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"Tu non hai idea di quanta paura io abbia avuto cazzo" singhiozzai guardandolo negli occhi, era così bello. Era molto stanco e debole ma nonostante questo voleva parlare con me e sapere tutto quello che era successo.
"Sono qui adesso amore. Come stai?" Mi chiese mentre mi asciugava le lacrime.
"Adesso sto bene... ma come ti è venuto in mente di alzarti da quel letto..." lo rimproverai ironica.
"Cercavo te." Mi disse lui con lo sguardo più dolce che avessi visto. Diventai rossa mi avvicinai di più al suo viso, lo baciai. Le nostre lingue s'intrecciarono e il sul sapore si confondeva con il mio. Ecco cosa mi piaceva di lui, riusciva a farmi sentire una ragazzina e a distogliere la testa da tutti i problemi anche solo sfiorandomi.
Si staccò dopo un po' perché la posizione in cui stava era scomoda e sentiva dolore.
"Lo sai che è stato Antonio a farti questo vero? Ha organizzato tutto e mi ha avvisata che mi avrebbe lasciato un regalo per il bambino. Il regalo era questo incidente." Gli raccontai con difficoltà. Appoggiò la testa sul cuscino e guardò verso l'alto.
"Non ci posso credere... ma il processo?" Mi chiese lui incuriosito. Ancora non gli avevo detto niente volevo fargli una sorpresa.
"Sarà in carcere per i prossimi 6 anni e forse anche di più se riescono a dimostrare che ha organizzato tutto questo." Gli dissi ridendo. Ero contenta di parlare con lui e dirgli che finalmente eravamo liberi da tutto.
"Sapevo che sarebbe andato tutto bene." Mi rivelò entusiasta lui. Mi prese il viso e avvicinò le sue labbra alle mie.
"Ascoltami un attimo adesso, devo parlarti..." volevo dirgli quello che provavo, non avevo mai espresso i miei sentimenti per lui come aveva fatto lui con me invece. Quando mi convinse a non abortire mi disse che mi amava, io avevo difficoltà a dire quello che sentivo ma era arrivato il momento di farlo.
Lui annuii e iniziò ad ascoltarmi.
"Noi cosa siamo? Me lo chiedo spesso ultimamente. In questi giorni ho capito veramente chi voglio avere accanto per tutta la mia vita. Quella persona sei tu. Non so quale incantesimo hai fatto su di me." Dissi ironica. "Ma mi hai completamente travolta e portata nel tuo mondo e non voglio più uscirci, sei come una droga e non so più farne a meno. Mi manchi quando non ci sei, e quando ci sei non riesco a starti lontana.  Ogni giorno ti sento sempre più forte, sarà che non mi basta averti nel cuore, io voglio averti e basta, perché TI AMO Andres e non voglio avere nessun altro accanto che non abbia il tuo nome, il tuo corpo e la tua voce." Conclusi commuovendomi, ero vulnerabile con lui e non mi faceva più paura questa cosa. Mi guardò sorridendo, amavo il suo sorriso e rivederlo mi sollevò parecchio. Sorrisi anch'io come una scema.
"Cosa siamo secondo te? Vuoi che te lo dica io?" Mi disse lui con voce debole. Feci cenno di sì con la testa.
"Siamo due grandi disastri che insieme formano un capolavoro. Non so di preciso cos'è l'amore ma credo di scoprirlo presto. Penso che sia il momento giusto per chiederti se vuoi essere ufficialmente la mia fidanzata.." disse imbarazzato, ridevamo come due cretini, ero tutta rossa per la vergogna, non me l'aspettavo ed era uno dei momenti più belli che ho vissuto con lui.
"Con molto piacere"risposi baciandolo. Fu un bacio passionale, le nostre lingue si muovevano ad un ritmo mai visto come si fossero mancate da troppo, amavo sentire il suo sapore e non ne volevo fare a meno.
Mi morse delicatamente il labbro facendomi sorridere e poi tocco piano il mio seno, mi mancavano troppo le sue mani sul mio corpo, volevo sentirlo mio e unito a me.
Era ancora molto debole quindi non volevo farlo sforzare troppo, mi accoccolai nell'incavo del suo collo e stetti per ore così, ci addormentammo abbracciati. Io ero molto stanca, non dormivo da giorni e lui anche per via dell'operazione e dei farmaci. L'unico posto in cui riuscivo a dormire tranquillamente erano le sue braccia.

Il dottore ci svegliò perché doveva medicare i punti alla gamba di Andres.
"Non voglio disturbarvi, siete così belli..." ci disse lui gentilmente, era veramente un brav'uomo e anche esperto.
Lo guardai assonnata e poi svegliai Andres che aveva il sonno più profondo del mio.
"Dottore quando posso tornare a dormire nel mio letto con questa donna?" Chiese Andres prendendomi la mano e sorridendo, ricambiai il sorriso e strinsi la sua mano perché i punti gli facevano un po' male.
"Tra una settimana se tutto va bene potrai tornare a casa." Affermò il medico, mi sentii sollevata quando lo disse. Ci voleva solo un po' di pazienza.
Quando il dottore uscii dalla stanza finita la medicazione entrarono Alba e Marco lentamente e in silenzio pensando che stessimo dormendo ma eravamo più svegli di loro.
Marco si emozionò nel rivedere il suo amico di nuovo sveglio e non poté fare a meno di versare qualche lacrima, Alba venne verso di me a salutarmi e mi diede un bacio, poi lo fece anche con Andres.
"Ci hai fatto prendere un bel colpo eh amico..." esclamò Marco, sorridemmo tutti alle sue parole, ormai era solo un brutto ricordo.
"Volevo ringraziarvi per essermi stato vicino e per esservi presi cura di lei" riferendosi a me, gli accarezzai il braccio e gli lascia un leggero bacio sulle labbra.
Tutto è bene quel che finisce bene. Ero veramente felice di averlo di nuovo con me, di poterlo toccare, parlarci, ridere e passare il resto della mia vita con lui.
Adesso l'unica cosa a cui dovevamo pensare era il bambino e al nostro futuro.
Tuttavia ci deve sempre essere qualcosa che scombini tutti i nostri piani...

IL SILENZIO DI UNA ROSSA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora