Sempre nei momenti meno opportuni doveva esserci qualcuno ad interromperci.
Marco arrivò a casa di Andres non aspettandosi di trovarci lì a baciarci. Quando lo vidimo ci staccammo l'uno dall'altra.
"Tranquilli tranquilli continuate pure quello che stavate facendo..." ci disse imbarazzato e anche un po' divertito. Scoppiammo a ridere perché era buffo come parlava e come si muoveva. Era felice per noi perché eravamo riusciti a ritrovare un equilibrio dopo quello che era successo.
"Arrivi sempre nei momenti sbagliati" gli rinfacciò Andres scherzando.
"Hai una casa tanto grande e dovevi fare le tue cose davanti all'ascensore pubblico? Ti aspetto dentro che è meglio..." rispose l'amico prendendolo in giro. Il loro rapporto era un po' come quello tra me ed Alba, semplice e fatto di piccole cose.
Marco entrò dentro e restammo solo io e lui.
"Adesso vado..." gli riferì ridendo. Chiamai l'ascensore mentre lui aspettava che io andassi via. Era capace di migliorarmi la giornata e l'umore, mi era mancato troppo e non volevo più separarmi.
"Quindi io e te cosa siamo adesso?" Mormorò riferendosi al bacio. Non volevo correre, le cose fatte di fretta andavano sempre a finire male quindi volevo stare con i piedi per terra.
"Riccio è stato solo un bacio non ti fare film mentali adesso" scherzai scompigliandogli i capelli. Nel frattempo salii sull'ascensore rivolta verso di lui. Andres mi guardava e i suoi occhi dicevano quello che la bocca non stava dicendo.
Andai via con la sua immagine impressa nella mente, avevo le labbra leggermente gonfie e umide per il bacio. Ero troppo presa da lui e mi faceva stare in pace con me stessa e con il mondo che mi circondava.
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Quella sera restai a casa tranquilla per riposarmi, dovevo pensare bene a quello che dovevo fare e schiarirmi meglio le idee. Più che altro dovevo prendere consapevolezza di quello che stava per accadere, avevo bisogno di capire tutte le conseguenze che ci sarebbero potute essere e come affrontarle.
Ero sul divano a fumare una sigaretta e a mangiare del cioccolato, musica di sottofondo e la pioggia che scendeva dal cielo. Suonò il citofono e andai ad aprire.
"Non mi faccio film mentali ma un film insieme possiamo vederlo che dici?" Mi disse Andres sorridendo. Lo guardai stupita perché riusciva sempre a lasciarmi senza parole.
"Perché riesci sempre a sorprendimi?" Chiesi facendolo entrare. Andò direttamente sul divano e accese la tv per cercare un film su Netflix, prese la coperta e m'invitò a stendermi accanto a lui.
"Tranquillo eh fai pure come se fossi a casa tua..." scherzai andando sul divano. Lui rise e coprì le mie gambe con il plaid, poi mise il suo braccio sulle mie spalle stringendomi a lui, io lo abbraccia forte.
Mi faceva piacere che si sentiva a suo agio e che faceva davvero come se fosse casa sua, mi sarebbe piaciuto averlo tutti i giorni con me, nella mia quotidianità.
Decise di vedere "A star is born" di Lady Gaga e Bradley Cooper nonostante io non fossi d'accordo, perché avevo visto Lady Gaga uno dei suoi abiti particolari ed aveva delle corna in testa. Mi fece paura vederla in quel modo, mi sembrava troppo esagerato e quindi da quel momento non potevo più vederla. Quando spiegai ad Andres il motivo scoppiò a ridere ma non mi ascoltò e decise comunque di vederlo.
A metà del film lui super concentrato, io non tanto perché pensavo ad altro. Doveva ancora scusarmi per come lo avevo trattato quella sera quando arrivò Antonio.
"Scusami..." dissi accoccolandomi nell'incavo del suo collo. Lui stoppò il film e mi guardò stranito.
"Scusami perché sono un disastro e rovino sempre tutto. Non merito una persona come te al mio fianco.." continuai. Non avevo il coraggio di guardarlo ma si staccò da me per guardarmi negli occhi.
"Sei il disastro più bello che mi sia mai potuto capitare, se sono qui è perché lo voglio sennò me ne andrei..." mi rassicurò. La sua voce era così tranquillizzante e mi trasmetteva tutta la calma di cui avevo bisogno.
"Non so cosa ci trovi in me, perché io in me vedo solo tanto marcio..." dissi scoraggiata. Non avevo l'autostima al massimo e spesso mi sentivo così, mi sminuivo parecchio.
"Fidati che potrei guardarti ogni minuto e ogni volta trovare migliaia di cose che amo di te..." mi disse lui prendendomi il viso e lasciandomi un bacio sulle labbra. Accennai un sorriso e mi accoccolai a lui.
Quella notte restò a dormire da me, sentirlo al mio fianco nel letto mi faceva sentire protetta. Nel cuore della notte mi svegliò con dei baci sul collo che mi fecero rabbrividire.
Mi voltai verso di lui assonnata ma avevo voglia di sentirlo mio. Iniziammo a baciarci prima lentamente poi divento più passionale. Mi accarezzava con la mano il basso ventre facendomi gemere e facendomi venire la pelle d'oca, il suo tocco era leggero e delicato.
Entrò dentro di me dolcemente. Si muoveva intensamente e ogni volta sembrava migliore della volta prima. I nostri corpi erano in sintonia come sempre e sembravano combaciare alla perfezione. Il suo addome si appoggiava leggermente sulla mia pancia e con la mano stringeva il mio seno.
Si muoveva dentro di me facendomi godere ma non raggiunsi subito l'orgasmo.
Eravamo accaldati e le goccioline di sudore scivolavamo sulla sua schiena. Era mio ed io ero completamente sua, non volevo nessun altro se non lui.
Raggiungemmo l'apice del piacere e si staccò da me stendendosi al mio fianco sfinito ma entrambi eravamo felici.
Ci desideravamo tanto ogni volta che eravamo insieme ma spesso eravamo troppo orgogliosi e testardi per ammetterlo.
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Il giorno dopo ci svegliammo insieme, eravamo assonnati e stanchi, non avevamo voglia di alzarci e restammo infatti per più di un'ora sotto le coperte svegli.
Finché poi non suonarono al citofono. Mi alzai per aprire e l'unica persona che speravo non ci fosse in realtà c'era. Era Antonio che come al solito aveva la capacità di arrivare nei momenti inopportuni. Dissi ad Andres di restare in camera e di non raggiungerci, Antonio non sarebbe andato in camera e per evitare litigi sarebbe stato meglio se fosse restato nel letto. Lui mi assicurò che non si sarebbe mosso di lì così andai ad aprire.
"Buongiorno dormivi per caso?" Mi chiese lui entrando come se fosse una sua proprietà, era molto indaffarato e andava di fretta. Feci si con la testa e lo seguii in cucina, era come se fossi io l'ospite ma oramai ero abituata a questi suoi atteggiamenti.
"Tra due settimane devi fare un'intervista per una rivista in occasione della giornata contro la violenza sulle donne. Ho già dato conferma..." mi spiegò velocemente, per fortuna se ne sarebbe andato presto.
"Ho preferito dirtelo di persona così che tu possa vedere la mia faccia... stai attenta a quello che dici e tutti saranno contenti. Va bene?" Continuò con le sue solite minacce che ormai avevo imparato a memoria. Accettai la proposta, non avevo voglia di parlare stavo ancora dormendo. Lo accompagnai verso l'uscita e poi tornai in camera dove Andres era già in piedi vestito.
"Sai già vero che l'intervista è l'occasione giusta per raccontare tutto?" Mi disse lui avvicinandosi a me. Lo guardai stranita, non stavo ragionando.
"Spiegati meglio..." continuai io con la faccia assonnata.
"Nell'intervista racconti che anche tu hai subito delle violenze, parli del libro e farai il nome di Antonio. Da lì partiranno gli avvocati poi..." mi spiegò meglio.
"Sei un pazzo ma va bene..." dissi io ridendo. Era incredibile come riusciva ad organizzare tutto alla perfezione, lo invidiavo un po',io non ero capace di programmare tutto.
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IL SILENZIO DI UNA ROSSA
FanfictionE se il passato non fosse poi così passato? Cosa succede se una persona da un giorno all'altro entra nella tua vita e scava in quei segreti che hai tenuto sempre nascosti? E cosa succede se ti innamori di quella persona? Fino a quanto ci si può spin...