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Le cose si fecero tese da quando Yeosang si era dato un tempo massimo. Non avrebbe dormito quella notte, non con quanto doveva fare.

Stava già lavorando su un'altra fascia per San. L'ultima era stata messa insieme così velocemente che non sarebbe durata molto a lungo. Yeosang voleva farne una che si sarebbe adattata perfettamente alla sua testa ed essere leggera abbastanza da non interferire. Avrebbe reso le cose più facili per San a lungo termine.

Accanto ad essa c'era il suo laptop, che aveva collegato per iniziare ad eseguire una diagnostica sul segnale proveniente dal negozio di Hongjoong. L'istinto diceva a Yeosang che c'era qualche specie di segreto in esso. Era già a conoscenza che era trasmesso su una vecchia frequenza radio, una che nessuno penserebbe di controllare, ammesso che sapessero dove cercarla.

Yeosang morse l'interno della sua guancia, poi tornò al terzo progetto che aveva avviato. Da una paio di ore ormai stava setacciando la pianta della città provando a trovare un nuovo posto per loro dove stare.

Jongho era ancora al piano inferiore di mal umore, ma Yeosang sapeva che sarebbe salito non appena avrebbe accettato che quella guerra era per il meglio. Avrebbero fatto di tutto per proteggere quel posto, ma ogni secondo che rimanevano li metteva a rischio.

Mercer doveva sapere ormai che San era compromesso. Dovevano essere preparati per un attacco in qualsiasi momento.

Un suono statico attirò l'attenzione di Yeosang e si allungò per prendere il walkie-talkie. Premette il pulsante sul lato e lo portò vicino alle labbra. "Yunho?"
"Si, mi senti?"
"Si, tutto bene?" Yeosang si voltò sulla sua sedia e vide Mingi alzarsi da dove si era sdraiato sul divano. Il più alto sembrava esausto...
"Pare essere tutto a posto. San ed io abbiamo fatto un paio di giri e abbiamo preso qualche strada secondaria, non ho notato cose fuori dall'ordinario o qualcuno che ci seguisse."
Fu un piccolo pezzo di conforto di cui Yeosang aveva disperatamente bisogno. Sospirò sollevato e si poggiò allo schienale. "Bene. Sono contento di sentirlo. Tornate ora ed escogiteremo un piano. Come sta San?"
"Sto bene." il minore rispose.
"Mal di testa?"
"Non ancora, finché non provo a mettere i pezzi insieme." una piccola risata accompagnò le parole di San e portò un sorriso sul viso di Yeosang.
"Va bene, tornate. Poi possiamo prepararci per andarcene."
"Ricevuto." Yunho disse.

Yeosang lo prese come congedo e mise giù il walkie-talkie. Appena lo fece, la portasi aprì e Jongho entrò sembrando irrimediabilmente perso. Passò accanto a Yeosang e poi nella stanza che condividevano.

Per un momento l'hacker esitò e guardò Mingi, che scosse solo la testa e si avvicinò per sorvegliare gli schermi.

Yeosang scivolò via dalla sua sedia ed entrò nella sua camera, chiudendo la porta dietro di sé silenziosamente.

Jongho era in piedi nel mezzo della stanza guardandosi intorno come se stesse provando a memorizzare ogni angolo.

"Torneremo." Yeosang sussurrò. Camminò dietro al suo ragazzo ed avvolse le braccia attorno al suo stomaco, poi fece scivolare una mano dentro la maglia di Jongho per accarezzargli gentilmente il petto. "Andrà tutto bene."
Il minore iniziò a tremare leggermente, ma rimase voltato da Yeosang. "Lo sarà?"
"Certo, finché avremo l'un l'altra, staremo sempre bene" Yeosang spinse gentilmente le labbra sul collo di Jongho. "Lo sai questo, vero?"

Ci volle qualche altro secondo, ma finalmente Jongho si girò e portò Yeosang in un abbraccio spaccaossa. Premette il naso sul collo di Yeosang e lottò per contenere i singhiozzi che minacciavano di liberarsi.

"Vorrei non fossero mai venuti qui." il lottatore disse, stringendo Yeosang ancora più forte. "Hanno rovinato tutto."
Yeosang si morse il labbro e sollevò una mano per posarla sulla nuca di Jongho. "Hey, hey, va bene." mormorò.
"No, non va, Sangie!" Jongho si allontanò e portò le mani sulle spalle di Yeosang. "Significa qualcosa per te questo posto? Tutto quello che abbiamo passato insieme? Tutto il duro lavoro messo per costruire un posto dove finalmente sentirci al sicuro?" la sua voce si alzò mentre parlava. Yeosang sibilò e guardò la porta, sperando che Mingi non li potesse sentire.
"Jongho, abbassa la voce!"
Dolore e tradimento apparvero negli occhi di Jongho e fece un passo indietro. "Sangie..."
"Non voglio che Mingi senta. Ne ha passate abbastanza per ora." il minore fu veloce a portare Jongho al loro letto così che potessero sedere entrambi. "Sai che la nostra vita insieme è tutto quello che ho sempre voluto, ma... lui ha bisogno di noi."
Jongho digrignò i denti e spostò lo sguardo. "Anche con il tuo esame... io..."
"Credi a quel che vuoi, amore mio, ma non gli volterò le spalle ora. Ci sono state fin troppe coincidenze per farmi pensare che non sia reale. Non hai voltato le spalle a me quando mi hai trovato, ora voglio che tu ricambi il favore per lui." Yeosang permise che le sue dita accarezzassero avanti e indietro il dorso della mano di Jongho e lasciò andare un lungo respiro. "Ti fidi di me?"
"Con la mia vita." Jongho rispose immediatamente.
"Allora fidati ora. Prima ce ne andiamo, più sicuro sarà questo posto. E se succedesse qualcosa, allora troveremo un luogo ancora migliore." Yeosang sollevò la testa di Jongho e gli prese il mento. "La mia casa è ovunque tu sia. Aiutiamo anche loro a trovare una casa."

Le loro labbra si unirono quasi prima che Yeosang potesse finire addirittura di parlare. Il bisogno di Jongho arrivò subito quando emise un piccolo mugolio e tirò Yeosang più vicino a sé prendendo la sua maglia in un pugno.

Il maggiore poté sentire le sue lacrime sulle guance e sapeva che Jongho non era in grado di controllare il suo dolore o la sua paura più a lungo, ma sarebbe stato bene. Finché erano insieme, sarebbero stati bene.

Dopo che Jongho si scusò per andare a fare una doccia, Yeosang tornò all'area principale per controllare i progressi.

Si fermò quando notò Mingi seduto sulla sua sedia con una gamba piegata su al suo petto. I suoi occhi erano vuoti mentre fissava gli schermi dei computer.

"Mingi?"

Il più alto mosse leggermente la sua testa, a malapena abbastanza da notare, per mostrare a Yeosang che lo aveva sentito.

"Mingi, che hai per la testa?" Yeosang chiese gentilmente mentre camminava fino ad inginocchiarsi a terra accanto a lui.
"Niente... e tutto." la voce di Mingi era rauca e sembrava che si fosse sforzato di parlare. "No so cosa fare Sangie." il soprannome venne così naturalmente da Mingi che fece arrossire un po' Yeosang, che si spostò sul posto.
"Lo risolveremo insieme. Lo pro-" Yeosangc ominciò a dire, ma poi il suo computer fece un suono.

Entrambi si raddrizzarono e osservarono lo schermo decodificare il segnale di Hongjoong, formando delle parole sullo schermo.

"È una password." Yeosang boccheggiò. "È una password codificata. Se gli diamo questa allora dovrà voler parlare con noi!"
Mingi si coprì la bocca con la mano e scosse la testa. "T-Tu pensi?"
"Si. Quando Yunho e San saranno tornati, metterò la nuova fascia a San e ce ne andremo. Aiutami a impacchettare alcune cose e prepariamoci ad andare."

.

.

.

.

Quando Wooyoung cominciò a riprendere conoscenza, sentì ogni centimetro del suo corpo dolorante. Faceva così male che quasi si ritrovò a desiderare di potersi riaddormentare, ma quello era impossibile.

Un forte grido di dolore lo lasciò quando il suo corpo si bloccò e Seonghwa si sedette immediatamente dietro di lui. "Che succede?" il maggiore chiese con la voce agitata.
"H-Hwa..." Wooyoung strinse gli occhi così forte che vide rosso.
"Resisti." Seonghwa si alzò dal letto e Wooyoung poté sentirlo incespicare perla stanza ed aprire la porta. Tornò molto più veloce di quello che Wooyoung si aspettò e accompagnato dal suono di un flacone di pastiglie. "Apri."

Wooyoung obbedì all'ordine e aprì la sua bocca mentre Seonghwa lo aiutava a sedersi e poi aprì una bottiglietta d'acqua per Wooyoung da bere.
Bevve avidamente, illiquido lenì la sua gola e lo aiutò a calmarsi.

"Meglio?" Seonghwa chiese gentilmente. Fece scorrere le dita delicate fra i capelli biondi di Wooyoung nel tentativo di aiutarlo a rilassarsi.

Funzionò.

Wooyoung fece un verso di approvazione e annuì mentre di poggiava al petto di Seonghwa. "Scusa, non intendevo spaventarti."
Il maggiore si tese un po', poi scosse la testa. "Va bene. Hai solo bisogno di riposare finché il tuo corpo non guarirà. Andiamo, ti aiuto ad arrivare alle docce, scommetto che ti farà bene. Mentre sei lì, io vedrò se riesco capire cosa sta succedendo qui."

Wooyoung permise a Seonghwa di aiutarlo ad uscire dal letto e giù nel corridoio verso dove erano le docce.

Una volta solo, Wooyoung si spogliò dei suoi vestiti lentamente ed entrò nel caldo flusso d'acqua. Fu subito calmante. Il getto non era troppo forte, ma aveva abbastanza pressione da sembrare come un massaggio ai muscoli doloranti di Wooyoung.

Provò a non pensare a che era intrappolato sottoterra di nuovo. O al fatto che Seonghwa doveva ancora affrontare davvero i suoi sentimenti.

Wooyoung sospirò e si rimproverò per preoccuparsi di quello in quel momento, ma con poco altro da fare, non riuscì a non lasciare la sua mente vagare. Wooyoung trovò molti segnali non chiari da parte di Seonghwa.

Sapeva però che non doveva alzare le sue aspettative. Con quanto tutto era complicato, Wooyoung sapeva che aveva bisogno di difendersi.

Niente si sarebbe messo fra lui e la sua libertà.

Quando ebbe finito la doccia, Wooyoung si asciugò attentamente e rimise i vestiti che Hongjoong aveva fornito per lui.

Iniziò ad uscire dalle docce quando trovò la sua via bloccata da non altro che Hongjoong.

"Oh!" Wooyoung si fermò e fece un passo indietro.
"Che ti è successo?" Hongjoong chiese. Incrociò le braccia e si poggiò allo stipite della porta.

Wooyoung esitò ed aprì la bocca di poco.

Hongjoong socchiuse gli occhi e si spinse via dal muro per avanzare verso il ragazzo., forzandolo ad indietreggiare finché non fu lui quello contro al muro. "Non farmi ripetere."

I muri della doccia sembrarono chiudersi su Wooyoung e il suo cuore cominciò ad accelerare. L'aura intimidatoria che Hongjoong emanava era qualcosa che lo terrorizzava e non ne voleva.

Subito volle correre da Seonghwa per protezione. Patetico...

"Che ti è successo?" Hongjoong chiese di nuovo, la sua voce bassa e minacciosa. Quando non ricevette risposta, un piccolo sorriso gli attraversò il viso ed alzò una mano per prendere il mento di Wooyoung. "Che c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua?"

Woooyoung fece un suono che fu tremendamente vicino ad uno squittio e provò ad allontanare la testa, ma Hongjoong strinse la presa.

"Sei carino quando sei frustrato." Hongjoong si avvicinò un po' di più. "Ora, voglio solo aiutarti. Cosa ti è successo?" la sua voce divenne più profonda ed inarcò un sopracciglio. "Forza, piccolo Wooyoung, dimmi cosa ti è successo."

Quando Hongjoong si inclinò addirittura più vicino, Wooyoung si lamentò e cominciò a scuotere la testa.

"Via da lui!"

Improvvisamente Hongjoong venne allontanato e Wooyoung stava fissando le spalle larghe di Seonghwa. Il sollievo istantaneo che provò lo fece avvolgere le sue braccia intorno all'addome di Seonghwa e nascose il viso nella schiena del maggiore.

"Rilassati." Hongjoong cominciò a ridere. "Volevo solo conoscere il tuo piccolo amico qui e capire perché sembra esserti così affezionato. Penso sia giusto visto che vi sto offrendo protezione."

Wooyoung sbirciò dalla spalla di Seonghwa per vedere uno sguardo pazzo sul viso di Hongjoong. I suoi occhi si spostarono per incontrare quelli di Wooyoung ed alzò il suo sopracciglio due volte, facendo stringere la sua stretta su Seonghwa.

"Non sono affari tuoi." Seonghwa posò una mano su quelle di Wooyoung, unite davanti al suo stomaco.
"Chiariamo una cosa." Hongjoong sbottò. "Siete sotto il mio tetto, quindi giocherete secondo le mie regole. Se vi faccio una domanda, risponderete. Se voglio che facciate qualcosa per me, lo farete. E se riceverò qualche lamentela, vi ritroverete per strada o rinchiusi. Ricevuto?"

Seonghwa inclinò un po' la testa all'indietro e rimase fermo, per cui Wooyoung fu grato poiché si stava trattenendo dal tremare al tono tagliente di Hongjoong.

Era come se fossero passati da una prigione all'altra e non era sicuro di cosa fare.

Hongjoong lo guardò un'altra volta ed ammiccò prima di girarsi e lasciare il bagno.

Seonghwa si voltò subito e guardò Wooyoung. "Cosa ti ha fatto?"
"N-Niente." Wooyoung avvolse le sue braccia intorno a sé stesso e chiuse gli occhi. "Niente. Mi ha solo spaventato."
"È un codardo per averti messo all'angolo quando sei vulnerabile. Forza, torniamo incamera. Non ti lascerò da solo mai più." Seonghwa afferrò la sua mano e lo portò via dalla stanza.

Anche se Wooyoung sapeva che non lo intendeva in quel modo, non riuscì a non sorridere a quello che Seonghwa disse. L'idea di non essergli mai sperato era un sogno che si avverava. Poi roteò gli occhi e scosse la testa. Quanto patetico poteva essere?

Un minuto temeva per la vita e quello dopo era un ragazzino stordito con una stupida cotta.

Era l'ora di rafforzarsi.

"Seonghwa?"

Si fermarono nel corridoio e il maggiore si voltò per guardarlo.

"Mi insegneresti come combattere?"
Il maggiore sollevò un sopracciglio e un sorriso tirò le sue labbra. "Si. Si posso farlo, ma solo quando sarai guarito, d'accordo?"
"D'accordo." Wooyoung fece un passo avanti. "Grazie per proteggermi."

Seonghwa scosse il capo ed iniziò a tirare Wooyoung verso la loro camera, senza dire altro. L'azione fu una risposta più che sufficiente per Wooyoung.

Prima di entrare nella stanza, notò Hongjoong guardarli dalla fine del corridoio. Il misterioso proprietario lo osservò da testa a piedi prima di sparire velocemente, lasciando una sensazione inquieta alla bocca del suo stomaco.

Wooyoung doveva guardarsi le spalle ad ogni costo e avrebbe tenuto di certo anche un occhio su Seonghwa.

Answer ||| Ateez [Traduzione italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora