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Quella notte passò lentamente, sembrava non finire più. I primi raggi di sole che entrarono in camera mi fecero fare un sospiro di sollievo, finalmente iniziava un nuovo giorno e i miei brutti pensieri smisero di sovrastare la mia mente. Ero ancora un po' scossa, avevo gli occhi gonfi per tutte le lacrime versate e la testa mi scoppiava. Andai a fare una doccia fredda per riprendermi ma non servì molto. Non avevo fame e non feci colazione. Mai mi ero sentita così male nella mia vita. Chiamai Alba per cercare conforto e subito si precipitò a casa mia preoccupata.
La feci entrare e l'abbraccio che le diedi fu così forte che anche lei riusciva a percepire il mio malessere in quel momento. Le raccontai tutto mentre preparavo il caffè, rimase senza parole.
"Non ci posso credere... gli hai davvero tirato uno schiaffo?" Mi chiese lei stupita. Non ci credeva ed era logico.
"Si l'ho fatto... non poteva andare avanti, era impossibile." Mi giustificai io. Le feci capire che non si sarebbe concluso nulla con Andres anche se c'era stato già qualcosa.
"Najwa non dire così... non ci hai neanche provato, magari ti poteva aiutare davvero. Se non provi a fare qualcosa non potrai mai liberarti di Antonio" mi disse lei cercando di farmi ragionare. Poi continuò "raccontagli tutto. Lui ti aiuterà fidati di me." Voleva che gli dicessi del mio errore ma ero molto contrariata.
"No non se ne parla. Cosa potrebbe fare? Non si può fare niente è impossibile." Ero testarda e se decidevo di prendere una strada difficilmente cambiavo. Quindi il muro che avevo sollevato restava, si alzava giorno dopo giorno e lo avrei reso più forte. Non dovevo più cadere nelle mie debolezze e lui era una di quelle.
Alba mi guardò rassegnata, ormai sapeva che non poteva farmi cambiare idea, perciò restava in silenzio e mi assecondava. Non voleva andarsene quindi decise di restare con me tutto il giorno fino alla sera. La sera eravamo entrambe invitate insieme a Berta e a Maggie ad una sfilata di Gucci, dovevamo indossare dei vestiti della nuova collezione e sponsorizzarli.
In merito a questo infatti Antonio mi chiamò per ricordarmi dell'impegno che avevo già preso, ma risposi scocciata dicendo che quando avevo un impegno lo ricordavo e non c'era bisogno di starmi addosso come una bambina di 5 anni. Lui si fece una risata e chiuse la chiamata divertito. Mi chiamava per qualsiasi cosa ed io non sopportavo la sua voce, lo faceva per stuzzicarmi. Alba mi consigliò di lasciar perdere e contare fino a 10 prima di scoppiare con lui. Cercavo di farlo sempre ma delle volte era davvero insopportabile ed era inevitabile rispondergli male.
Erano ormai le 12 e chiesi alla mia amica di andare a mangiare fuori, non reggevo più l'aria che c'era a casa mia, avevo bisogno di aria nuova e pulita. Lei accettò volentieri, voleva solo il meglio per me e mentre andavamo verso la macchina mise il suo braccio intorno al collo ed io le strinsi il mio intorno alla vita.
"Sei una testarda!" Mi disse facendomi il solletico. Io mi piegai dalle risate e cercai di levarmi dalla sua presa, ma era troppo forte rispetto a me.
"Ok ok smettila adesso ti prego non ce la faccio più" la pregai per lasciarmi andare. Mi aveva finalmente fatta sorridere e il mio umore migliorò. La guardai con le lacrime agli occhi per le risate mentre con un nano mi aggiustavo i capelli.
"Grazie per esserci sempre stupida" le dissi sorridendo e lasciandole un bacio sulla guancia. Lei mi guardò fiera di me, non c'era niente di cui andare fiera ma lei lo era comunque.
"Non ringraziarmi lo faccio perché sei mia sorella e sarò sempre dalla tua parte." Mi rispose sorridendo.
La nostra amicizia era la cosa più bella che avevo, era semplice e fatta di piccole cose che mi facevano stare bene. Lei era la mia costante, la mia ancora e mia sorella, io ero lo stesso per lei. A che serve un legame di sangue per essere sorelle, noi non lo eravamo davvero eppure ci trattavano come tali. Se non ci fosse stata lei in tutti i momenti difficili non ce l'avrei fatta in nessuno situazione.
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In macchina ridemmo e scherzammo, la musica era al massimo e mi stavo divertendo. Ero un po' spensierata anche se da qualche parte nella mia mente c'era ancora lui.
Dovevamo andare a ritirare i vestiti per la sera e poi portargli a Maggie e a Berta che avevano altro da fare. Mi avevano preparato un vestito rosso lungo con lo spacco avanti che mi scopriva tutte le gambe, ovviamente lo spacco finiva vicino alle parti intime. C'era anche un spacco sul petto che mi scopriva parte del seno. Era veramente bello e mi stava da Dio quando lo provai. Avrei poi messo dei tacchi alti neri e uno chignon che mi teneva i capelli ben tirati.
Andammo poi a mangiare in un locale al centro di Madrid, c'era tantissima gente in piazza e quell'aria mi faceva bene. Molte persone ci riconobbero e chiesero di fare delle foto.
Dai miei fan non mi facevo mai vedere triste, non se lo meritavano, ero così felice quando ero con loro. Mi faceva sempre piacere passare del tempo con tutti quelli che mi incontravano, ero sempre disponibile per scambiare qualche parola e fare qualche foto. Ho sempre avuto tempo per tutti perché grazie a loro ho avuto successo. Ero uguale a tutti loro e mi veniva spontaneo scherzare e ridere con chiunque. Mi lasciavano sempre tanti regalini, quel giorno infatti mi diedero alcuni pupazzi a unicorno, portachiavi, lettere e cioccolata. Mi conoscevano bene e sapevano quanto mi piacessero la cioccolata e gli unicorni.
Dopo aver finito di mangiare chiesi ad Alba di accompagnarmi in libreria a prendere dei libri che avevo ordinato, in quel periodo leggevo molto, mi teneva occupata la mente.
Andammo a piedi era lì vicino, per la strada incontrammo altri fan e facemmo altre foto ma non ero mai stanca di farle.
Arrivate davanti alla porta Alba restò fuori perché le era squillato il telefono mentre io entrai, poi mi avrebbe raggiunta.
Feci un giro tra li scaffali per guardare i nuovi libri che erano arrivati e leggevo la trama di qualcuno, magari mi piaceva e lo avrei preso.
Dopo un po' andai verso la cassa per chiedere alla proprietaria che era una mia cara amica, di darmi gentilmente i tre libri che avevo ordinato.
"Ciao Najwa ti trovo bene... te li vado a prendere subito, chiedo se il signore dopo di te vuole qualcosa così non faccio avanti e dietro due volte" disse lei con un bellissimo sorriso, era sempre molto gentile e disponibile con me, era veramente una brava persona. Ero contenta che mi avesse vista bene, ero brava a nascondere però diciamo che stavo meglio quindi non aveva tutti i torti.
"Va bene ti aspetto qui, intanto faccio un altro giro" le risposi mentre annuivo. Mi voltai dietro per andare a vedere altri libri e me lo ritrovai avanti. Il signore a cui si riferiva la mia amica era Andres. Non potevo crederci, rimasi ferma senza parole. Quante probabilità c'erano che lo avrei incontrato in quel momento nella mia libreria di fiducia?
Ci guardammo intensamente negli occhi, la mia ferita si apri nuovamente e dovevo andarmene non ce la potevo fare a reggere il suo sguardo. Quindi mi voltai verso destra e raggiunsi Alba che nel frattempo era entrata ed aveva visto tutta la scena dall'inizio.
"Cazzo che sfiga che hai..." sussurrò senza farsi sentire, nel frattempo lo guardava di nascosto e faceva finta di leggere un libro.
"Non osservarlo se ne accorge." La sgridai io. Lei subito distolse lo sguardo quando si accorse che anche lui aveva gli occhi puntati su di noi. Non volevo che si sentisse osservato perché conoscendolo poi si sarebbe avvicinato ed io avrei sentito di nuovo la sua voce.
Non vedevo l'ora di andarmene.
Mentre aspettavo impaziente tra gli scaffali la mia attenzione ricadde su un libro in particolare. Speravo che non fosse quello che stavo pensando.
"Alba cazzo abbiamo un problema serio. Ma come ha potuto..." dissi allarmata.
Era un libro con la copertina rossa con diverse immagini che lo abbellivano. S'intitolava "Il silenzio di una rossa". All'inizio mi sembrava un libro normale poi vidi l'autore ed era Daniel. Fu in quell'istante che collegai tutte le cose. Il mio ex aveva scritto un libro su di me senza il mio consenso e avevo paura di quello che aveva raccontato all'interno.
"Leggi la trama, magari non ha scritto niente di che e non è riferito a te..." mi suggerì Alba sperando davvero che fosse così.
"Anita è una ragazza con i capelli rossi fuoco, bella e determinata, amata da tutti. Vive la sua vita a pieno e sfrutta ogni occasione che le si pone davanti. Tuttavia Anita è una ragazza ingenua a volte e un terribile errore le rovinerà la vita. L'incontro di Chris sembra una svolta ma in realtà si rivela solo una strada senza fine. Sarà costretta al silenzio che giorno dopo giorno diventerà sempre più insistente e insopportabile.
Parlava chiaramente di me e della mia storia, aveva cambiato i nomi ma chiunque avesse saputo che era stato un mio ex avrebbe capito tutto. Io ed Alba eravamo sbalordite, in tutti questi anni non avevamo avuto nessun tipo di contatto, perché adesso scrivere un libro che riguarda me e il mio passato? Chi lo aveva autorizzato?
Pensai ad Andres che era in quella libreria e forse stava proprio per comprare quel libro e a quel punto l'ansia iniziò a salire lungo tutto il mio corpo.
La mia amica aveva finalmente portato i libri ma Andres aveva già pagato e se ne era andato.
"Potresti dirmi che libro ha comprato quel signore che è appena andato via?" Le chiesi agitata e impaziente. Lei notò il mio cambio d'umore ma non mi chiese niente, anche Alba era in ansia.
"Ha comprato questo nuovo inedito il silenzio di una rossa è uscito da poco, io l'ho già letto... è molto bello" mi rispose lei. Io la guardai accennando un sorriso di nervosismo. Lei mi guardò stranita.
"Me lo potresti dare anche a me? Vediamo com'è..." le domandai mentre le mie dita battevano sul banco per scaricare l'ansia. Appena mi diede il libro pagai e corsi subito fuori da quella libreria.
Non sapevo cosa dovevo fare, Daniel si era permesso di scrivere un libro su di me senza il mio consenso. Non lo avevo ancora letto quindi non sapevo se ci fossero altri riferimenti a me, ma se fosse stato così? Dove sarei finita? Cosa avrebbero detto gli altri di me?
Dovevo solo aspettare, il tempo avrebbe chiarito ogni mio dubbio ma nel frattempo l'ansia mi mangiava dentro e la preoccupazione si faceva sentire minuto dopo minuto.
Cosa avrebbe pensato Andres? E come aveva fatto a sapere del libro?

IL SILENZIO DI UNA ROSSA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora