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Era mattina. Mi svegliai con un mal di testa assurdo, il mio stomaco non stava per niente bene dopo tutto l'alcool della sera prima, ero frastornata e non capivo dove fossi. Classico post-sbornia. Mi ricordavo poco di quello che era successo e di quello che avevo detto ma ero sola quindi intuii che le cose non erano andate bene tra me e Andres. Feci un po' mente locale e cercai di ricordare cosa avevo detto di sbagliato. Dopo poco mi ritornò in mente e mi vergognano terribilmente, che schifo di persona che ero...
Mi misi seduta sul letto e notai che a fianco a me c'era un vassoio con sopra della frutta tagliata a pezzettini, qualche biscotto e il caffè nel termos ancora caldo. Feci un sorriso perché capii che lo aveva preparato Andres, quindi era restato tutta la notte accanto a me ed era andato via da poco perché il caffè era ancora caldo. Apprezzai molto il gesto perché lo avevo trattato malissimo e nonostante questo era stato con me tutta la notte non toccandomi neanche con un dito.
Avvicinai il vassoio per mangiare, stavo morendo di fame, vidi un bigliettino sotto la frutta.
"Buongiorno principessa nel bosco... ti ho preparato la colazione per quando ti sveglierai, non posso restare ancora perché ho delle cose da sbrigare, spero che tu stia bene. Questo è il mio numero se dovessi avere bisogno." Lessi il biglietto e sorrisi come una stupida. Si preoccupava per me e non meritava per niente tutte le cose che gli dissi la sera prima. Volevo scusarmi con lui e dirgli che non le pensavo veramente, volevo spiegargli che non ero in me. Avevo il suo numero ma mi sembrava un po' da ipocriti chiedere scusa ad una persona che si era occupata di me per telefono, ma non sapevo dove abitasse.
Decisi così di contattare il suo amico su Instagram ed essendo un po' più conosciuto lo trovai facilmente. Gli diedi il mio numero e mi chiamò mentre finivo la mia colazione.
"Ehi ciao sono Marco tutto bene? Hai bisogno di qualcosa?" Chiese lui.
"Ciao scusami per il disturbo... ieri sera ho avuto dei problemi e Andres mi ha accompagnata a casa e mi ha dato una mano" dissi io con la solita voce di una che si era appena svegliata dopo una sbornia.
"Volevo ringraziarlo ma non so come trovarlo, mi ha lasciato il suo numero ma mi sembra da ipocrita ringraziarlo per telefono..." continuai.
"Ah okok spero che tu stia bene adesso... se vuoi andare a trovarlo a casa abita vicino al centro di Madrid, ti invio la posizione su whatsapp.... la mattina dovrebbe stare a casa oggi doveva lavorare al computer..."aggiunse lui.
Dopo aver ricevuto la posizione lo ringraziai e chiusi la chiamata.
Mi andai a fare una lunga doccia per svegliarmi del tutto. L'acqua congelata scorreva sul mio corpo, era rigenerante. Stavo pensando a quello che era successo e a come per l'ennesima volta Antonio mi aveva rovinato la serata, non riesco ancora capire perché lui è così protettivo, geloso e autoritario nei miei confronti. Perché non posso avere degli amici? Una relazione? O qualsiasi altro tipo di rapporto nella mia vita?
Uscita dalla doccia avvolsi il mio corpo nell'accappatoio e andai a scegliere cosa mettere. Decisi di stare comoda e presi la mia nuova tuta marrone che avevo comprato da poco. "Buongiorno principessa nel bosco" quelle parole giravano nella mia mente e ogni volta il mio cuore faceva una capriola. Era così dolce, premuroso e attento ai particolari. E poi Dio se era bello...
Dopo essermi preparata entrai in macchina e cercai la via di casa sua sul navigatore e partii.
Alzai la musica, volevo distrarmi un attimo, intonai alcune note nel traffico di Madrid. Abitava proprio al centro e non trovavo parcheggio, dopo aver girato un'ora per trovare un posto dove mettere la macchina trovai un parcheggio un po' distante da casa sua.
Feci due passi prima di arrivare e nel frattempo pensavo a quello che gli avrei detto, tanto quando sarei arrivata davanti a lui non avrei detto niente di quello che mi avevo preparato.
Viveva in un appartamento all'ultimo piano, sembrava abbastanza grande. Mi trovai davanti alla porta di casa sua e suonai il campanello, tentennai un po'.
Mi aprii la porta e restò sorpreso nel vedermi. Io rimasi a bocca aperta perché era in pantaloncini senza maglietta, aveva un fisico da paura e non me lo immaginavo così perfetto. Rimasi senza parole, non sapevo più che dire e lo guardavo dalla testa ai piedi.
"Oh ciao Najwa non mi aspettavo di trovarti qui... come stai?" Mi chiese lui appoggiando il braccio alla porta.
"Ehm grazie sto bene.... ho chiesto a Marco dove abitassi perché chiedere scusa per telefono mi sembrava da ipocriti" trovai il coraggio per parlare e gli spiegai perché ero lì.
"Non devi scusarti ti ho solo aiutata..."mi rassicurò lui.
"No invece devo scusarmi e ringraziarti. Mi hai aiutata, io ti ho trattato di merda e nonostante questo sei rimasto con me... quindi scusami non pensavo veramente quelle cose, era l'alcool che parlava non io..." mortificata cercai di giustificarmi, ma lui mi aveva già perdonata perché aveva capito che non pensavo veramente quelle cose.
"Davvero Najwa non preoc..." stava per aggiungere lui ma fu interrotto da una voce femminile che lo chiamò.
"Andres puoi venire un attimo?" Disse questa voce. Io rimasi immobile, non avrei mai immaginato che avesse una compagna. Mi cadde il mondo addosso in quel momento. Avevo mandato a puttane la mia vita per difendere una persona che pensavo fosse interessata a me e invece aveva già un'altra. Perchè tutte quelle attenzioni verso di me allora? Perché accompagnarmi a casa all'1 di notte? Perché farsi trattare di merda da un'ubriaca e nonostante questo restare tutta la notte con lei? Perché preparare la colazione e scrivere quel biglietto?
Tutte queste domande passarono in un secondo nella mia testa, era molto strano e rimasi parecchio male. Mi ero illusa e anche tanto. Cercai di chiedere in fretta il discorso e andarmene perché ero veramente delusa e stavo per scoppiare in lacrime.
"Scusami non volevo disturbare... non sapevo che stessi con qualcuno... ero solo venuta per dirti grazie..." dissi io velocemente e incamminandomi verso l'ascensore mentre lo guardavo.
"No Najwa aspetta voglio sapere come st..." cerco di dirmi lui. Ma l'ascensore lo fermò, feci un cenno con la mano e me ne andai lasciandolo sulla porta di casa.
Con le mani tra i capelli mentre l'ascensore scendeva pensavo a quanto fossi stata stupida. Mi ero illusa ancora una volta, con tutte le attenzioni che mi rivolgeva pensavo che avesse occhi solo per me ma a quanto pare mi sbagliavo. D'altronde non aveva neanche tutti i torti lui, ci conoscevamo veramente da poco e non c'è mai stato niente tra noi a parte il piccolo avvicinamento di ieri sera. Sono io il problema. Sono io che faccio film mentali e che credo che il primo sconosciuto che si preoccupa per me diventerà l'uomo della mia vita. Mi sentivo inutile come al solito e una stupida.
Mentre ero in macchina per tornare a casa chiamai Alba per organizzare una cena per la sera. Avevo bisogno di parlare con qualcuno e lei era la persona più adatta. Al telefono lei si accorse che ero un po' angosciata e le diedi ragione ma le avrei raccontato tutto la sera.
Mi disse che sarebbe venuta a prendermi alle 8 e saremmo andate in un locale a mangiare qualcosa così avremmo potuto parlare.
Per fortuna c'era lei in quei momenti.

IL SILENZIO DI UNA ROSSA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora