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Andres riuscì a dormire qualche ora quella notte. Alle 9 suonò la sveglia, si alzò subito e preparò una tazza di caffè per svegliarsi e riprendersi un po'. Gli arrivò una chiamata.
"Ehi Andres sono Berta come stai?" La ragazza al telefono lo chiamò per sapere dove fosse andato a finire la sera prima. Nel mezzo del ballo infatti lui fece finta di sentirsi male e andò il bagno, ma in realtà se ne andò e venne a casa mia.
"Ciao...  adesso sto meglio, scusa se sono sparito ma stavo davvero poco bene" mentii lui al telefono, di lei non gli importava niente, voleva solo far ingelosire me ma a quanto pare dall'altra parte c'era la volontà di iniziare qualcosa.
"Tranquillo lo avevo capito... ti ho chiamato anche per sapere se stasera hai qualcosa da fare" aggiunse lei ansiosa di ricevere una risposta.
"Stasera sono libero perché?" Chiese lui inconsapevolmente.
"Ti va se andiamo a bere qualcosa in centro? Stiamo da soli più tranquilli..." rispose lei. Lui non era molto convinto ma non poteva dirle di no, l'aveva lasciata sola la sera prima senza nessuna spiegazione. Se avesse rifiutato lei avrebbe sospettato qualcosa.
"Va bene d'accordo, ti passo a prendere alle 20"concluse lui. Accettò anche perché in qualche modo doveva andare avanti e distrarsi gli avrebbe fatto bene.
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Alle 10 passò Marco a prenderlo e si rese subito conto appena lo vide che non stava bene. Entrarono in macchina in silenzio.
"Questa donna ti distrugge amico" si rivolse ad Andres mettendo una mano sulla spalla, mentre mise in moto la macchina e iniziò a guidare.
"Posso capire cosa è successo?"chiese dopo Marco. Andres lo guardò scuotendo la testa e mettendosi le mani tra i capelli.
"Ho cercato di farla ingelosire con una sua amica ma sembra che non le sia piaciuto molto questo gioco" spiegò lui rendendosi sempre più conto dello sbaglio.
"Sei un coglione lasciatelo dire" rispose Marco appena sentii la storia.
"Si è vero... ma non sarebbe andata a finire bene comunque. Siamo troppo orgogliosi, testardi e senza contare chi ci impedisce di stare insieme è come se avessimo paura di amarci." Si sfogò Andres. Marco lo ascoltava.
"Di cosa hai paura precisamente?" Cercava di capire meglio perché Andres non gli aveva raccontato tutto.
"Sai qual è il pensiero che mi ha spaventato tanto? -E se lei mi facesse del male? Se un giorno mi lasciasse o morisse? Io sarei finito.  Così ho chiuso la storia prima ancora che iniziasse. E sai una cosa? È stato l'errore più grande che ho fatto." Si liberò dal grosso peso che aveva in petto. Andres aveva capito di provare qualcosa di forte e si spaventò quando si rese conto che da parte mia era lo stesso. Ero una persona estremamente complicata, la mia vita era complicata e per stare accanto a me devi essere un uomo con la U maiuscola. Evidentemente  in quel momento si è sentito piccolo rispetto a me e ha preferito lasciare perdere. Ma il destino ci riserva sempre quello che ci aspettiamo di meno.
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La presentazione iniziò, c'erano tantissime persone sedute di fronte ad un tavolo su cui c'erano tantissime copie del libro che sarebbero state firmate alla fine. C'erano anche diverse persone in piedi tra cui Andres e Marco.
Entrò Daniel nella sala e si sedette al tavolo.
"Buongiorno a tutti, vi ringrazio di essere qui oggi. Questo libro "il silenzio di una rossa" è veramente tanto importante per me perché mi sono ispirato ad una storia vera che ho potuto vedere quasi in prima persona."Disse lo scrittore. Andres ebbe la conferma che quello che stava per sentire sarebbe stata la verità.
"Parla di questa ragazza, dai capelli rossi che si chiama Anita, la cui vita sarà per sempre cambiata dopo un errore fatto da giovane. Ha il sogno di fare l'attrice e ci riesce anche, ma un giorno incontra Chris che diventa il suo manager. L'uomo però le rovina la vita e il passato che sperava rimanesse solo passato in realtà ritorna a galla ed è costretta a subire e rimanere in silenzio." Continuò Daniel guardando gli spettatori che prendevano appunti e facevano foto. Andres lo guardava interessato, le risposte che cercava le avrebbe trovate nel libro ma voleva sapere di più direttamente da Daniel.
"È un libro ricco di passione, emozioni e colpi di scena. Mi piace essere trasparente, molte cose nel romanzo sono state aggiunte alla vera storia quindi molte situazioni non corrispondono alla realtà." Specificò l'autore del libro. Successivamente alcuni giornalisti fecero diverse domande.
"I nomi utilizzati nella storia sono i nomi reali delle persone che hanno vissuto la storia?" Chiese uno dei giornalisti.
"Ovviamente ho preferito rispettare la loro privacy e ho inventato dei nuovi nomi." Rispose Daniel. Lui diceva di aver rispettato la privacy ma in realtà non aveva proprio chiesto alla diretta interessata di scrivere la sua storia nel libro.
Finirono le domande e Daniel firmò le ultime copie del libro, la sala era quasi vuota ormai, si fermò per lasciare alcune dichiarazioni ad altri giornalisti e poi si diresse verso l'uscita.
Andres lo rincorse e cercò di bloccarlo. Notò subito quando Daniel era girato di spalle il tatuaggio dietro la nuca con scritto il mio nome. L'uomo si fermò di scatto e spaventato perché non si aspettava che qualcuno lo rincorresse.
"Ciao ci conosciamo?" Disse Daniel sorpreso e confuso.
"No non ci conosciamo, ho bisogno di parlare con te del libro" spiegò Andres con tono serio. Daniel era preoccupato ma stette in silenzio e fece parlare Andres.
"So che del libro parli di Najwa..." specificò subito. Daniel preoccupato lo portò in un luogo più appartato, non voleva che qualcuno sentisse.
"Non urlare il suo nome... chi sei? Cosa sai di lei?" Sussurrò Daniel senza farsi sentire da nessuno.
"Ci siamo frequentati per poco, non è ancora chiusa la nostra storia ma per il momento diciamo che siamo in una specie di pausa..." spiegò Andres, Daniel lo guardava confuso.
"Come fai a sapere che il libro parla di lei?" Domandò Daniel ansioso della risposta.
"Mi ha detto tutto, so tutto di te, di Antonio ma l'unica cosa che non mi ha detto è stato quell'errore che ha fatto." Rispose. Si fermò un attimo per riprendere fiato.
"Non so se nel libro ne parli ma devo sapere tutto, ogni minimo dettaglio. Devo aiutarla il prima possibile..." disse Andres quasi supplicandolo.
"Nel libro ne parlo, ma alcuni dettegli sono stati omessi, non potevo inserirli." Rispose Daniel facendosi ancora più serio.
"Sei sicuro di voler sapere? Chiese dopo un po'. Andres annuì senza pensarci.
"Allora penso che tu sappia che tipo di ragazza era in passato. Una delle tante serate in discoteca a cui partecipò non finì proprio bene. Era ubriaca fradicia e si mise anche in mezzo ad una rissa che non la riguardava. Quella notte andò in hotel con tre ragazzi che aveva conosciuto nel locale...." Daniel si fermò e si mise le mani tra i capelli.
"Dio solo sa cosa volevano farle quella notte in hotel. Quei ragazzi portarono della coca, Najwa non ne aveva mai fatto uso prima d'ora. Non era in se e quindi faceva quello che le dicevano di fare. Successe però che uno dei tre ragazzi appena assunse la coca si sentì male, ebbe come una reazione allergica." Raccontò l'uomo sconvolto da quella storia.
"Najwa si rese subito conto della situazione nonostante non fosse in se, cercò di chiamare l'ambulanza ma gli altri due glielo impedirono perché avrebbero avvisato la polizia, tutti e tre scapparono lasciando il ragazzo morente sul letto. I due ragazzi scapparono a gambe levate mentre lei chiamò i soccorsi e si nascose aspettando che arrivassero. Aspettava in un vicolo e sperava che i soccorritori recuperassero il ragazzo ancora vivo, ma lo vide andare via in un sacco." Concluse Daniel. Andres era sconvolto, non avrebbe immaginato che la situazione fosse così grave.
"Come ha fatto ad arrivare ad Antonio questa cosa scusami?" Chiese perplesso
"Dopo quella sera fecero delle indagini e non passarono molti giorni prima che venissero scoperti. I due ragazzi furono portati in carcere perché possedevano droga, perché sono scappati invece di aiutare l'amico che poi è morto e poi perché hanno abusato di lei.
Najwa fu portata in un centro di recupero perché la fecero passare per una drogata e un alcolizzata, videro anche i video della rissa in discoteca e questo non andò a suo favore, gli avvocati riuscirono a non farla passare come complice dell'omicidio ma fu comunque difficile per lei."
Spiegò l'uomo profondamente dispiaciuto per quello che mi era successo e che ancora lo toccava particolarmente. Andres era amareggiato, senza parole e sempre più preoccupato per me perché non sapeva proprio come aiutarmi.
"Quando uscì dal centro era persa nel vuoto. Face un provino per un mio film e la presi. Vidi una luce che si accese nei suoi occhi, quel lavoro l'avrebbe aiutata e infatti riuscì ad uscire da quel periodo buio. Ci innamorammo su quel set, ci amavano veramente tanto, stavamo per sposarci. Un giorno però arrivò Antonio e lei si allontanò, era come attratta da lui, non so cosa ci vedesse ma lo riuscivo a percepire. Infatti la nostra storia finì, fu doloroso anche per lei soprattutto quando si rese conto che Antonio non era quello che pensava..." finì di raccontare e restò in silenzio. Il suo dolore si riusciva ancora a sentire. Il resto della storia Andres lo sapeva, adesso il problema era cosa fare.
"Ma perché hai scritto il libro? Sono anni che non parlate..." Andres voleva togliersi qualsiasi dubbio.
"Perché dovevo togliermi questo peso che avevo sopra, so quello che sta vivendo con Antonio e vorrei che in qualche modo il libro potesse aiutarla." Si bloccò per riflettere. "Infatti nel libro l'argomento principale non è il suo passato, ma il presente che sta vivendo. Bisogna far sapere che c'è quest'uomo che la ricatta da anni" concluse Daniel.
Aveva ragione, bisognava farlo sapere a tutti e forse sarebbe stata la fine di tutta la sua sofferenza. Andres ebbe un'idea ma non era molto convinto che sarei stata d'accordo soprattutto per la situazione che si era creata tra di noi. Ancora una volta eravamo legati da qualcosa che sembrava fragile ma in realtà era indistruttibile. Lui non si arrendeva e la sua determinazione mi dava la forza per andare avanti.

IL SILENZIO DI UNA ROSSA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora