10.

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Tornai a casa alle 3 a causa del traffico. Avevo ancora un leggero mal di stomaco e mi era anche passata la fame, quindi non pranzai quel giorno. Ero ancora un po' scossa per la sbornia ma soprattutto per quello che mi era appena successo. Perché andava sempre tutto male?
Mi appisolai sul divano nel solito silenzio di casa mia quando squillò il cellulare. Pensavo che fosse un sogno ma era la realtà, quindi mi alzai strofinando gli occhi per la stanchezza e andai a prendere il telefono, era Antonio.
Cosa voleva ancora dopo ieri sera? Non ci eravamo detti addio per sempre? Tu non sei più niente per me ed io niente per te?
"Cos'è il rancore che ti ha fatto fare il mio numero?" Gli dissi stizzita. Non capivo cosa volesse, mi sembrava di essere stata piuttosto chiara su quello che volevo.
"Non ti preoccupare che il rancore non mi appartiene... stavo pensando a quello che ti ho detto ieri sera." Disse lui con superiorità. Poi stette un attimo in silenzio e lo lascia parlare, già ero stufa di sentire la sua voce ma ero curiosa di sapere cosa volesse.
"Non prendiamoci in giro... tu servi a me ed io servo a te sennò non andremo avanti..." aggiunse lui ridendo.
Io non avevo bisogno di lui e questo lo sapeva. Era lui che aveva bisogno di me e della mia carriera soprattutto.
"È qui che ti sbagli tesoro... sei tu che hai bisogno di me, hai talmente bisogno di me che appena ti sei accorto della cazzata che hai fatto ieri, mi hai subito chiamata per sistemare le cose..." dissi io.
Senza di me non era niente, questo lo sapeva, ma era troppo orgoglioso per ammetterlo e chiedermi scusa una volta per tutte.
"Certo io ho bisogno di te, ma tu hai bisogno che io non dica quello che so è l'unico modo per evitare ciò e continuare ad essere una mia cliente... in questo modo guadagnano entrambi" cercò di contrattare come al solito.
In realtà aveva ragione in questo modo guadagnavamo entrambi ma io volevo vivere la mia vita come volevo senza la paura di sbagliare, senza la paura che lui sclerasse.
"Hai ragione conviene entrambi questa cosa... ma io voglio vivere la mia vita normalmente, voglio divertirmi, voglio avere tanti amici e relazioni. Se voglio scopare con qualcuno lo farò senza che tu mi dica niente. Il ti do il lavoro, ti menzionerò ogni volta davanti alla telecamere e tu non dirai niente del mio passato." Misi subito in chiaro le cose e speravo che accettasse senza fare obiezioni.
"Diciamo che va bene... solo che ti chiedo il favore di non farti vedere dalle telecamere con un ragazzo diverso ogni giorno, non voglio che il mio nome sia associato alle tue avventure di una notte" disse lui ridendo e cercando di sdrammatizzare una cosa che pensava veramente. Mi stava dicendo non esplicitamente che ero una puttana che aveva avventure di una sola notte. Feci un sospiro per cercare di non alterarmi e poi gli risposi.
"Ok allora siamo d'accordo" dissi sicura. Avevo accettato perché ormai ero convinta che con Andres non sarebbe successo nulla, se avessi avuto anche una minima speranza non avrei accettato la proposta di Antonio perché sapevo che non lo avrebbe accettato. Lui non voleva che mi legassi tanto ad un uomo, preferiva che andassi a letto con tre persone diverse in una settimana ma non poteva sopportare vedermi provare sentimenti per qualcuno. Sperando che rispettasse il nostro patto chiusi la chiamata. Ero un po' sollevata. Adesso dovevo riprendermi la mia vita è ricominciare da zero, sembrava facile ma era estremamente difficile e me ne accorsi la sera nel locale insieme ad Alba.
Alle 8 mi passò a prendere e andammo verso questo locale. Era in una via non molto conosciuta di Madrid ma era molto carino. Pieno di luci e a stile hippie come piaceva a me.
Prendemmo un tavolo per due e ordinammo prima un antipasto e poi in taller di carne, stavo morendo di fame perché non avevo pranzato, lei prese una birra mentre io preferii evitare dopo la sbornia della sera prima.
Iniziai a raccontarle quello che era successo al festival, cosa era successo con Andres la sera e la mattina e poi le raccontai anche la chiamata con Antonio. Nel frattempo erano arrivati gli antipasti.
"Ma Najwa finalmente lo avevi allontanato e adesso lavorate di nuovo insieme? Ti distrugge e lo sai bene..." disse lei sorpresa per la mia scelta e soprattutto preoccupata perché ancora una volta avevo a che fare con lui.
"Questa volta ho messo le cose in chiaro. Mi lascerà vivere la mia vita in cambio del lavoro, ovviamente mi ha detto di non farmi vedere dalle telecamere con uomini diversi ogni settimana..." specificai io. Poi continuai.
"Non m'interessa quello che pensa, quindi non mi farò vedere dalle telecamere e non succederà niente" conclusi.
"E con Andres cosa farai? Non ci riproverai? Lascerai perdere?" Mi chiese Alba dispiaciuta. In fondo ci aveva creduto anche lei.
"Cosa devo fare? Non mi permetterei mai di provarci con uno impegnato, resterà solo un bel ricordo, io devo andare avant..." non feci in tempo a finire la frase che lo vidi entrare con la sua compagna nel locale. Alba mi guardò stranita perché avevo finito di parlare di colpo.
"Cazzo è entrato qui dentro... come faccio ad andare avanti se me lo ritrovo ovunque..." dissi agitandomi. Non sapevo cosa fare e speravo non mi vedesse, ma si sedettero proprio al tavolo di fronte al nostro e lui era rivolto verso di me. Era inevitabile che mi vedesse infatti mi guardò per pochi secondi ma poi distolse lo sguardo. Io non lo guardai, non volevo, faceva troppo male vederlo con un'altra. Alba mi tranquillizzò.
Passai il resto della serata ad evitare i suoi occhi che mi squadravano ogni due secondi, cercai di distrarmi scherzando e ridendo con Alba. Però ad un certo punto non ce la facevo più,volevo andarmene.
"Andiamo a pagare? Sono abbastanza stanca..." dissi ad Alba che annuì e mi accompagnò alla cassa. Non vedevo più Andres quindi doveva essere andato via. La mia amica insistette per pagare tutto lei e nonostante non fossi d'accordo mi offrii lei la cena. La ringrazia con un lungo bacio sulla guancia e nel mentre pagava andai in bagno per lavarmi le mani.
Era un bagno abbastanza grande, nell'antibagno c'erano i lavandini con gli specchi e poi c'erano 3 wc per gli uomini e 3 per le donne. Quando entrai rimasi bloccata per pochi secondi sulla porta quando vidi Andres lavarsi le mani davanti a me.
Pensavo fosse andato via e invece no, aveva sicuramente pagato e prima di andarsene si era fermato in bagno come me.
Feci finta di nulla anche se avevo il cuore in gola con i battiti accelerati. Mi lavai le mani senza dirgli niente e senza guardarlo come se non lo conoscessi.
"Ciao anche a te eh...non mi riconosci più? Spezzò il ghiaccio lui.
"Buonasera..." risposi fredda e distaccata. Non mi andava di provarci con uno impegnato.
"Cosa è successo stamattina quando sei andata via da casa mia?" Mi domandò avvicinandosi a me e incrociando le braccia mentre aspettava una mia risposta.
"Niente... sono venuta a casa tua per ringraziarti per le attenzioni che mi hai dato ma non avevo idea che tu avessi una compagna." Dissi io leggermente stizzita, mentre mi asciugavo le mani. Lo guardai negli occhi aspettando che mi rispondesse.
"Compagna? Chi Linda? Ma scherzi? È la mia migliore amica, ci conosciamo dagli anni del Liceo.." si giustificò lui. In quel momento mi sentii una stupida ma restai seria e incrocia le braccia.
"Io non cammino nuda per casa quando c'è il mio migliore amico, quindi se permetti qualche domanda me la faccio" replicai volendo avere la ragione.
"Sei gelosa per caso?" Sussurrò vicino al mio orecchio facendomi venire una scarica di brividi. Non gli risposi facendogli capire che un po' lo ero. Girai la testa di lato ma di colpo mi voltai verso di lui e le nostre bocche si sfiorarono di nuovo e questa volta ero cosciente da capire quello che stava succedendo. Avevo un'immensa voglia di baciarlo, volevo toccare la sua bocca e sentirlo più vicino a me. I nostri sospiri si fecero più intensi, i nostri battiti aumentavano e i nostri occhi ci dicevano solo una cosa. Bacialo/a. Mi prese per i fianchi e senza staccare i suoi occhi dai miei mi portò contro il muro, gli afferrai il collo e le nostre bocche si toccarono. Le nostre lingue s'incrociarono e fu un bacio passionale, che durò per alcuni minuti. Non avrei mai pensato che il nostro primo bacio sarebbe stato in bagno. Romantico vero? Nel momento in cui ci baciammo non m'interessava più niente, era l'unica cosa che volevo e che desideravo di più. Sentivo dei brividi percorrermi tutto il corpo.
Mentre mi lasciava dei leggeri baci sul collo sorrisi. "Lo sapevo che qualcosa di me ti importava" disse lui sorridendo e baciandomi il collo.
"Maledetto alcool..." riferendomi alla sera prima.
Volevo che quei baci continuassero all'infinito ma si fermò mi guardò e mi lasciò un ultimo bacio a stampo.
"Domani passo a prenderti alle 11" mi fece l'occhiolino e se ne andò.
Non riuscivo a realizzare quello che era successo e sentivo dentro di me un'euforia insolita. Dovevo andare avanti con la mia vita ma sapevo non sarebbe stato facile.
Adesso c'era lui.

IL SILENZIO DI UNA ROSSA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora