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La solitudine è una spirale. Chi sente di essere isolato e fuori dal giro delle relazioni sociali, inizia a sviluppare una serie di comportamenti negativi che hanno lo scopo di scansare gli altri, solo per evitare di essere rifiutati. La paura di essere rifiutati è la paura più grande che si possa avere, ti preclude dalle relazioni, ti esclude dal mondo esterno e dalla vita. La paura di essere rifiutati è la nemica più grande che un uomo ha, ti fa credere che scansare gli altri sia una cosa giusta ma in realtà ti fotte. A quel punto rimani solo e diventi invisibile. Invisibile come una piccola stella in una galassia piena di costellazioni. Ti sentì inutile, alzi delle barriere che nemmeno tu riesci più ad abbattere e il problema inizi a diventare tu non sono più gli altri che ti rifiutano. Ti chiudi nella tua mente e nei tuoi pensieri e ti chiedi che senso ha questa fottuta vita.
Ero sola in quella casa, il silenzio mi stava facendo venire il mal di testa, stava diventando più assordante del caos. Sul mio divano come tutti i pomeriggi stavo cercando un senso alla mia condizione, a quella situazione e alla mia intera vita. Senza accorgermene ho alzato dei muri che mi hanno resa estranea a tutto e a tutti, avevo bisogno di qualcuno che mi travolgesse e che buttasse quei muri a terra con decisione. Avevo paura. Ho sempre avuto tanta paura. Nella mia vita mi sono ritrovata ad aver a che fare con persone che quei muri hanno contribuito solo ad alzarli, adesso la mia unica paura è di trovarne ancora persone così.
Siamo di nuovo punto e a capo, questa situazione un senso non ce l'ha... chi mai nella vita avrebbe accettato di vivere alle dipendenze di un coglione che dice di essere il manager e ti ricatta per non perdere il suo lavoro? Nessuno lo avrebbe mai fatto, solo le stupide come me...
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Questi pensieri gironzolavano nella mia mente ogni giorno, quel pomeriggio mi addormentai ma ero arrivata ad una conclusione dopo la mia seduta psicologica personale.
Ero stanca di stare alle dipendenze di qualcun altro, avrei preso decisioni da sola. Avevo deciso di far vedere il mio vero carattere, sarei ritornata la Najwa determinata, schietta, spiritosa, ironica e autoironica di anni prima. In poche parole sarei ritornata ad essere una donna con le palle come ero. Avrei trovato un modo per liberarmi di Antonio e riprendermi la mia vita una volta per tutte.
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Era venerdì sera, un giorno prima del Goya, Alba mi aveva invitata a casa sua insieme a Maggie per mangiare qualcosa insieme. Andai in bagno per lavarmi. Aprii il getto d'acqua della doccia e feci scorrere l'acqua sul mio corpo rilassandomi. Mi liberava da tutte le energie negative, avevo la sensazione di aver dimenticato di fare qualcosa ma non mi veniva in mente cosa.
Chiusi l'acqua e misi l'accappatoio, rimasi davanti all'armadio mezz'ora perché non sapevo cosa mettere.
Alla fine optai per un paio di jeans e un maglione largo, non troppo elegante ma neanche troppo semplice.
Ero come al solito in ritardo quindi presi velocemente cappotto, borsa e andai subito in macchina. Appena inizia a guidare verso casa di Alba mi ricordai che dovevo far mettere in lista Andres e il suo amico.
"Cazzo..." dissi mettendomi le mani vicino alla bocca, mi ero dimenticata e non sapevo a chi chiedere, era già troppo tardi perché il giorno dopo era già sabato.
Pensai subito ad Antonio, lui poteva sicuramente aiutarmi, con qualche telefonata avrebbe subito trovato due posti. Ma avrebbe iniziato a fare troppe domande e avrebbe detto sicuramente no se avesse saputo la verità.
Non volevo che sapesse di Andres perché avrebbe rovinato tutte le cose come al solito, volevo veramente liberarmi di lui e l'unico modo per farlo era tagliarlo fuori e poi proseguire per vie legali ma a questo ancora non ci avevo pensato.

Arriva a casa di Alba ed entrai subito molto agitata e persa nel mio mondo. Infatti salutai lei e Maggie velocemente e poi mi attaccai al telefono per cercare qualche contatto in rubrica che potesse aiutarmi.
"Buonasera Najwa... mi fa piacere che tu sia qui con noi oggi. La tua compagnia è sempre delle migliori...." disse Alba prendendomi in giro, Maggie si mise a ridere e aggiunse: "shhh zitta Alba magari avrà da fare con il suo nuovo amico.." mi guardarono entrambe incuriosite e con un sorrisetto malizioso sul volto. Appena sentii quelle parole mi voltai di scatto.
"E tu come fai a saperlo scusa? Te l'ha detto lei?" Indicando Alba "lo sapevo... non ti si può dire niente" la guardai male e un po' delusa.
"Ma zitta!!! Ma secondo te ho raccontato qualcosa? Non ho mica messo un post su Instagram per annunciare a tutti il tuo nuovo amico" disse lei ridendo
"Ma no Naj... Alba non mi ha detto niente. L'ho capito dai vostri sguardi dell' altra sera in pizzeria... bella scelta complimenti!" Disse Maggie con un sorriso e dandomi una pacca sulla spalla.
Feci un respiro di sollievo e mi rilassai un attimo, mi sembrava strano che lo avesse detto a qualche infatti.
"Farò una figura di merda se non trovo qualcuno che lo metta in lista" dissi con le mani tra i capelli disperata. Odiavo non mantenere le promesse.
"Ti sei dimenticata di metterlo in lista?"mi chiese Alba.
"In realtà io non potrei invitare nessuno ma l'ho invitato perché la mia testa in quel momento mi ha detto così e adesso non so come fare" aggiunsi quasi piangendo. Era un pianto isterico, mi feci ridere da sola. Sembravo una ragazzina che stava avendo una crisi di ormoni oppure una donna che stava per entrare in menopausa.
Maggie per fortuna aveva dei contatti che potevano aiutarmi. Infatti tra questi c'era uno degli organizzatori che era un mio caro amico di cui potevo fidarmi.
Quindi lo chiamai e gli chiesi se potesse aggiungere sulla lista a mio nome Andres e Marco. Lui accettò volentieri perché era un bene che ci fosse più gente. Prima di salutarlo e chiudere gli chiesi gentilmente di non dire a nessuno di questa cosa perché non volevo che si sapesse in giro. Un po' stupito per la mia richiesta accettò e non ci fece molto caso.
Tolto finalmente questo grosso peso dalle tasche potevo godermi la serata con le mie amiche. La trascorsi ridendo e scherzando con loro e vollero sapere tutto di Andres anche se nemmeno io sapevo molto.
Sentivo che qualcosa stava cambiamo ed ero veramente felice. A volte mettersi in pace con noi stessi poteva cambiare la situazione e io lo avevo fatto. E mi sentivo almeno in parte libera.

IL SILENZIO DI UNA ROSSA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora