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Seonghwa passò una mano fra i suoi capelli corvini mentre aspettava che la macchina si fermasse.

Dopo una vittoriosa razzia da una città vicina, non voleva altro che ritornare nella sua stanza e rilassarsi, ma prima doveva aggiornarsi con suo padre.

La sua squadra scaricò i loro premi e si presero del tempo per congratularsi l'un l'altro. Una piccola tradizione che avevano iniziato, passandosi bottiglie di soju per scaricare la tensione rimasta.

Nonostante il Wolf Pack dominasse sulla città e le aree circostanti, continuavano ad esserci coloro che provavano ad opporsi a loro, quindi dovevano essere sempre sull'attenti.

Seonghwa sollevò il suo bicchiere e brindò con gli altri prima di bere la bevanda calda. Fece un verso di gusto e porse il suo bicchiere all'uomo accanto a lui, poi si girò e si diresse all'interno della grande dimora.

Loro potevano prendersi tempo per festeggiare, ma lui aveva altre cose che voleva, e doveva, fare.

Il primo posto dove andò fu l'ufficio di suo padre. La stanza era progettata per essere un posto per suo padre dove andare e rilassarsi, insieme ad altre cose. Era stato usato del legno scuro di quercia per costruire le librerie allineate ai muri e la solida scrivania alla fine della stanza. Qualche divanetto era al centro e una grande sedie lussuriosa da ufficio era dietro la scrivania.

Suo padre, Mercer, era seduto sulla sua sedia guardando un blocco di fogli. Non appena sentì la porta chiudersi, sollevò il capo e fece a Seonghwa un sorriso luminoso. "Figlio! Come sono andate le cose?"
"Bene, padre. Direi che è stata una delle nostre missione meglio riuscite." Seonghwa afferrò una sedia e prese posto dall'altro lato della scrivania.

Mentre si sistemava, una delle librerie nell'angolo della stanza si aprì e l'ombra di suo padre entrò.
Seonghwa rastrellò gli occhi sul corpo dell'altro, ma si sforzò di contenersi davanti a suo padre, nonostante una risatina di consapevolezza provenne dall'uomo.

"San." Mercer lo salutò, girando di poco la sua sedia. Il movimento fu accompagnato dal lieve ticchettio del metallo. "Va tutto bene?"
"Si. Le scansioni sono risultate normali." il ragazzo si inchinò. "Grazie per aver organizzato con quella dottoressa." quando si raddrizzò, assottigliò gli occhi e presero lo sguardo di un assassino a sangue freddo.
"Non è stato un problema. Mi prendo cura dei miei uomini e voglio assicurarmi che tu sia in salute." Mercer gli fece un sorriso gentile. "Fammi sapere se i mal di testa tornano, ok?"
"Lo farò. Grazie, signore."
Mercer annuì in approvazione, poi si voltò di nuovo verso Seonghwa. "Riposati un po', ragazzo mio. Ti sei guadagnato un paio di giorni liberi." si alzò e fece il giro della scrivania per prendere gentilmente il mento di Seonghwa. "Sono orgoglioso di te."

Seonghwa sentì il petto gonfiarsi in fierezza alla lode di suo padre. Era una delle poche cose che importavano per lui. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per suo padre e, il fatto che avevano costruito quell'impero insieme, li avvicinava soltanto. Seonghwa conosceva tutti i segreti di suo padre e i suoi piani per continuare a costruire il loro potere.

Niente poteva fermarli.

Con un'ultima occhiata, Mercer si voltò e tornò alla sua scrivania.

Poi schioccò le dita due volte.

Né San o Seonghwa reagirono quando un ragazzo dai capelli biondi si alzò da sotto il bancone. Aveva addosso solo un paio di pantaloncini neri stretti sulla pelle e un collare nero che aveva una catena attaccata ad esso, collegata alla scrivania.

Seonghwa gli lanciò uno sguardo dall'angolo dell'occhio. Il ragazzo, Wooyoung, era stato il giocattolino personale di suo padre da anni ormai. Era sempre nella stanza e veniva rinchiuso se suo padre doveva andarsene. Non parlava mai, non guardava mai nessuno e non disobbediva mai ad un ordine.

Ci fu un momento, quando suo padre aprì la porta segreta di nuovo, che Wooyoung inclinò la testa solo leggermente. Seonghwa pensò che forse aveva guardato nella sua direzione, ma era troppo difficile da dire da dove era seduto.

La coppia sparì oltre la porta senza un'altra parola.

Non appena si chiuse, San attraversò la stanza e si sedette sulle gambe di Seonghwa. Il maggiore avvolse le braccia attorno la vita di San e si adagiò sulla sedia. "Ciao." San sussurrò. I suoi lineamenti si addolcirono quando iniziò a giocare con i capelli sul retro del collo di Seonghwa.
Il maggiore sospirò e fece scorrere una mano sulla schiena e sulla gamba di San. "Ciao. Come ti senti?"
"Meglio ora che sei qui." un piccolo sorriso si formò sul viso del minore. "E tu hai qualche giorno libero."
Seonghwa sentì il suo cuore fare le capriole a cosa San stava implicando. Portò su una mano, lasciando che le sue dita tracciassero il braccio e la spalla di San. "Prima di continuare, ho qualcosa per te."

San inclinò il capo dilato. Il maggiore si alzò, sollevandolo con un braccio, così da poter attentamente posarlo sulla scrivania. Poi raggiunse la sua tasca e tirò fuori la collana di rubino che aveva preso prima quella sera.

Sorrise quando la bocca di San si aprì di poco e i suoi occhi si incollarono alla gemma. "Solo un piccolo premio dalla nottata. Ho pensato che sarebbe stata perfetta su di te." Seonghwa sussurrò mentre si piegava in avanti e raggiunse il suo collo per chiudere le due estremità della catena. Poté sentire il minore avere un brivido quando le sue dita sfiorarono la sua pelle. "Bellissima."

Il secondo dopo, San era proteso in avanti e fece unire le loro labbra. Avvolse le gambe attorno i fianchi di Seonghwa per portarlo più vicino.
Il movimento fece gemere Seonghwa e sollevò San dalla scrivania, tenendolo dal sedere e lo strinse mentre faceva girare entrambi per bloccare San su uno dei divani.

Dopo una lunga giornata di lavoro, non riusciva a pensare ad un modo migliore per rilassarsi, intrappolando sé stesso con quel delizioso corpo sotto di lui.

Le loro labbra si mossero in sincrono, separandosi abbastanza così che entrambi potessero far scivolare fuori le loro lingue e farle intrecciare insieme.
San lasciò uscire un piccolo gemito che fece impazzire Seonghwa. Amava i piccoli lamenti che poteva fargli emettere. Erano musica per le sue orecchie.

Volendo sentire di più, cominciò a roteare lentamente i suoi fianchi in piccoli circoli. Poteva sentirsi diventare più duro, ma San ci stava già pensando.

Il minore strinse in un pugno la sua maglia e inspirò violentemente. "Seonghwa... Dio." sibilò, buttando la testa all'indietro.
"Lo so. Anche io." Seonghwa iniziò a baciarlo lungo il collo, facendo scorrere la sua lingua sulla dolce pelle prima di succhiare sullo stesso punto.

Seonghwa aveva ereditato molto da suo padre: la sua astuzia, la sua forza, la sua abilità con le pistole, ma aveva anche preso il desiderio carnale.

Suo padre aveva Wooyoung.

Seonghwa aveva San.

E San era altrettanto bisognoso.

Il minore spinse il petto di Seonghwa, separandolo così che potessero iniziare a svestirsi.

Nessuno usava mai quella stanza, oltre a suo padre ed ora lui stava giocando con il suo giocattolo, quindi non sarebbero stati disturbati.

Non appena tutti e due furono completamente senza vestiti, San spinse Seonghwa così che fosse seduto. Con un sorriso sensuale, ondeggiò i fianchi mentre si muoveva per mettersi a cavalcioni sulle gambe del maggiore.
Seonghwa prese il suo sedere fra le mani di nuovo mentre San poggiava le sue mani sul suo petto. Ebbe un brivido quando San cominciò a giocare con i suoi capezzoli.

Le loro labbra si unirono di nuovo. Iniziarono a stuzzicarsi, come se fosse un gioco, dove entrambi provarono a combattere per qualche tipo di dominanza.

Era un gioco al quale partecipavano entrambi.

San aveva una personalità molto forte, aveva difficoltà a cedere a qualcuno. Anche a Seonghwa.

I loro corpi si strusciarono insieme, creando frizione fra loro che fece appesantire i loro petti e le mani vagarono su ogni curva.

San riuscì a prendere il controllo per solo un momento, scivolando con la lingua nella bocca di Seonghwa.
Gemette in risposta e portò giù un dito per iniziare a circondare l'entrata di San.

Questo causò che San si allontanasse e strattonò la mano di Seonghwa verso la propria bocca. Senza rompere in contatto visivo, cominciò a succhiare le dita di Seonghwa.

"Cazzo." Seonghwa ansimò. Lo sguardo lussurioso negli occhi di San lo faceva impazzire e i suoni proveniente dalla sua bocca non aiutavano certamente. "Non hai idea di cosa mi fai."
San rigirò la sua lingua un'altra volta, poi tolse le dita dalla sua bocca lentamente. "Oh fidati, ce l'ho." mormorò, guidando la mano di Seonghwa dietro di sé.

Afferrando il messaggio, Seonghwa fece scivolare un dito all'interno ed iniziò a rotearlo avanti e indietro.

San gemette, la testa gli cadde all'indietro. "Di più." sussurrò.

Seonghwa aggiunse un altro dito nello stesso momento che attaccò le labbra alla clavicola di San. All'azione, il minore spinse le unghie nelle spalle di Seonghwa.

Prima che avesse la possibilità di aggiungerne un terzo, San si spostò in avanti e si sollevò, solo per poi bbassarsi sulla lunghezza di Seonghwa.

Ancora una volta, ansimarono insieme.

Seonghwa non poteva credere a quanto San fosse stretto. A quanto fosse sempre stretto.
E si diede amala pena il tempo di adattarsi prima che iniziasse a rimbalzare su e giù sulle gambe di Seonghwa.

"Cazzo!" San urlò. Lasciò cadere la testa all'indietro.

Il maggiore strinse la vita magra di San e fece fare tutto il lavoro a lui, nonostante spingesse i suoi fianchi all'insù occasionalmente per aumentare il piacere.

Questo era com'era fra loro due. Tutta lussuria e raggiungere l'apice che entrambi desideravano. C'era passione, certamente, ma niente più di quello.

Seonghwa sentiva sempre come se entrambi stessero cercando qualcosa che nessuno dei due poteva provvedere per l'altro...

E qualsiasi cosa fosse che San stava cercando in quel momento, lo fece andare ulteriormente più veloce e forte su Seonghwa.

Tutto quel che il maggiore poté fare fu posare la testa sullo schienale del divanetto. "San, sono... sono vicino." ansimò, stringendo di più. C'era una buona probabilità che i fianchi di San avrebbero avuto dei lividi una volta finito.

San mugolò ed annuì, abbassando una mano pe riniziare a masturbarsi.

Ci volle solo un altro minuto prima che entrambi raggiunsero il loro culmine.

Dopo aver lasciato uscire un lungo sospiro, San cadde in avanti e strusciò il naso contro il collo di Seonghwa. "Odio quando te ne vai per così tanto."

Seonghwa rise e fece scorrere le sue dita sulla schiena di San.
"Mi dispiace, ma come hai detto, ho un paio di giorni liberi."

Se c'era un cosa che conosceva di San, era che aveva un po' di ansia da separazione e Seonghwa era l'unico che sembrava farla sparire.
Pensò che poteva essere parte della connessione fra loro e non si sarebbe lamentato. Quello che aveva con San era abbastanza per fargli affrontare la solitudine che a volte affliggeva il suo cuore.

Arrivava in momenti a caso. Anche quando era circondato dagli uomini di suo padre... a volte, sentiva che nessuno fosse davvero lì con lui.

Eccetto per quando era con San.

Però anche allora...

"Grazie per il mio regalo." San raggiunse il ciondolo per giocarci. "È bella."
Seonghwa annuì. "Tu sei più bello di lei. Ti dona."

Pur essendoci dei momenti come quello, qualsiasi cosa fosse, Seonghwa continuava a sentire il bisogno di essere sicuro che San fosse felice e fosse curato.

E San faceva lo stesso per lui.

Rimasero lì per qualche minuto in più prima di ripulirsi e rivestirsi.
Continuando a cercare la strana connessione che avevano, San intrecciò le loro dita insieme mentre uscivano dalla stanza.

Seonghwa voleva disperatamente qualcosa da mangiare, visto che avevano finito.
San menzionò qualcosa riguardo a preparare la cena, che sembrava un piano eccellente.

Si fermarono solo una volta sulla strada per la cucina e fu mentre passavano davanti alla stanza di suo padre quando sentirono un acuto grido di dolore.
Seonghwa fissò la porta, avvertendo la strana urgenza di aprirla, ma scosse la testa e tornò a guardare San.
Uno sguardo addolorato si vide sul viso del minore per solo un momento e, il secondo dopo aver sbattuto gli occhi, se n'era andato.

Mano nella mano, si affrettarono a raggiungere la cucina dove Seonghwa di sedette sul bancone ed osservò San muovere quel culo sexy lì in giro.

Quando ebbero finito di mangiare, Seonghwa trascinò San nella sua stanza per un altro round.

I due rimasero nel letto per il resto del giorno, gambe e braccia intrecciate insieme godendosi il loro momento di beatitudine.
Erano pochi e lontani fra loro e probabilmente sarebbero avvenuti meno spesso nei giorni a venire.

Specialmente quando Mercer decise di mettere in moto il suo nuovo piano.

Answer ||| Ateez [Traduzione italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora