20.

34 2 0
                                    

Mi dirigevo verso l'uscita con la sigaretta in bocca e l'accendino in mano per accenderla appena uscita da quella sala. Si era creata un'aria insopportabile soprattutto tra me e Berta, non volevo che la nostra amicizia finisse ma mi era scattato qualcosa dentro che non mi faceva più ragionare.
Ad un tratto prima che arrivassi alla porta qualcuno mi tirò il braccio quasi facendomi cadere. Era Andres.
Mi portò con la schiena verso il muro tenendomi i polsi ben stretti per non farmi scappare. Le nostre facce erano a pochi millimetri di distanza, mi guardava attentamente la bocca e mi tolse la sigaretta che avevo tra le labbra.
"Che cazzo di problemi hai, mi fai male" dissi io arrabbiata.
"La smetti di fare la gelosa? Non avevi detto di trovarmi una ragazza?" Sussurrò lui nel mio orecchio facendomi venire i brividi. La sua voce era rilassante e sensuale.
"Se devi portarti qualcuna a letto fallo, ma non una mia amica" risposi io con le mie labbra quasi a contatto con le sue, se avesse detto qualcos'altro lo avrei baciato non potevo più resistere.
"E cosa ti importa se è una tua amica o un'estranea? Non te ne frega niente tanto..." mi provocò lui. Girai il collo di lato e si appoggiò per odorare il mio profumo, i miei battiti acceleravano sempre di più.
"Smettila ti prego" dissi io. Non volevo cedere ma era più forte di me. Sentivo il corpo bruciarmi e stavo morendo di caldo. La sua presenza mi provocava questo.
"Altrimenti cosa fai?" Sussurrò contro il mio collo mentre mi lasciava dei baci leggeri che aumentarono la voglia che avevo di stare con lui. Volevo riprovare le stesse sensazioni di quella notte. Mi lasciai andare.
Quando mi disse così, liberai i miei polsi dalla sua presa, afferrai il suo volto con le mani e lo baciai. Le nostre lingue iniziarono a muoversi lentamente poi la velocità aumentò. Diventò un bacio intenso, amavo il suo sapore e le sue mani che mi stringevano possessivamente il bacino. Ci fermammo un secondo per guardarci negli occhi, entrambi volevamo andare oltre. Più avanti c'era una stanza probabilmente i camerini di qualche modella ed entrammo dentro chiudendo la porta.
Continuammo a baciarci passionalmente, mi prese in braccio e mi ritrovai sul tavolo. Le sue mani mi toccavano nell'interno coscia, le sue labbra sul mio collo mi lasciarono dei baci che mi fecero gemere più volte.
"Non te ne frega vero?" Mi disse lui continuando a baciarmi.
"Stai zitto e continua" risposi io.
Tolsi il mio intimo e sbottonai i suoi pantaloni, mentre la sua schiena era già scoperta.
Entrò dentro di me e i nostri corpi iniziarono a muoversi in sintonia come la prima sera ma questa volta fu più intenso. Non avevo raggiunto il limite ma stavo letteralmente godendo. Le mie unghie entrarono nella sua schiena e gli lasciarono dei segni evidenti.
"Dio se mi fai impazzire" sussurrò lui con fatica. I nostri sospiri divennero più intensi e affannosi. I battiti erano a mille ma volevo che non finisse mai.
Raggiunsi l'orgasmo dopo un po' e lui si accasciò su di me sfinito, io mi rilassai e mi godevo quel momento mente ero aggrappata alla sua schiena.
"Non lo capisci vero?" Dissi io rompendo il silenzio di quell'attimo.
"Cosa dovrei capire?"mi rispose perplesso.
"Non sopporto che guardi altre con gli stessi occhi con cui guardi me." Aggiunsi facendogli capire che lo volevo solo per me.
Stette un attimo in silenzio e sorrise. Era contento perché ero completamente sua e lui se ne accorse, io sorrisi per questo.
"Questi occhi forse vorrebbero un po' di verità non credi?" Non mi aspettavo che mi dicesse questo. Non capivo a cosa si riferisse è probabilmente non volevo saperlo.
"Cosa intendi dire?" Chiesi io mentre mi risistemavo il vestito e il trucco.
"Intendo dire che voglio sapere tutto. Non solo quello che mi hai raccontato l'altro giorno." Aggiunse convinto. Si riferiva al mio errore del passato. Non risposi alla sua domanda, continuavo a sistemarmi e lui anche nel frattempo lo fece.
"Magari potresti degnarmi anche di una risposta eh" sbuffò Andres guardandomi dallo specchio. Mi voltai verso di lui e mi avvicinai.
"Non siamo niente io e te, non devo darti nessuna spiegazione" dissi io. Era ritornata la Najwa stronza e acida. Stavo per uscire da quella stanza.
"Najwa fai ancora in tempo a dirmi tutto tu...prima che lo faccia qualcun altro" continuò lui prima che uscissi.
"Se scopri qualcosa poi fammi sapere" conclusi io facendogli l'occhiolino, con un sorriso malizioso sul volto. Sorridevo per non far vedere che ero veramente preoccupata di quella situazione, stava sicuramente indagando e quel libro sarebbe stata la mia fine e la fine della mia storia con Andres.
E perderlo mi terrorizzava.
—————————————
Tornai al mio tavolo nella sala principale, ci avevo messo più del solito ma speravo che nessuno mi dicesse niente. Ovviamente Alba non era stupida e si accorgeva di questi particolari.
"È stata lunga questa sigaretta? O sbaglio?" Incuriosita mi chiese. Feci finta di niente.
"Ne ho fumate due e ho fatto un giro fuori per questo ci ho messo tanto." Mentii inutilmente. Sapevo che avrebbe scoperto tutto era troppo furba.
"Ah due sigarette... cazzo non puzzi neanche di fumo, sei magica." Mi prese in giro. Io la guardai e non le risposi. Vide però Andres uscire dalla mia stessa direzione, vide lo sguardo che mi lanciò lui e il sorriso che feci io. A quel punto Alba capii tutto.
"Grandissimi stronzi... cosa avete fatto?" Mi domandò lei squadrandomi dalla testa ai piedi. Misi una mano sul volto, ero piuttosto imbarazzata.
"Sai già cosa abbiamo fatto non chiedermelo." Risposi io cercando di nascondere il labiale.
"Tu non sei normale" disse lei scioccata.
Avevo un sorriso che non andava più via. Anche Berta mi guardava stranita, non capiva il cambiamento nel mio comportamento. Ero nervosa e scontrosa prima, poi ritornai ad essere quella di sempre. Cambiare l'umore in poco tempo non era una cosa facile e normale, di questo Berta si rese conto.
"Cosa vi state raccontando voi due, voglio sapere anche io..." domandò lei mettendosi in mezzo. Non volevo dirle quello che era successo, ci sarebbe rimasta troppo male e si sarebbe sicuramente arrabbiata per non averle detto che tra me e Andres c'era già stato qualcosa.
"Niente tranquilla, stavamo solo scherzando" mentii io, non era molto convinta della mia risposta ma fece finta di crederci e non fece più domande.
Raccontai ad Alba anche del fatto che lui stesse indagando su di me e sul libro in particolare. Lei diventò subito seria e mi ascoltò attentamente.
Dopo un'oretta circa ci spostammo in un'altra sala dove c'era il dj e tante persone che già ballavano. Non mi ambientavo facilmente in quei posti quindi ci misi un po' prima di andare a ballare. Dopo diverse canzoni pop, reggaeton e tecno misero un lento. Odiavo i lenti. Mi facevano sentire ancora più sola intorno a tutte quelle coppie che ballavano. Non avevo nessuno che mi invitasse a ballare e Andres di certo non sarebbe venuto. Non potevamo metterci in mostra.
Solo che ad un tratto lo vidi avvicinarsi a me e alle mie amiche che eravamo in un angolo ad aspettare che quella canzone finisse. Sorrisi perché pensavo che stesse venendo per me, per chiedermi di ballare, sorrisi perché nonostante non potevamo farci vedere a lui non interessava e per me avrebbe fatto di tutto.
Sorridevo come una stupida quando si avvicinò ma si rivolse a Berta, non a me. Lo guardavo mentre  le tendeva la mano e la invitava a ballare. In quel momento il mondo mi cadde addosso, il mio sorriso si trasformò in un'espressione seria e avevo gli occhi pieni di lacrime. A che gioco stava giocando? Perché chiedere a lei di ballare dopo quello che è successo tra di noi?
Non capivo il suo gesto e mi fece molto male, lo osservavo allontanarsi con lei e posizionarsi al centro della pista. Le teneva i fianchi come faceva con me, la guardava con gli stessi occhi con cui guardava me.
Di colpo la mia delusione si trasformò in rabbia. Strinsi i denti e me ne andai con passo deciso. Non avevo più la forza di guardare quella scena di lui che ballava con lei dopo tutto quello che c'era stato. Mi ero concessa totalmente a lui, mai con nessuno mi sarei permessa di fare l'amore nel backstage di una sfilata. Iniziai a credere che se ne fosse approfittato e per quanto facesse male mi sembrava solo quella la spiegazione del suo comportamento. Io ero dentro con tutta me stessa e non me ne sarei liberata facilmente.
Alba mi seguii e mi bloccò prima di entrare in macchina.
"Dove cazzo vai davvero stai al suo gioco?" Mi disse lei cercando di farmi restare.
"Non sto al suo gioco, non ho la minima intenzione di stare al suo gioco. Non mi farò distruggere così da lui." Risposi quasi urlando. Sfogai la mia rabbia su di lei.
"Dopo ti raggiungo a casa, non correre."mi rassicurò. Avevo ragione e anche lei pensava che era stato uno stronzo.
Annuì con la testa e me ne andai.
"Bastardo..." gridai in macchina mentre tornavo a casa. Odiavo le persone che giocavano con i miei sentimenti e se prima volevo chiudere la nostra storia contro la mia volontà, questa volta lo avrei fatto volontariamente. Non avevo bisogno di queste persone nella mia vita.

IL SILENZIO DI UNA ROSSA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora