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Seonghwa prese un respiro profondo prima di entrare nell'ufficio di suo padre. Sapeva che gli avrebbe fatto un capo santo per non essere riuscito ad avere più informazioni su Hongjoong. Non se lo era aspettato, ma l'uomo era incredibilmente intelligente. Non sarebbe stato facile portarlo giù.

Però dall'essere secondo a comando del Pack derivavano molte responsabilità. C'erano volte in cui sperava che le cose fossero diverse, ma era troppo tardi per tornare indietro.

Suo padre era seduto dietro la sua scrivania sfogliando un fascicolo che ripose immediatamente quando notò Seonghwa in piedi davanti alla porta chiusa.

C'erano segreti che neanche lui stesso conosceva...

"Vieni."
"Padre, posso spiegare." Seonghwa si fece avanti ed aspettò che suo padre gli chiedesse di sedersi.
"Non importa. San mi ha già riportato le informazioni che mi servivano."

Seonghwa sussultò. Suo padre sembrava arrabbiato e per aver dovuto guardare tutto attraverso San significava che era una missione più importante di quanto aveva pensato.

Ecco perché non aveva visto San da quando erano arrivati a casa... Doveva essere a fare il suo controllo di routine per essere sicuro che tutto stesse funzionando normalmente.

"Deve esserci qualcosa che ci sfugge. Non capisco come quel figlio di puttana possa continuare ad eluderci così, ma d'altronde anche suo padre ha fatto lo stesso." suo padre sorrise. "Questo finché non l'ho preso e distrutto. Farò la stessa cosa con suo figlio."
"Cosa stai pianificando, padre?"
"Tutto a tempo debito. Sei andato bene stanotte, anche se non hai ottenuto alcun risultato."

La lode fu inaspettata, ma Seonghwa non voleva discutere con lui.

"Ho delle cose che devo fare stanotte. San verrà con me."
"Cosa? Perché?" Seonghwa spalancò gli occhi. Non riusciva a ricordare una volta che San avesse mai accompagnato suo padre in una missione.
"Ho bisogno delle sue abilità questa notte. Non preoccuparti, lo terrò al sicuro." suo padre si poggiò indietro sulla sua sedia ed ammiccò. "Però mi sento male a toglierti la tua forma di divertimento per la serata, quindi ti ho lasciato la mia nella tua stanza." si alzò ed annuì.

Seonghwa si mise in piedi a sua volta ed entrambi chinarono le loro teste, poi suo padre fece il giro per dargli un abbraccio prima di partire per la notte.

Rimase lì per un lungo momento dopo che la porta venne chiusa, solo per elaborare tutto quel che stava succedendo.
Suo padre aveva troppi segreti e troppi piani... e perché suo figlio non fosse incluso dovevano essere qualcosa di importante. Normalmente Seonghwa era al corrente di tutte le riunioni e idee. Se gli era nascosto...

Seonghwa scosse la testa e se ne andò dalla porta secondaria dell'ufficio di suo padre.

Dire che non era intrigato dal fatto che il giocattolino di suo padre stava aspettando nella sua stanza era un grande bugia. Parte di lui si chiedeva sempre cosa ci fosse in Wooyoung che lo fece tenere per così tanto a suo padre. Diavolo, praticamente erano stati cresciuti insieme da quando erano ragazzini.

Non che avesse potuto davvero socializzare, ma Wooyoung era stato sempre presente.
E quando non era coperto da lividi era definitivamente attraente.

Seonghwa si sentì più eccitato più vicino si faceva alla sua stanza.

Quando entrò, fu sorpreso dal vedere Wooyoung legato ad una sedia bendato, aspettando lui.

Per un momento, Seonghwa provò un po' di pietà e aveva un mezzo pensiero di andarsene.

Però d'altronde era il figlio di suo padre e la tentazione era quella perla quale entrambi erano deboli.

"Bene, cosa abbiamo qui?" disse, parlando nella sua voce più profonda.

Wooyoung si tese visibilmente al punto che sembrava quasi non stesse respirando.

Seonghwa chiuse la distanza fra di loro e portò due dita sotto al suo mento per alzarsi la testa. "Sei molto carino in questo modo, vero?"

Il labbro del minore tremò leggermente e le sue mani si chiusero ai suoi fianchi.

"Cosa c'è? Non sei felice di vedermi?" Seonghwa rise, poi tolse la benda. Poté vedere l'attenzione negli occhi di Wooyoung, ma era anche sorpreso.

Qualcosa lo toccò. Qualcosa che non poteva descrivere... ma gli fece abbassare la sua mano per tracciare sopra l'abrasione all'angolo della bocca del ragazzo.
Fu lì che notò i tagli e i graffi lungo le sue braccia.

La bocca di Seonghwa si aprì di poco e si inginocchiò per slegare un braccio di Wooyoung. Girò la sua mano, poi boccheggiò. I tagli erano più recenti lì, era un miracolo che Wooyoung potesse addirittura chiudere lamano.

"Mio padre ti ha fatto questo?" alzò lo sguardo e vide Wooyoung guardare ancora altrove. "Wooyoung?"

Il ragazzo chiuse gli occhi al suo nome ed iniziò a tremare.

"Wooyoung, rispondimi." Seonghwa ordinò.
"Si."

Seonghwa fu shoccato. Sapeva che suo padre era un uomo crudele di natura, ma non pensava fosse così male... Aveva sentito le urla di sicuro, ma...
Realizzò di non aveva scuse da inventare. Aveva sentito le urla provenire dalla stanza di suo padre. Aveva sempre saputo che era Wooyoung.

"Mi dispiace."

Wooyoung girò la testa, così da poter guardare Seonghwa dall'angolo dell'occhio, ma continuò a non parlare.

"Perché lo ha fatto?" Seonghwa domandò mentre slegava l'altra mano. Quando non ricevette risposta, sospirò e fece voltare il capo a Wooyoung, in modo che si guardassero l'un l'altra. "Se ti ha detto di non parlarmi, prometto che non ne farò parola."
Wooyoung esitò per un attimo ed aprì la bocca leggermente che mostrò il suo labbro tremare ancora di più. "Dice che lo merito. Che sono la colpa di tutto." la sua voce era piccola mentre parlava e i suoi occhi iniziarono a luccicare di lacrime.
Seonghwa aggrottò la fronte ed iniziò a massaggiare gentilmente la mano di Wooyoung con la punta delle sue dita. "Di cosa hai colpa?"
"Non lo so, non lo ha mai detto..." Wooyoung si voltò un'altra volta e chiuse i suoi occhi, rilasciandole lacrime che si erano formate. "Sarò picchiato di nuovo per averti parlato. Dovevo solo farti sentire bene..."
"Non glielo dirò. Lo prometto." Seonghwa studiò il viso di Wooyoung rimanendo seduto. In quel momento, faccia a faccia con il ragazzo, sentì quella sensazione colpirlo di nuovo. Improvvisamente ebbe la strana urgenza di proteggerlo. Che era ridicolo perché non si conoscevano. Suo padre si era sempre assicurato che Wooyoung non parlasse o interagisse con nessun altro.
"Perché sei così carino con me?"
Seonghwa lasciò andare una risata ansimata. "Non ne ho idea, ma non sono crudele come lo è mio padre. Non approvo punizioni non meritate."
Il minore annuì e poi Seonghwa si spostò a massaggiare l'altra mano di Wooyoung. "Forza, sembri stanco. Riposiamoci. Dirò a mio padre che hai fatto bene e forse ti darà un po' di tregua."
Si alzò e portò Wooyoung con sé al suo letto. Il ragazzo esitò per un attimo e si morse il labbro, poi guardò Seonghwa con gli occhi grandi e rotondi. "Um... Mi... mi abbracceresti?"

Seonghwa fu preso di sorpresa per un istante dalla domanda, ma sentì il suo cuore battere un po' più veloce e si ritrovò ad annuire.

I due scivolarono sotto le coperte e Seonghwa aprì le sue braccia. Wooyoung arrossì, ma si distese sul lato. Lasciò un po' di spazio fra loro, che Seonghwa chiuse una volta che avvolse le braccia attorno la schiena dall'altro e lo portò più vicino.
Ci volle un momento, ma alla fine Wooyoung si rilassò e mosse la testa avanti e indietro in quasi un movimento di sfregamento mentre di sistemava.

Seonghwa non riuscì a non sorridere. C'era qualcosa... di diverso sullo stare lì disteso con Wooyoung, rispetto a quando era con San.

Un'altra volta pensò a come sentiva sempre che stesse cercando qualcosa e non sapeva se era quello o no, per decise che se lo sarebbe goduto.

Lentamente, la sua mano salì più in alto fino ad accarezzare gentilmente i capelli biondi e morbidi di Wooyoung, finché non si addormentò.

.

.

.

.

Bene. Rimani basso.

San annuì e si rannicchiò così che fosse nascosto dietro il muricciolo di mattoni. Era essenziale che succedesse quella notte.

Le telecamere puntavano tutto il vicolo. I proprietari non erano sciocchi.
San però era abile.

Era piccolo abbastanza che era difficile riconoscerlo nell'ombra quando era vestito tutto di nero e il suo viso era coperto così tanto che addirittura i suoi occhi si vedevano a malapena.

Delle acclamazioni provennero dalla grande struttura accanto a lui.

Aspetta che sia rumoroso di nuovo e poi colpisci.

Ancora una volta, San annuì prima di posizionarsi di fronte ad una porta secondaria.
Una telecamera era indirizzata direttamente sull'area davanti a lui. Quando le urla tornarono, tirò fuori una piccola pistola che era caricata con pallottole di vernice e la puntò direttamente alle lenti. Della pittura nera ci schizzò sopra, bloccando le immagini. Era progettata per dissolversi in alcuni minuti, quindi sarebbe sembrato una piccola interruzione della ripresa.

San avanzò e scivolò nella porta, aprendola solo abbastanza per far entrare il suo corpo.
Una grande folla era davanti a lui gridando e urlando a qualcosa che stava accadendo al centro dalla stanza. Erano tutti così distratti che non lo notarono attraversare le ombre.

Bene. Bene, San. Stai andando bene. Rimani basso e rendici fieri.

Ebbe un brivido all'idea di far bene per loro. Era tutto quel che voleva in cambio.
Rendere le voci fiere di lui.

Ci sei quasi. Lì. Davanti a te.

San raggiunse una grande area recintata che aveva la centralina elettronica dietro di essa. C'erano diversi segnali che indicavano che la recinzione era elettrificata, quindi analizzò velocemente i dintorni in cerca di un modo per staccare la corrente mentre copriva qualsiasi altra telecamera nell'area con la vernice.

Da un lato c'era un generatore. Sembrava essere la fonte di energia per l'edificio.

Lì. Togli la corrente ed entra. Usa gli occhiali.

San tirò fuori un paio di occhiali dalla tasca e li indossò. Le lenti avevano una pellicola particolare che gli permetteva di vedere al buio. Poteva anche catturare i dettagli degli uomini nella stanza se avesse potuto guardare i loro visi a lungo abbastanza.

Ripose la sua pistola ed afferrò un coltello dal suo stivale, così da avere qualcosa con cui proteggersi.

Il generatore era uno dei più grandi che avesse mai visto, ma, con quello che succedeva al piano superiore, non ne era sorpreso.

Ci sei. Hai fatto bene, San.

In un movimento liscio, San staccò l'energia dal generatore e tornò alla recinzione. Grida di oltraggio scoppiarono da dietro di lui mentre tutti quanti stavano cercando di capire cosa era accaduto.

Una porta si spalancò. "Che diavolo sta succedendo?"

San aprì velocemente la gabbia, che sorprendentemente non era chiusa a chiave, ed arrivò al pannello di controllo principale.

È nell'angolo, togli il monitor di mezzo e collegalo al centralino.

Obbedendo agli ordini come faceva sempre, San ebbe accesso al pannello che aveva molti macchinari differenti attaccati ad esso per far funzionare tutto. C'era una fessura vuota, una piccola e rotonda nell'angolo che era perfetta.

Prese un piccolo dispositivo che sarebbe entrato perfettamente nella piccola apertura. Era cavo e sottile come una lama, quindi se qualcosa fosse stata inserita nel foro, avrebbe funzionato perfettamente. Non c'era modo di scoprire che aveva impiantato un dispositivo per hackerare il loro sistema.

Una volta che fu sistemato, San rimise tutto nella loro posizione precedente e si sbrigò ad uscire dalla gabbia.
Il caos era ancora intorno a lui. Tutti quanti stavano inciampando intorno cercando di far tornare la corrente.

Riuscendo a vedere, San fu capace di scivolare fra l'ammasso di persone ed uscire proprio quando l'elettricità ritornò.

Benfatto. Ci hai serviti bene. Grazie San.

Answer ||| Ateez [Traduzione italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora