Mi hai stravolto la vita tutto ad un tratto e senza chiederlo." Aggiunse lui spostando gli occhi sul mio sorriso che baciò subito dopo.
"E sei felice di questo?" Continuai io.
"Si. Sono felice e se in un'altra vita ti incontrassi di nuovo probabilmente ti chiederei di travolgermi come hai già fatto." Disse sincero. Ci fu un lungo silenzio in cui l'unico rumore che si sentiva era il nostro cuore che batteva.
"E tu come te la immagini la tua vita senza di me?" Chiede questa volta lui. Io sorrisi e guardandolo negli occhi risposi.
"Io non me la immagino." Risposi decisa.
Lui non continuò con le domande come avevo fatto io, mi baciò solamente e bastava così.
"Promettimi che sarà per sempre." Dissi
"Lo prometto"

Alla  fine conta solo chi resta. Per ritrovarsi a volte bisogna perdersi quasi del tutto. Cogliete tutte le occasioni che la vita vi pone davanti, rischiate oggi perché domani è troppo tardi. Lasciate vivere le vostre emozioni, non ignoratele, non allontanatele.
Amate voi stessi e solo così potrete amare anche gli altri. ❤️

/Ciao ragazzi, spero davvero che questa storia vi sia piaciuta, vi chiedo scusa per l'ultimo capitolo che è uscito dopo molto tempo.
A presto con nuove storie😉/

IL SILENZIO DI UNA ROSSA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora