Alba entrò in casa sua senza chiedere niente e senza avere il consenso da Andres.
"Vuoi veramente buttare tutto nel cesso?" Sbottò Alba allargando le braccia rivolta verso di lui, non lo conosceva bene ma non le importava.
"Ma di cosa parli?" Disse lui facendo finta di niente, non avevano molta confidenza quindi giustamente non voleva sfogarsi con lei.
"Non fare finta di niente. So che avete litigato..." Spiegò lei. Non era arrabbiata con lui ma con entrambi perché non riuscivamo a dirci che ci amavano, ci facevamo prendere dalla paura e ci allontanavamo.
"Si non metterti in mezzo anche tu. Ognuno vivrà la sua vita quando finirà la storia con Antonio..." replicò lui già stufo di quel discorso.
"Non ci credi neanche tu alle parole che dici. Dimmi allora come farai a guardare un'altra così come guardavi lei." Lo mise in difficoltà, iniziò a pensarci seriamente, non sapeva darle una risposta.
"Dove vuoi arrivare Alba?" Domandò tentando di evitare la sua domanda.
"La vedrai da tutte le parti e sarà impossibile dimenticarla. Non riuscirai a baciare un'altra perché vuoi lei. Solo lei. Sai che ho ragione..." affermò lei. Si limitava a guardarla, sapeva che Alba aveva ragione ed era troppo orgoglioso per ammetterlo.
"Lei cosa farà invece? Continuerà a trattare tutti di merda solo perché si è alzata male la mattina?" Ribatté lui, cercava di trovare una scusa per non ammettere quello che sentiva.
"Cosa farà? Ti penserà ogni fottuto giorno della sua vita senza darsi pace, perché non ha mai amato nessuno come ama te e quel bambino che ha dentro la pancia." Gli raccontò tutto. Rimase spiazzato e non poteva credere alle parole della mia amica.
"E per quanto lei possa negarlo, quel bambino lo ama più di qualunque altra cosa solo per il semplice fatto che è tuo." Finalmente sapeva la verità, e la verità fa molto male. Ebbe un giramento di testa e si aggrappò al muro. Poi si sedette e si accese una sigaretta, non fumava seriamente da anni e aveva iniziato di nuovo la sera prima dopo che me ne andai da casa sua.
"È incinta..." affermò ancora perplesso per la rivelazione.
"Andres io non sarei mai venuta qua se non fosse stata incinta. Metti da parte quel cazzo di orgoglio, ha bisogno di te." Disse Alba molto seria.
"Lo so che è estremamente complicato starle accanto, ha bisogno di continue certezze e attenzioni, ma amala perché ti può dare tanto." Continuò lei con il cuore in gola.
"Si è comportata così perché è incinta?" Chiese lui pensieroso e anche preoccupato.
"Si... domani andrà ad abortire per questo non ti ha detto niente." Rivelò anche quel dettaglio con la speranza che Andres avrebbe fatto così.
"Cosa!? È impazzita per caso? Perché vuole abortire cazzo..." domandò lui quasi piangendo, si era accesa una luce nei suoi occhi.
"Non ha mai voluto essere madre. Ma ho visto i suoi occhi e quel bambino è l'unica cosa che vuole." Rispose lei cercando di essere più chiara possibile.
Andres rimase sconvolto da quello che gli aveva detto Alba e si trovò nel pallone più totale. Non avrebbe permesso neanche lui che facessi un altro errore, anche se non saremmo stati insieme quella piccola creatura non aveva nessuna colpa e non meritava di morire. Sarebbe cresciuto con un padre e una madre presenti anche se non sotto lo stesso tetto.
Era ormai molto tardi e Alba andò via per tornare a casa, così Andres l'accompagnò alla porta. Uscì da casa sua e si fermò sull'entrata.
"Vai lì e non farle fare una cazzata." Disse lei con fermezza come se fosse un ordine. Andres la guardò e accennò un sorriso per ringraziarla. Se non fosse stato per lei probabilmente lui non avrebbe mai saputo niente. Quella notte passò molto lentamente per Andres ma anche per me. Lui pensava a cosa dirmi il giorno dopo e a tutta la nostra storia. Io pensavo a tutte le conseguenze dopo l'aborto, come mi sarei sentita e se ne sarebbe valsa la pena. Entrambi eravamo persi nei nostri pensieri, ci amavamo e ci odiavamo allo stesso tempo. Riuscivamo ad esternare il peggio di noi ma soprattutto il meglio. Avevo bisogno l'uno dell'altra, io ero come una pistola e lui era il proiettile, io non funzionavo senza di lui e lui non funzionava senza di me.
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Arrivò la mattina e mi preparai per andare al mio appuntamento. Ero in ansia e ancora non ero molto convinta di quello che stavo per fare ma trovai la forza e mi misi in macchina.
Giunsi al luogo molto in fretta non era tanto distante da casa mia. Compilai diverse carte e poi la segretaria mi disse di aspettare in sala d'attesa il mio turno, c'erano parecchie persone prima di me e non mi aspettavo che ci fossero così tante donne che non volessero un bambino, mi sentì meno sola e più compresa.
Cercavo di distrarmi guardando il cellulare sui social, non smettevo di muovere la gamba per l'ansia. Pensavo ad Andres e a quanto mi avrebbe odiata se avesse saputo quello che stavo per fare, non ero a conoscenza ovviamente che lui sapesse già tutto.
Entrò nella sala la ragazza che c'era prima di me e quindi mi alzai in piedi per aspettare il mio turno, andavo avanti e indietro per il corridoio ed ero agitata.
Ad un tratto qualcuno mi prese per il braccio e mi fece voltare. Non mi aspettavo di trovarmi davanti ad Andres in quel momento e da lì compresi tutto.
"Non lo fare. È un errore." Mi disse lui tenendomi il viso con le mani, mi parlava con serietà e con voce strozzata.
"È un errore tenerlo. Immagino che te l'abbia detto Alba..." risposi discostandomi dalla sua presa.
"Menomale che me lo ha detto lei. Cosa avresti fatto? Mi avresti tenuto tutto nascosto?" Mi domandò cercando di non arrabbiarsi, avrebbe solo peggiorato le cose se solo mi avesse urlato contro.
"Come avresti reagito? Cosa sarebbe cambiato tra noi? Continuiamo ad allontanarci giorno dopo giorno ed io un bambino da sola non lo cresco." Dissi decisa. Mi guardò perplesso perché non si aspettava che pensassi questo.
"Non sei sola. Non lo sei mai stata. Credi davvero che il nostro allontanamento sia definitivo? Cazzo Najwa non riesco a stare lontano da te neanche un minuto." Mormorò lui stringendo i pugni, stava per piangere, stranamente io riuscì a trattenermi.
"In questi giorni stavo letteralmente morendo dentro e se solo avessi saputo di nostro figlio sarei venuto a casa tua anche alle 3 notte e ti avrei stretta talmente forte da non farti respirare." Mi rivelò lui con le lacrime agli occhi, si avvicinò sempre di più a me, ma non mi fece parlare.
"Non ti lascerò mai da sola, che non ti venga mai in mente questa cosa. Quando l'ho saputo ieri non ho fatto altro che pensarci. Anche se quello che hai in pancia ancora non è niente, per me e lo sai che è così anche per te, è la cosa più importante che abbiamo." Mi disse lui sempre più vicino alle mie labbra, mi fece rabbrividire con quel discorso, non era molto lontano dal farmi cambiare idea, il bambino lo avrei tenuto ma mi fermava il fatto che ci eravamo separati da giorni.
"Ho bisogno di persone costanti che abbiano la pazienza di sopportare i miei sbalzi d'umore. Ti ripeto quando sono gentile sanno amarmi tutti..." affermai io asciugandomi le lacrime. Fece per parlare ma la voce della segretaria ci interruppe.
"Najwa è il tuo turno." Disse con un tono di voce alta la donna. Mi voltai per guardarla e poi mi girai verso Andres.
"Non entrare..." mi pregò lui con una serietà e con una disperazione che non aveva mai avuto.
"Dammi tre motivi per non farlo e vengo con te a casa." Parlavo con voce strozzata e il cuore in gola. Gli diedi una possibilità ma in realtà volevo solo che mi desse la forza per andare avanti e la conferma che ci sarebbe stato sempre a prescindere da tutto.
"Il bambino non ha nessuno colpa. Tu lo vuoi più di qualsiasi altra cosa così come me e poi..." elencò i motivi velocemente, dovevo decidere in fretta.
"Ne manca uno ancora..." specificai, l'agitazione continuava.
"E poi non lo fare perché TI AMO perché semplicemente sei tu, con tutti i tuoi i tuoi pregi e soprattuto i tuoi difetti. E non m'importa quante volte griderai che mi odi, io starò lì." Concluse lui sorridendo. Lo guardai commossa ed entrai nello studio del medico, lasciandolo davanti alla porta da solo.
Non entrai per abortire ma per annullare tutto. Al suo "ti amo" mi ero letteralmente sciolta, era quello che aspettavo. CERTEZZE. Toccava a me adesso dirgli quello che provavo ma quando uscii dalla sala non ebbi il coraggio, ero troppo emozionata, avrei avuto un figlio con Andres e se me lo avessero detto anni prima non ci avrei creduto. Quando mi vide mi sorrise e io ricambiai quel sorriso, mi prese la mano e insieme andammo verso la macchina.
Guidò lui fino a casa mia e parlammo poco semplicemente perché i nostri sguardi che si incrociarono più volte dicevano quello che le bocche non pronunciavano.
Inviai un messaggio ad Alba.
"Grazie a te sarò mamma e tu zia..."
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IL SILENZIO DI UNA ROSSA
FanfictionE se il passato non fosse poi così passato? Cosa succede se una persona da un giorno all'altro entra nella tua vita e scava in quei segreti che hai tenuto sempre nascosti? E cosa succede se ti innamori di quella persona? Fino a quanto ci si può spin...