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Il sole che batteva sulla mia faccia riscaldandomi mi svegliò la mattina dopo verso le 10 più o meno. Andres era già andato via, mi aveva lasciato un bigliettino: "non voglio svegliarti sei così bella quando dormi, ci vediamo dopo...". Quelle piccole cose mi scaldavano il cuore e mi facevano stare bene.
Preparai un caffè mentre aspettavo Alba agitata e nervosa, speravo con tutta me stessa che fosse un sintomo della menopausa e non un bambino. Non sapevo come si facesse la mamma e non sarei stata all'altezza.
Puntuale alle 11 la mia amica arrivò a casa e andai subito ad aprire.
Ci abbracciammo calorosamente, mi era mancata troppo e la sua assenza la sentivo più di tutte.
"Con tutti i problemi che hai questo ci mancava." Sdrammatizzò lei porgendomi la scatola del test.
"Tu spera solo che sia negativo." Sospirai preoccupata. Nonostante sperassi il contrario avevo una sensazione dentro di me che qualcosa già stava crescendo e avevo paura.
Entrai in bagno a fare il test. Sentivo i passi di Alba andare e venire dal corridoio, sembrava come se dovesse fare lei il test.
Si dice che il sesto senso di una donna non sbagliava mai. Ed era vero.
Uscì dal bagno con le lacrime agli occhi e il test in mano con il risultato.
"Dimmi che non è quello che penso..." disse Alba venendomi incontro.
"Cosa cazzo faccio adesso?" Singhiozzai. Non riuscivo a reggermi in piedi, il test era positivo. Ero incinta di Andres ed ero completamente persa.
Avevo sempre pensato di abortire se un giorno mi fosse capitato di essere incinta, ma vivendo quel momento non ero più sicura di volerlo fare. Non era programmato, non volevo un figlio ma quell'essere che stava cominciando a crescere nella mia pancia era il frutto di qualcosa di bello. Avere una vera e propria famiglia con l'uomo che amo era la cosa che avevo sempre desiderato ma non ero fatta per essere madre. Per anni sono stata sotto il controllo di un'altra persona, cosa avrei insegnato a quel povero bambino che di sicuro non aveva scelto i propri genitori?
"Najwa devi dirlo ad Andres..." mi consigliò Alba. Scuotevo la testa abbassata com le mani tra i capelli.
"Nono non lo deve sapere. In questi giorni prenderò un appuntamento per abortire e finisce qui la storia. Questo bambino rovina solo le cose e io non voglio che succeda. È troppo complicato adesso non posso avere anche questa responsabilità. E poi io e Andres non stiamo insieme..." spiegai nervosa. Non smettevo di muovere la gamba per il nervoso.
"Ma come non state insieme... cazzo ti sta aiutando con tutto questo casino, dorme da te e scopate insieme... questo non è stare insieme e provare delle cose? Se non vuoi tenere il bambino lui lo capirà Najwa..." cercò di farmi ragionare ma con scarsi risultati.
"Alba se io guardo lui negli occhi e gli dico tutto la verità il bambino finirò per tenerlo e sono terrorizzata da questo." Mi sfogai. Piangevo e le lacrime mi bagnavano il riso.
"Najwa questo bambino lo vuoi sì o no?" Mi fece questa domanda secca a cui ci misi un po' di tempo per rispondere.
"Io lo amo Alba. Sono innamorata persa di lui. Avere una famiglia è sempre stato il mio sogno. Ma non sono capace di badare a me, non riesco a dire che amo qualcuno e faccio fatica ad amare me stessa. Come posso avere un bambino?"
Singhiozzai, avevo il cuore in gola e vedendomi così distrutta Alba si commosse e mi abbracciò.
"Fai quello che ti senti e credi che sia più giusto per te, io sono qui non ti giudico." Mi rassicurò lei tenendomi stretta a se. Per fortuna che avevo lei in quei momenti.
Riuscì a riprendermi un po' e ormai era quasi ora di pranzo.
"Pranzi con me? Dovrebbe arrivare anche Andres tra poco..." le chiesi. Disse di sì per fortuna.
"Come ti comporterai con lui?" Domandò mentre apparecchiava la tavola.
"Non lo so... già ieri sera non riuscivo a guardarlo, odio nascondergli le cose." Dissi pensierosa.
"Lo perderò. Rovinerò tutto come ogni volta, lo scoprirà perché capisce quando sto mentendo." Continuai. Alba mi guardò preoccupata.
"Come farai a stare con lui con questo grosso peso che hai sopra? Finirà male se non glielo dici..." insistette lei. Aveva ragione, ma ero testarda e non riuscivo a mettermi in testa che così sarebbe stato solo peggio.
"Non ha mai voluto figli, con nessuna ne tanto meno con me." Testarda replicai. Alba sbuffò perché era impossibile farmi ragionare. Ero convinta che lui non volesse figli ma non glielo avevo mai chiesto, cercavo il modo di giustificare il mio silenzio nei suoi confronti, come se avessi paura di essere giudicata da lui. Arrivavo sempre a delle conclusioni troppo affrettate e senza parlare con i diretti interessati.
Andres mi inviò un messaggio per dirmi che stava per arrivare proprio come facevano le coppie sposate, lo avvisai che c'era anche Alba con noi.
Mentre aspettavo chiamai un centro privato di aborti per prendere un appuntamento. Alba mi osservava sconvolta perché era una decisione troppo affretta e soprattutto importante.
Presi l'appuntamento per abortire sabato mattina alle 11.
"Prendi sempre decisioni troppo affrettate, non riguarda solo te questa cosa. Ma anche un bambino che non ha fatto nulla di male e un ragazzo che magari un figlio lo vuole." Sbottò Alba. Non poteva accettare che mi precludessi la possibilità di diventare madre e compagna di un uomo che amavo.
"Avevi detto che non mi avresti giudicata." Replicai io. Ma non feci in tempo a continuare che arrivò Andres.
Notò subito la tensione che riecheggiava nell'aria ma sia io che la mia amica cercammo subito di cambiare atteggiamento per non far sospettare nulla. Si salutarono e andammo a pranzare.
A tavola si alternavano momenti di silenzio e momenti in cui tutti e tre chiacchieravamo.
"Cosa ti ha detto l'avvocato?" Chiesi incuriosita.
"Mi ha detto che ti ha denunciata per diffamazione e per aver dichiarato il falso. Ovviamente ha negato tutto, ha fatto un po' la vittima perché dice che perderà tutto e cose del genere. Rischi uno o due anni di reclusione per questo." Spiegò Andres. Sobbalzai dalla sedia, non mi aspettavo quell'affermazione.
"Avete le prove e i testimoni però giusto?" Intervenne Alba guardandomi allarmata.
"Si stai tranquilla. Controbatteremo ovviamente e a quanto pare dovremmo stare davanti ad un giudice. Deciderà lui chi andrà in galera e fidati che non sarai tu." Continuò lui ma peggiorò la situazione.
Mi mancò l'aria, avevo la nausea e non avevo più voglia di mangiare. Dovevo andare in bagno a vomitare.
"Vado in bagno" dissi con difficoltà. Mi stavo sentendo male ma dissi ad Alba di lasciarmi da sola. Il bambino si faceva già sentire e già non lo sopportavo più. Quella storia doveva finire al più presto possibile.
Tornai in cucina.
"Ehi stai bene?" Mi chiese Andres prendendo il mio bacino e portandomi verso di lui. Alba ci guardava innamorata quasi.
"Si tranquillo ho un po' di mal di testa, vado a riposare un attimo." Dissi io mettendo le braccia sulle sue spalle e giocando con i suoi capelli ricci.
Alba se ne andò e mi disse che ci saremmo sentite per telefono, si riferiva ovviamente all'appuntamento che avevo sabato.
Andai a letto e dopo una mezz'oretta circa mi raggiunse anche lui che si addormentò accanto a me. C'è sempre stato per me e mi sentivo in colpa per quello che gli stavo nascondendo. Lui sicuramente mi avrebbe convinta a tenere il bambino ma io non ero pronta.
Questi pensieri sormontavano la mia mente e mi auto convincevo che fosse realmente così.
Ma sbagliavo...

IL SILENZIO DI UNA ROSSA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora