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Era un codardo.

Era lì, a guardare l'amore della sua vita e si era strozzato.

Non era riuscito neanche a rimanere per più di cinque minuti.

Che diavolo aveva di sbagliato?

Mingi marciò lungo la strada, le mani in tasca e la testa chinata mentre si rimproverava mentalmente.

Come avrebbe sistemato tutto se non era nemmeno riuscito a parlare all'uomo che amava?

"Perché non è l'uomo che conoscevi." Mingi sospirò pesantemente e si poggiò ad un muro.

Era come Hongjoong, ma non era Hongjoong che si ricordava.
Quel Hongjoong era freddo e calcolatore.

Sarebbe stato molto più difficile di quello che aveva immaginato.

"Non avrei mai dovuto premere quel maledetto pulsante!" Mingi inclinò la testa all'indietro e gridò nella notte. Era un pensiero che gli veniva in mente quasi ogni giorno ormai, ma non lo intendeva sul serio.

Se non avesse premuto il pulsante, non c'era modo di dire in quale inferno sarebbe stato in quel momento.
Aveva almeno la possibilità di sistemare ogni cosa.

Mingi tirò fuori il suo telefono e arrivò all'informazione che era riuscito a rimediare.
Se non poteva iniziare con Hongjoong, allora forse avrebbe potuto reclutare qualcun altro. O almeno provarci.
Nonostante non fosse sicuro di quanto facile sarebbe stato, sapeva di dover tentare. Non si sarebbe mai perdonato se non l'avesse fatto.

Quindi il giorno dopo, Mingi entrò casualmente in un parcheggio e, quando notò che non c'era anima in giro, tirò fuori un grimaldello e lo incastrò nella serratura di un suv nero. Smanettando avanti e indietro, Mingi guardò oltre la sua spalla un'altra volta prima di aprire la portiera.
Dopo essere scivolato sul sedile anteriore, prese un sottile blocco di argento e un accendino speciale. Lo usò per scaldare l'argento così da essere morbido abbastanza da modellare, poi lo inserì dentro il quadro della macchina così che prendesse la forma di una chiave.
Si indurì in pochi secondi, quindi doveva sbrigarsi, ma fu capace di girarlo e avviare l'auto.

Con il suo nuovo mezzo, Mingi si fece strada verso la parte est della città.

Le case divennero sempre più numerose il più che si avvicinava. Era facile vedere che non c'erano molti soldi lì.

Diverse persone lo guardarono mentre passava, ma Mingi mantenne i suoi occhi concentrati sulla strada.

Quando trovò la casa che stava cercando, il suo cuore si strinse alla sua vista. A chiunque importasse della sua casa non l'avrebbe mai fatta diventare in quel modo.
Il vialetto era pieno di erbacce e la vernice sui muri era sgretolata e crepata.

"Cosa ti è successo?" Mingi sussurrò. Si fermò e lentamente uscì dalla macchina.

Gli occhi curiosi dei vicini seguirono ogni suo movimento, facendo salirei suoi nervi alle stelle, ma non poteva ritirarsi.

Prendendo un respiro profondo, Mingi bussò alla porta principale diverse volte. L'altra mano rimase nella tasca del suo impermeabile, avvolta attorno ad un coltello e pronto a difendersi se la situazione lo richiedeva.

Non ci fu risposta, così provò un'altra volta

E una terza.

Proprio quando stava per andarsene, la porta si spalancò. "Che cazzo vuoi? Sembra che voglia una fottuta visita?!" l'uomo dall'altro lato gli urlò. I suoi capelli castani erano spettinati e sparati in ogni direzione, i suoi occhi avevano delle occhiaie scure sotto di loro e sembrava magro. Troppo magro.
"Yunho?" Mingi chiese.

Se l'altro fosse rimasto sorpreso che Mingi lo conosceva, di certo non lo mostrò. Si spostò solo per chiudere la porta.

Mingi ci sbatté una mano sopra per tenerla aperta. "Aspetta, per favore. So che non mi riconosci, ma ho davvero bisogno di parlarti. È importante. Ti prego."
"Non ho tempo per qualche storia strappalacrime. Se è per un presunto debito, dì al tuo capo di venire direttamente da me e non mandare qualche collettore." Yunho provò ancora una volta a chiedere la porta.
Però Mingi non si sarebbe arreso così facilmente. Avanzò e afferrò Yunho dal colletto della sua maglia e lo obbligò a rientrare in casa. "Ora mi ascolti. Sono più forte di te e più arguto. Ti siederai e ascolterai cosa ho da dirti, perché da quel che sembra la tua vita è una merda e tutto quel che voglio è renderla migliore!"

Yunho spalancò gli occhi, ma lasciò che Mingi lo forzasse sul suo divano sbrindellato e rimase seduto.

"Grazie. Scusa se ti ho sorpreso, ma non è facile per me e onestamente sto iniziando ad andare un po' nel panico." Mingi prese un respiro profondo e guardò l'uomo che era abituato a chiamare amico.

Che diavolo avrebbe dovuto dire?

"Mi... Mi riconosci? Affatto?" domandò, togliendosi il cappello dalla testa e lasciando liberi i suoi capelli rossi.
Yunho lo fissò per un lungo momento, ma incrociò le sue braccia e scosse il capo. "No. Abbiamo corso o qualcosa del genere?"

Nonostante se l'aspettasse, la frase colpì Mingi ad ogni modo. Era davvero solo in quella vita...

Fece un lungo sospiro e guardò intorno alla stanza, cercando di trovare un modo per iniziare. "Non c'è un modo facile per farlo e so che sembrerò pazzo, ma noi ci conosciamo." Mingi guardò Yunho. "Ti conosco da un'altra vita. Eravamo amici."
"Si, giusto. Io non ho amici." Yunho derise. "Ora esci da casa mia."
"Posso provartelo. So cose su di te che scommetterei nessun altro conosce." Mingi sollevò la sua mano per impedire a Yunho di attaccarlo.
"Sei pazzo. Perché sei qui? Vuoi dei soldi? Non ne ho! Ed è sicuro che non prenderai la mia macchina!" Yunho si alzò e lanciò un'occhiataccia a Mingi.
Un piccolo sorriso attraversò il suo viso. "Quindi guidi ancora?"
"Che vuol dire ancora?"
"Sei il fottuto guidatore migliore che conosca, anche se sei dannatamente spaventoso." Mingi rise e si grattò il retro del collo. "Sia a te che a Hongjoong piaceva il brivido della strada." il suo tono si alzò e fece cadere la sua mano.
"Chi è Hongjoong?" Yunho chiese, uno sguardo interrogativo si formò sulla sua faccia, ma era anche curioso.
"Era il tuo migliore amico."
"Te l'ho già detto. Non ho amici."
Mingi annuì. "Non in questa vita." sarebbe stato più difficile di quanto aveva pensato. Non c'era nessun segno di riconoscimento nei suoi occhi.
"Perché continui a dirlo?"
"Dio non avrei mai pensato sarebbe stata così dura!" Mingi ringhiò e intrecciò le dite dietro la testa. "Eravamo amici. Eri un agente di polizia insieme ad Hongjoong e avete reclutato me ed altri sei criminali per formare una squadra speciale per provare ad annientare il crimine. Ma abbiamo fallito... loro vinsero e il loro capo aveva creato una macchina che ci ha mandati indietro nel tempo. Io lo ricordo solo perché feci contatto con il macchinario. Quindi ora sono qui per provare a riportare la squadra insieme e tentare ad aggiustare tutto."
Il silenzio cadde fra di loro per un momento, poi Yunho scoppiò a ridere. "Hai idea di quanto pazzo sembri? È la cosa più ridicola che abbia mai sentito! Di cosa sei fatto? Che droga hai preso?" Yunho strinse il suo stomaco e si schiaffeggiò una coscia.

Un'altra volta, Mingi venne colpito il dolore del rifiuto. Sapeva che sarebbe stato difficile, ma quello non fermò da fare male al suo cuore.

Però aveva una cosa che poteva usare.
Sarebbe stato un rischio, ma era disperato.

"Posso provare che ti conosco." disse, facendo cascare le braccia lungo i suoi fianchi. Anche la sua voce cadde, al punto che poteva essere a malapena sentita.
Yunho stava ancora sorridendo e scuotendo la testa. "Ah si? E come?"
"Dov'è Yuri?"
L'aria si appesantì istantaneamente. Il comportamento di Yunho cambiò interamente e squadrò le spalle. Uno sguardo cupo si formò sul suo viso. "Cos'hai detto?"
Mingi inclinò il capo all'indietro, provando a mostrare che era ancora lui a comando lì. "Dov'è Yuri? Cosa le è successo?"

Yunho gli ringhiò e corse verso di lui. I due cascarono a terra e improvvisamente le manidi Yunho erano intorno alla gola di Mingi. I suoi occhi erano spalancati e tremavano, come se fosse posseduto.

"Yun...Ho..." Mingi raschiò, cercando di spingere l'altro via da sé.
"COME SAI DI LEI?"
"Ti... Pre...go..."
"DIMMELO!"

Le palpebre di Mingi tremarono e la sua vista iniziò a diventare nera. Avrebbe fallito ancora prima di cominciare... La rabbia di Yunho lo rese troppo forte...

All'improvviso, uno sparo scoppiò da fuori.

Yunho scattò su con la testa e rotolò di lato per nascondersi dietro al divano, lasciando Mingi a tenere la sua gola e boccheggiare per aria.

"Dannazione. Cosa hai fatto?!" Yunho gridò.

Mingi tossì solamente e si trascinò per il pavimento.

"Nessuno sa che vivo qui, quindi l'unica ragione dietro questo devi essere tu! Fottuto idiota! Cosa hai fatto?"
"A-Auto..." Mingi ansimò.
Yunho fece capolino da dietro il divano per guardare fuori dalla finestra. "Per l'amore di Dio, hai rubato una macchina del Pack! Dovrei davvero ucciderti ora, ma mi aiuterai ad uscire da qui e poi butto il tuo culo giù dal primo ponte." Yunho afferrò il retro della maglia di Mingi e lo portò nella sua cucina.

Poi iniziò a spostare il suo frigorifero di lato. Mingi lo fissò per un momento, poi lo aiutò. Fu stupito da vedere una busta gigante piena di contanti nascosta in un buco nel pavimento.

Nessuno dei due parlò mentre Yunho afferrava la borsa e corse verso una porta laterale, poi giù nel suo garage. Entrò nella macchina più bella che Mingi avesse mai visto e avviò il motore. "Monta! O ti lascio indietro!"

Una volta che furono entrambi seduti e con le cinture, Yunho premette il bottone per aprire il garage.
Videro diverse persone radunarsi dietro di loro e puntare le loro pistole.
Una persona normale si sarebbe fermata e sarebbe uscita dall'auto.

Yunho ammiccò solamente e schiantò il suo piede sul pedale.
L'auto schizzò all'indietro, causando a diverse persone di togliersi di mezzo e scivolò facilmente per la strada, dove proseguì a girare in un cerchio. Gli pneumatici striderono alla tensione, facendo trasalire Mingi.

Il suo cuore stava già martellando dall'adrenalina, ma andò ancora più veloce quando Yunho cambiò marcia e accelerò in un movimento preciso.
Scivolò giù sul suo sedile e si aggrappò alla portiera come se lo potesse proteggere.

Niente di tutto quello turbò Yunho.

Neanche il treno di macchine che iniziarono a seguirlo.

Passò semafori rossi come se non importassero affatto. Oscillò nel traffico senza battere ciglio e riuscì a svoltare violentemente cambiando marcia e girando il volante a destra.

Era come se lui e la sua auto fossero diventati uno e lo sguardo freddo come una pietra di concentrazione nei suoi occhi era qualcosa che Mingi non aveva mai visto prima.

Eppure c'era anche un briciolo del Yunho che conosceva. L'uomo che amava il brivido di guidare. Era quel che stava succedendo. Un gioco tra gatto e topo.

Yunho stava facilmente vincendo. Con la macchina così bassa a terra, poteva scivolare sotto i camion mentre continuava ad accelerare per la città.

Una alla volta, le auto che lo stavano seguendo rimasero incastrate nel traffico o lo persero quando svoltò in un vicolo secondario.

Mingi rimase bloccato sul posto per tutto il tempo pregando che sarebbe sopravvissuto a quello. Non aveva mai capito come a Yunho piacesse guidare così, lui trovava le macchine così imprevedibili e pericolose, ma nelle mani di Yunho...

Era come se niente potesse toccarli.

Scapparono illesi per poco più di un'ora di corsa per la città.
Yunho accostò in un parcheggiò sporco dietro ad un edificio abbandonato e spense immediatamente il motore, accarezzando il volante. "Beh, è stato divertente." disse, poi fece una lieve risatina quando vide lo sguardo di orrore sul viso di Mingi.

Rimasero seduti per un momento per ricomporsi e Mingi iniziò a rimuginare su come avrebbe fatto a portare Yunho al suo fianco.

In un battito di ciglia, il viso di Yunho si indurì e tirò fuori una pistola nascosta nella sua portiera e la puntò alla testa di Mingi mentre la caricava. "Ho finito di divertirmi. Come cazzo sai di mia sorella? Inizia a parlare."

Answer ||| Ateez [Traduzione italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora