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Andres vide nel libro la soluzione a tutti i miei problemi, finalmente avremmo potuto vivere normalmente e amarci. Sembrava più semplice in testa che nella realtà.
Nel libro c'era già scritta tutta la verità, bisognava far sapere a tutti che la protagonista ero io, Antonio non avrebbe avuto più il movente per ricattarmi e lui sarebbe finito nei guai. Avevo anche molti testimoni che mi avrebbero aiutata. Ma se la gente avesse saputo la verità del mio passato, mi avrebbero guardato con gli stessi occhi? Avrei avuto la stessa carriera e le stesse opportunità lavorative? Questo mi terrorizzava.
Mentre nel pomeriggio Andres tornava a casa mi chiamò tre volte ma non gli risposi. Mi lasciò tre messaggi in segreteria che io ascoltai.
"Najwa ho bisogno di parlarti urgentemente, richiamami appena puoi." Il primo.
"Najwa per favore è importante rispondimi" il secondo.
"Cazzo vedo che senti i miei messaggi, metti da parte l'orgoglio e rispondimi" il terzo.
Piansi quando ascoltai quei messaggi, mi mancava la sua voce ma non riuscivo a parlare con lui sapendo che non potevo averlo più vicino a me. Dopo il terzo messaggio non mi richiamò più, ormai mi conosceva. Ero troppo testarda e orgogliosa non avrei mai risposto. Quando qualcuno chiude con me difficilmente corro dietro, preferisco che lo facciano gli altri. Solo che dopo un po' le persone si stancano di rincorrermi sempre e quindi dovrei iniziare a farlo anch'io. Non riesco a dimostrare facilmente quanto tengo ad una persona, ho bisogno dei miei tempi e dei miei spazi.
Andres si riposo fino alle 20, quella sera doveva vedersi con Berta ma non aveva voglia.
Si preparò e prese la macchina, le scrisse un messaggio "Arrivo"; lei risposte che lo aspettava. Sapeva che tra me e lui c'era stato qualcosa, non era stupida, si era accorta dei nostri sguardi e qualcosa aveva capito. Ma era come infatuata di lui e non le importava se potesse provare qualcosa per me, lo voleva a tutti i costi per se.
Andarono in questo bar nel centro di Madrid e si sedettero ad un tavolo ordinando due birre.
"Ti vedo un po' silenzioso stasera, è successo qualcosa?" Chiese Berta bevendo la birra. Di solito era uno che parlava molto quella sera era piuttosto taciturno.
"No tranquilla è solo stata una giornata pesante a lavoro." Mentii. Lei continuava a parlare, a raccontagli storie ma lui annuiva soltanto e beveva la birra. Aveva solo me come unico pensiero.
"Oh guarda c'è Najwa... ehi Naj!!" Sobbalzò lei, lui spalancò gli occhi non appena sentii il mio nome. Non avevo idea che stessero li quella sera, era il mio bar preferito e ci andavo sempre con Alba e Maggie. Non lo avevo riconosciuto subito perché era girato di spalle ma quando mi avvicinai per salutare la mia amica lo vidi e il mio cuore accelerò.
"Ciao ragazzi come va?" Chiesi imbarazzata e dando un bacio a Berta. Non provai gelosia, guardando i suoi occhi mi venne solo tanta malinconia.
"Bene bene... lui è Andres un mio amico" mi presentò Andres ma io lo conoscevo più che bene.
"Si si lo conosco già..." risposi guardando prima lei e poi lui. Non volevo mettermi in quella situazione imbarazzante ma fu inevitabile. Credo che Berta lo fece apposta per farmi innervosire ma non ci riuscì.
"Va bene vi saluto ragazzi... buona serata..." dissi io allontanandomi. Per tutta la sera ci guardammo.
Ad un certo punto Berta stufa dei nostri sguardi tentò di baciare Andres per distrarlo da me. Io me ne andai quindi non vidi quella scena, nonostante io non ci fossi più lui aveva la testa tra le nuvole.
"Aspetta... aspetta... cosa fai?" Sussurrò spostandosi da lei e rifiutando il bacio.
"Come cosa faccio... voglio baciarti, tu non lo vuoi?" Disse lei avvicinandosi nuovamente e cercando un contatto fisico con lui.
"Mi sembra precoce non credi? Poi qui davanti a tutti..." Disse cercando di risolvere quella situazione.
"Precoce? Ti faccio una domanda... se ci fosse Najwa al mio posto cosa faresti? La baceresti tranquillamente davanti a tutti?" Domandò lei stufa di essere al secondo posto. Lui non rispose subito, fece intendere che con me avrebbe fatto di tutto e non gli importava della gente.
"Ma cosa c'entra adesso lei... non c'è niente tra di noi..." si giustificò Andres. Non doveva e non voleva giustificarsi con lei ma lo fece comunque.
"Credi davvero che sia stupida? Accompagnami a casa..." sbottò lei alzandosi dalla sedia e andando verso la macchina. Sbuffando Andres la seguii. Berta aveva ragione ma perché continuava a sbattere la testa su un portone chiuso?
In macchina restarono in silenzio finché non giunsero a casa di lei. Andres parcheggiò e aspettava che scendesse, ma lei era ferma sul sedile, forse si aspettava delle scuse o una dichiarazione d'amore. Andres fece un lungo sospiro con gli occhi dispersi nel vuoto.
"Non mettermi nella condizione di scegliere fra te e lei..." sussurrò lui. Pensava a me e a quanto gli avessi incasinato la vita, ma nonostante questo non mi lasciava andare.
"Perché sceglieresti una stronza acida che non ha una storia da anni e non sa cosa vuol dire amare?" Disse lei infastidita. Mi dipinse come un mostro ma non servii molto.
"Si sceglierei la stronza acida che non sa amare..." rispose lui con le lacrime agli occhi.
Berta dopo quelle parole scese dalla macchina arrabbiata sbattendo lo sportello. Andres la guardò dirigersi verso casa, sorridendo. Sorrideva perché non aveva mai trattato una donna così ma si trovò nella condizione di farlo perché aveva perso la testa per un'altra che con l'amore non ci sapeva proprio fare.
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Andai via dal bar quasi subito perché la mattina dopo dovevo lavorare ma anche perché non avevo voglia di stare nello stesso locale con lui. Ero stanca dei tentativi di Berta di farmi ingelosire. Mi vedeva chiaramente una minaccia per la loro "storia" ma a me non importava molto. Da quella situazione mi resi conto di che amica fosse e decisi infatti di prendere le distanze da lei.
Andai a dormire un po' scombussolata perché c'era sempre una parte di me che non era nel letto al mio fianco.
La mattina mi svegliai presto doveva andare a registrare, quindi mi preparai velocemente e andai verso la porta. Quando uscii di casa mi ritrovai Andres davanti. Mi spaventai.
"Cazzo mi hai fatto prendere un colpo... che ci fai qui?" Chiesi con una mano sul petto per lo spavento.
"Aspettavo che uscissi. Alle chiamate non rispondi e quindi l'unica soluzione è aspettarti fuori casa." Disse lui, cercai di parlare ma mi interruppe subito.
"So tutto adesso. Ogni minimo dettaglio. E sono ancora qui..." mi prese la testa tra le mani e mi rassicurò.
"In che senso sai tutto... cosa sai?" Domandai preoccupata.
"Di quel ragazzo che è morto e di te che sei stata in un centro di recupero per drogati..." mi spiegò. Sembrava più spaventato di me perché non sapeva cosa fare, aveva paura di sbagliare.
"Quel libro di merda..."sussurrai io con rabbia.
"Najwa ascoltami... devi fidarti di me. Quel libro ti può aiutare con Antonio, potrebbe risolvere qualsiasi tuo problema." Mi disse lui con la speranza che io accettassi.
"Anche se risolvesse i miei problemi cosa dovrebbe interessare a te?" Replicai stringendo i denti.
"Potremmo provare a stare insieme..." mi rispose con le lacrime agli occhi.
"Ma dove mai potremmo arrivare io e te? Siamo come due quindicenni gelosi l'uno dell'altra, troppo orgogliosi per chiedere scusa e per rispondere alle chiamate..." sottolineai io. Perché ero sempre così fredda in quelle situazioni? Perché facevo sempre l'opposto di quello che mi diceva il cuore? Se mi lasciassi andare di più sarebbe tutto più semplice.
Mi allontanai da lui e me ne andai in macchina mentre continuava a guardarmi.
Presi in considerazione però la sua idea, l'avrei fatto da sola al massimo...

IL SILENZIO DI UNA ROSSA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora