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Ci aggrappiamo ai ricordi e al passato probabilmente per non affrontare il presente, che fa paura, molta paura perché da esso dipende il nostro futuro, e pensare che il futuro possa non essere come lo abbiamo immaginato fa male. E se ci aggrappassimo al passato solo per attirare l'attenzione di qualcuno che vorremmo nel nostro futuro?

Giovedì chiamai Benjamin per invitarlo il sabato a cena a casa mia, passarono due giorni da quando lo avevo incontrato in ospedale e continuavo a chiedermi perché avessi tutta questa voglia di stare con lui. Volevo sicuramente farmi perdonare ma allo stesso tempo non dargli false speranze.
"Confermato per sabato quindi?" Mi disse contento. Riuscivo a percepire che da parte sua c'era qualcosa in più.
"Certo... ti aspetto verso le 9." Confermai sperando di fare la cosa giusta. Prima di chiudere la chiamata mi bloccò.
"Se non hai niente da fare ti va di raggiungermi al bar?" Mi chiese, non avendo nulla da fare e visto che mi stavo annoiando decisi di andare.
Andai a sistemarmi mettendomi un paio di jeans neri, una maglietta con il collo alto bianca e indossai gli anfibi neri che avevo usato per registrare "El oasis".
Raggiunsi quasi subito il bar, non era molto distante, impiegai piuttosto più tempo per trovare parcheggio. Madrid è sempre affollata a tutte le ore del giorno.
Entrai tranquillamente nel bar e con lo sguardo cercai di trovare Benjamin ma era pieno e non lo vedevo.
Ad un tratto mi bloccai non appena il mio sguardo incrociò quello di Andres, che mi fissava sorpreso e confuso da quando ero entrata. Era seduto insieme a Marco, dopo un mese che non lo vedevo era come se mi fossi risvegliata dal coma e mi mancava l'aria. L'ho sempre detto che quell'uomo è il mio ossigeno e rivedendolo mi si ribaltò lo stomaco, non in senso negativo, le famose farfalle nello stomaco si risvegliarono ed era una sensazione apparentemente brutta. Dove era stato tutto questo tempo? Cosa pensava di me? Mi pensava? Mi amava ancora o erano solo parole le sue? Cosa sarebbe stato di noi?
Avrei voluto fargli tante di quelle domande che non sarebbe bastato un solo giorno ma non potevo andare lì davanti a lui e dimostrarmi disponibile dopo un mese che non si faceva vivo. Era il giusto momento per usare il mio orgoglio, volevo fargli capire che non ero scontata come credeva e che non avrei avuto una pazienza infinita. Non nego che il mio obbiettivo era anche farlo ingelosire.
Finalmente vidi Benjamin che era seduto proprio al tavolo dietro ad Andres, lo raggiunsi, lo salutai con due baci e poi mi sedetti accanto a lui rivolta verso Andres che nel frattempo osservava qualsiasi movimento facessi, squadrò dalla testa ai piedi anche Benjamin e la gelosia lo stava divorando.

ANDRES POV'S
"Chi cazzo è quello Marco?" Chiese sottovoce arrabbiato all'amico. Marco lo guardò preoccupato, era evidente che stesse per esplodere.
"Quello che ha registrato con lei Vis a Vis." Rispose subito Marco per paura che la situazione peggiorasse.
"Vedo che non ci ha messo molto a sostituirmi...." Mormorò Andres, Marco però non accettò quelle parole.
"È un mese che non t'interessi più di lei e di tuo figlio, quindi non lamentarti." Disse di soppiatto, alzò un po' il tono di voce quindi riuscì a sentire qualcosa. Quelle parole spiazzarono Andres che restò in silenzio continuandomi a guardare. Era la verità e lui lo sapeva.
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Mentre ero seduta al tavolo con Benjamin ordinai un succo di frutta e iniziammo a chiacchierare del più e del meno. Sentivo in continuazione due occhi puntati su di me ma feci finta di niente e riuscì anche ad ignorarlo, la mia indifferenza ero sicura che gli stesse dando molto fastidio ed io stavo riuscendo nel mio obbiettivo. Ad un tratto però Benjamin aprii un discorso che speravo non aprisse mai.
"Il padre?" Mi chiese mentre sorseggiava la sua birra. Feci dei colpi di tosse perché mi prese alla sprovvista e non sapevo che rispondere.
"È uno stronzo." Affermai nervosa, decisi di rivolgere uno sguardo ad Andres e mi toccai la pancia.
"Dov'è adesso? Se ne è andato?" Continuava a fare domande e stranamente avevo voglia di rispondergli.
"Adesso è più vicino di quanto io creda, ma è un uomo talmente senza palle che non verrà mai da me, anche se mi ama da matti. È il più testardo di tutti e un orgoglioso del cazzo che non è capace di affrontare i problemi che la vita gli pone davanti..." risposi a Benjamin tranquillamente che nel frattempo mi guardava stranito ma anche imbambolato.
Sapevo che Andres mi avesse sentita e quelle parole gli stavano facendo male, ma non m'importava.
"Se fossi io al posto suo e fossi qui vicino a te verrei e non ti lascerei andare." Affermò Benjamin sorridendo ma anche con tono serio, si vedeva volesse qualcosa di più dell'amicizia. Mi faceva piacere che avesse superato la rabbia nei miei confronti e ricambiai le sue parole con un sorriso. Mi trovavo veramente bene con lui e riusciva a darmi la serenità di cui avevo bisogno.
Andres probabilmente sentì quelle parole e la gelosia ormai era diventata parte integrante di lui ma nonostante questo non faceva niente.
La sua indifferenza davanti a certe cose m'innervosiva e non riuscivo a capirle. "Cazzo hai davanti una persona che potrebbe portarti via la donna che ami e tu stai lì a non fare niente?" Pensai tra me e me. Stanca di questi suoi comportamenti anche davanti ad una situazione del genere iniziai a sfogarmi con Benjamin, parlando un po' più ad alta voce cosicché potesse sentirmi. Lui con me non parlava quindi in qualche modo dovevo fargli sapere cosa pensavo e quello che provavo in quel periodo senza di lui.
"Il problema sai qual è? Io sono convinta che ritornerà, perché per quanto potrà essere orgoglioso a me e a suo figlio ci tiene eccome. Il problema è che sarà troppo tardi ed io non starò più li..." gli dissi con il cuore in gola, facevano male a lui quelle parole ma facevano male anche a me, le pensavo veramente e per quanto fosse dura accettarlo era la verità.
Restammo un po' in silenzio, Benjamin continuava a bere pensando alle mie parole, non aveva idea che l'uomo di cui parlavo era proprio davanti a noi infatti lo ignorava completamente. Io e Andres ci guardavamo fissi negli occhi, per la prima volta era lui ad essere in difficoltà sotto il mio sguardo, aveva gli occhi lucidi, oltre alla gelosia, alla delusione e l'amore c'era la rabbia che lo stava corrodendo. La rabbia per se stesso e per il loro in cui stava mandando tutto a puttane.
Dopo un po' Benjamin ruppe il silenzio.
"Tu lo ami ancora?" Mi chiese, voleva sapere se ci fosse spazio per lui nel mio cuore.
"Fino a qualche giorno fa ero convinta di amarlo, però non lo vedo reagire quando toccano la donna che ama e quindi credo di non potere amare un uomo che non difende le persone a cui tiene." Dissi delusa e amareggiata. Dovevo farlo svegliare in qualche modo e quello era l'unico modo. Purtroppo in quelle parole c'era anche un fondo di verità. Benjamin mi comprese benissimo e fece un gesto che mi fece piacere ma non volevo che fraintendesse le cose. Mi toccò la pancia e mi fece delle carezze.
"Per te e per tuo figlio io ci sarò." Disse cercando di tranquillizzarmi. Quel gesto fece infuriare Andres, era giunto al limite e si alzò violentemente sbattendo i pugni sul tavolo e facendo cadere la sedia a terra. Voltò le spalle e andò via lasciando Marco seduto da solo, dopo lo raggiunse anche lui.
Finalmente aveva avuto una reazione, alla vista di un altro uomo che toccava la mia pancia e che poteva essere un ipotetico sostituto del vero padre, cioè lui, non ragionò più.
Io non volevo però un altro padre per mio figlio  che non fosse quello naturale, né tantomeno un uomo al mio fianco che sostituisse Andres.
Decisi di lasciar perdere e non rincorrerlo, non gli avrei dato questa soddisfazione. Benjamin quando vide quell'uomo che non conosceva alterarsi così restò sbalordito e dopo si mise a ridere.
"Certo che la gente è veramente strana" esclamò guardandomi, io sorrisi perché non sapeva che quell'uomo era l'uomo di cui stavo parlando da due ore.

IL SILENZIO DI UNA ROSSA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora