11.

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Tornai a casa quella sera e in macchina non smettevo più di parlare del bacio così bello ma anche così desiderato. Alba non ci credeva appena glielo raccontai, continuai a parlarne per tutto il tragitto fino a sfinirla. Ormai sapeva a memoria tutto quello che era accaduto.
Le ragazze di 15 anni quando danno il primo bacio ne parlano ore e ore con la migliore amica, io era come loro solo che ne avevo 49 di anni. Un po' imbarazzante come cosa ma mi faceva stare talmente bene che se ci fosse stato un tasto per tornare indietro lo avrei schiacciato subito. Erano anni che non provavo emozioni del genere, avevo avuto tanti rapporti occasionali di qualche notte, la relazione più seria che ebbi in quel periodo era durata due mesi poi lasciai perdere. Quando una persona non mi prende fin da subito non ce la faccio ad andare avanti. Con Andres era diverso, lui mi aveva presa fin da subito chiedendomi un'accendino, era subito scattato qualcosa e qualche parte dentro di me aveva già deciso di lasciarsi andare. Non mi lascio andare facilmente, non mi fido delle persone, ho bisogno del mio tempo per studiarle bene e capire come sono fatte poi faccio dei passi avanti. Con lui non so cosa mi sia preso mi sono lasciata andare da subito, mi fido di lui anche se non lo conosco, non so niente della sua vita, della sua famiglia.... niente di niente. Eppure quando c'è lui intorno a me mi sento al sicuro, protetta. Sono quelle cose che scattano da un momento all'altro e ti migliorano la vita senza che tu te ne accorga e senza che tu lo chieda.
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Andai a dormire quella sera anche se non avevo sonno. Misi la sveglia alle 9 ma restai sveglia tutta la notte. Ero piena di adrenalina e non riuscivo a chiudere occhio.
Quando infatti la sveglia suonò io ero già in piedi. Mai stata così attiva la mattina. Feci colazione e preparai una bagno caldo, accesi la musica e mi rilassai nell'acqua bollente con la schiuma che mi ricopriva tutto il corpo.
Mentre ero rilassata nella vasca non feci caso all'orario ed erano le 11 quando sentii suonare il citofono.
"Merda!" Esclamai. Come primo appuntamento mi sarei presentata in accappatoio davanti alla porta. Non trovavo l'accappatoio quindi usai un asciugamano abbastanza grande e andai ad aprire la porta.
"Ehi buongiorno... scusami sono in ritardo" lo anticipai io tenendomi con la mano l'asciugamano per evitare che cadesse.
"Buongiorno...tranquilla fai con calma non c'è fretta" disse lui squadrandomi dalla testa ai piedi. Avevo il petto scoperto e l'asciugamano stretto che risaltava il mio seno. Gli facevo un certo effetto ed ero contenta. Entrò in casa e gli dissi di sedersi mente finivo di prepararmi. Scelsi dei jeans stretti e una maglietta a bretelle bianca da mettere sotto un cardigan nero che mi lasciava la spalla scoperta. Mi truccai leggermente e lo raggiunsi in salotto. Stava girando per casa guardando ogni particolare, mi piaceva che ci fosse qualcuno in casa mia guardava le mie cose e faceva parte della mia quotidianità.
"L'ho vinto 2 anni fa quello... bello vero?" Dissi io riferendomi al Goya che stava guardando con attenzione. Appena mi vide sobbalzò non si aspettava che lo stessi osservando, mentre mi sistemavo la collana mi avvicinai a lui e mi prese per i fianchi. Io gli misi le braccia intendo al collo e ci lasciammo un bacio a stampo.
"Pronta?" Sussurrò lui. Feci cenno di "si" con la testa e andammo fuori verso la macchina. Mi sembrava così normale quella situazione, era quella la vita che volevo.
Ero un po' imbarazzata, se non fossi andata in bagno a lavarmi le mani la sera prima probabilmente lui non sarebbe accanto a me adesso, non ci saremmo mai dati quel bacio e io avrei lasciato perdere come tutte le cose che mi deludono nella mia vita.
"Dove mi porti?" Gli dissi arrossendo.
"Ti piace Barcellona?" Mi rispose lui. Amavo Barcellona, era una delle mie città preferite e se non avessi casa a Madrid sicuramente ne avrei comprata una li.
"Wow è la mia città preferita... non ci vado da un sacco... ma scherzi?" Dissi io incredula, lui mi guardò ridendo. Aveva un profilo perfetto, era così bello. Mentre guidava mi avvicinai a lui, afferrai il suo viso con le mani e gli lasciai un lungo bacio sulla guancia come segno di ringraziamento.
"Oggi la principessa del bosco è in trasferta!" Scherzò lui dopo il mio bacio. Amavo quel nomignolo che mi aveva dato, e mi misi a ridere per la battuta. In quel momento mi stava rendendo la donna più felice di tutte.
Sulla strada ascoltammo un po' di musica , chiacchierammo del più e del meno e avevamo acceso una piccola discussione sulle squadre di calcio che tifavamo. Io amavo l'Atletico Madrid mentre lui il Barcellona.
"Sai se l'Atletico ha vinto ieri? Segui il calcio?" Domandai io anche per conoscere meglio i suoi gusti.
"Si finalmente hanno perso così il Barça ha più possibilità di arrivare primo" mi rispose lui non accorgendosi del mio sguardo assassino puntato su di lui.
"Tanto quest'anno il campionato lo vinciamo noi" risposi io per stuzzicarlo. Mi guardò stizzito per la mia provocazione e discutemmo (ovviamente scherzando) su quale delle due squadre fosse migliore.
Finalmente arrivammo a Barcellona, era ora di pranzo passata e infatti mi portò ad un ristorante proprio in riva al mare.
A tavola ordinammo un piatto a base di pesce e del vino bianco.
"Facciamo un brindisi" propose versandomi il vino nel bicchiere.
"A cosa brindiamo... a noi?" Chiesi imbarazzata. Ancora non c'era un NOI e chi lo sa se ci sarebbe stato mai. Ci stavamo conoscendo e non sapevamo cosa ci avrebbe riservato il destino. Lui accettò di fare quel brindisi e mentre bevevamo mi guardava intensamente con i suoi occhi verdi. Diventai tutta rossa e girai la testa di lato ridendo come una stupida. Lui se ne accorse e mi lasciò una carezza sul viso.
Finito il pranzo Andres andò a pagare mentre io lo aspettavo fuori. Andammo a fare una passeggiata nelle strade più conosciute di Barcellona per digerire tutto quello che avevamo mangiato.
Mentre camminavamo sembravamo una vera coppia e ogni tanto mi metteva il braccio intorno al fianco o intorno al collo.
Erano le 4 e andammo su una spiaggia dove c'era un bar che metteva a disposizione dei divanetti per stendersi, potevi ordinare dei cocktail e goderti l'immensa distesa di acqua che avevi davanti.
Prendemmo uno di questi divanetti e ci rilassammo li sopra.
"Io ho bisogno di fumare ti dispiace?" Mi fece segno di "no" con la testa, girai quindi una sigaretta e l'accesi. Eravamo in silenzio e mentre facevo uscire il fumo dalla mia bocca guardavo il mare distesa su i cuscini. Lui mi fissava, non staccava gli occhi da me.
"Cosa c'è perché mi guardi?" Chiesi io dopo un po'.
"Sei sexy quando fumi lo sai?"mi disse lui. Arrosai e lo guardai ridendo. Non mi sentivo bella ne tantomeno sexy quindi quando mi facevano questi complimenti non ci credevo molto e cercavo sempre di cambiare discorso.
"Su dai non esagerare adesso...non fumi anche tu? Te ne offro una se vuoi? Gli domandai io ricordandomi della sera in cui mi chiese l'accendino.
"No non fumo più da anni ormai" disse lui ridendo, lo guardai stranita perché quella sera era accanto a me e fumava.
"Ma allora quella sera perché hai fumato di fianco a me?" Chiesi anche se sapevo già la risposta.
"Ti avevo adocchiata già da settimane e l'unico modo per parlarti quella sera era quello... ogni tanto si devono fare dei sacrifici non credi?" Replicò lui. Me lo sentivo che non era stato un incontro casuale.
Buttai la sigaretta nel posa cenere e decisi di lasciarmi andare, mi strinsi forte a lui e mi accoccolai nell'incavo del suo collo, strinse subito il suo braccio intorno a me come se volesse proteggermi da tutto. Mi sentivo già protetta, mi bastava la sua presenza.
Era quasi arrivato al tramonto ed eravamo ancora abbracciati, non mi sarei mai staccata.
"Ho paura..." gli dissi ad un certo punto. Volevo aprirmi e fargli capire che di lui mi fidavo e anche lui poteva fidarsi di me.
"Di cosa?"mi chiese stringendomi ancora di più.
"Di essere troppo felice... non sono abituata e non so come gestirlo." Era questa la mia paura, non ero mai stata così felice e temevo di rovinare tutto. Lui mi guardò con compassione, i nostri sguardi si incrociarono per un lungo tempo e poi mi lasciò subito un bacio cercando la mia lingua. Io ricambiai, fu un bacio lento, passionale e pieno di emozione.
"Non devi più avere paura" sussurrò lui vicino al mio orecchio e stringendomi forte a se.

IL SILENZIO DI UNA ROSSA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora