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San fece tutto il possibile per restare accanto a Yunho nei giorni successivi. Più che altro per assicurarsi che il guidatore riposasse davvero, ma anche per le sue ragioni egoistiche.

Non voleva che fosse lontano da lui di nuovo. Quelle poche ore in cui era stato davanti a Mercer erano state le peggiori nella sua vita e aveva passato tutto il tempo a desiderare che Yunho fosse stato lì per dargli forza.

Quando tutti risultarono in uno stato abbastanza decente per viaggiare, il Dott. Kim li aiutò a tornare alla base di Hongjoong dove potevano stare e riposare per quanto necessario.

Hongjoong, Yeosang e Seonghwa erano i meno feriti nel gruppo, quindi diventarono i custodi, che si rivelò un lavoro sorprendentemente facile dal momento in cui era stata rilasciata la presa di Mercer sulla città.

Il primo giorno quando Yeosang tornò da aver fatto la spesa per tutti, era pieno di emozioni, dicendo che le persone erano per la strada celebrando e lanciando grandi feste.

Fu veloce a mandare fuori i suoi droni e piazzò tutti gli schermi disponibile nella sala medica per tutti coloro svegli da guardare.

Era tutto vero. La gente era riunita numerosa tenendo in mano e muovendo qualsiasi cosa di luminoso. Ballarono e cantarono, lanciando fiori, striscioni e coriandoli.

Secondo Yeosang, tutta l'attività del Pack si era interrotta. Nessuno era stato più rapinato, puntato con una pistola o minacciato e le attività stavano prosperando di nuovo.

Era iniziato tutto una settimana prima.

San non poteva crederci. Avevano davvero avuto successo.

Si voltò per guardare dove Wooyoung era seduto sul suo letto con il più grande dei sorrisi sul viso. Osservò San e il sorriso crebbe ancora di più se possibile. Poi Wooyoung si allungò verso di lui e San si affrettò a raggiungerlo per prendergli la mano.

"Non è meraviglioso, Sannie?" il minore chiese. Era facile vedere che stava avendo difficoltà a controllare la gioia da come si stava agitando sul posto.
"Lo è." San annuì. "Lo è."

Ogni giorno che passava senza incidenti era un altro giorno che San sentiva più leggero. Anche sottoterra, la felicità della città era contagiosa.

L'unica cosa che l'avrebbe resa migliore sarebbe stata se Jongho e Mingi si fossero svegliati.

Nonostante San avesse alcune costole incrinate e altre ferite di nuovo, Yunho doveva ancora riprendersi dall'incidente in macchina e Wooyoung aveva lo stinco ingessato che il Dott. Kim aveva operato per riallineare l'osso dopo che si era spezzato in due. Nessuno dei due fra Jongho e Mingi avevano mostrato segni di svegliarsi da quando erano tornati.

Il Dott. Kim era preoccupato riguardo all'eventuale danno celebrale per il loro membro più giovane dopo che San gli disse dello strappo della fascia e la crisi che Jongho aveva vissuto.
Tuttavia tutte le scansioni effettuate erano risultate negative, quindi era ottimista che Jongho sarebbe stato bene.

Quando non era fuori per la spesa o a fare altro, Yeosang era seduto e dormiva al suo fianco.

Hongjoong fece lo stesso per Mingi.

Tutti loro erano preoccupati per i loro due amici.

Per San, che era spaventato da cosa sarebbe accaduto loro, quello era il primo posto che considerò veramente la sua casa e quelle persone erano la sua famiglia.

Dieci giorni dopo che erano tornati a casa, San era accoccolato a Yunho e sospirò profondamente. "Cosa facciamo ora?" chiese, inclinando la testa all'indietro per guardare in alto verso il maggiore.
"Cosa intendi?" Yunho domandò, la sua voce leggermente roca, indicando che stava quasi dormendo. Le sue dita scivolavano pigramente avanti e indietro sul braccio di San.
"Beh, Mercer è andato e la città è libera. Che facciamo?"
Yunho si immobilizzò ed aprì un occhio per guardare San. "Non lo so, ma non penso che sia qualcosa di cui dobbiamo preoccuparci ora. Penso ci meritiamo del tempo libero." ridacchiò mentre chiudeva l'occhio di nuovo.
San puntò la guancia con la lingua e si sedette. "Sono serio Yunie... Non ho mai avuto uno scopo o obbiettivo da raggiungere. Cosa dovrei fare ora?"
Il maggiore aprì entrambi gli occhi e fece un sorriso adorante. "Non c'è niente di male. Abbiamo tutti nuove sfide davanti a noi e diventerà ancora più difficile per noi visto che anche la città cambierà. Non importa quale strada scegliamo, sarò lì per aiutarti ad ogni passo." prese la mano di San e intrecciò le loro dita insieme.

Solo sentire quelle parole fece sentire San molto meglio. Aprì la bocca per parlare di nuovo quando un respiro di sorpresa lo interruppe.

"Oh!" Yeosang si alzò così rapidamente che fece cadere la sua sedia. San si voltò per vederlo piegato sopra Jongho, tenendogli le guance.

Poi Jongho aprì lentamente gli occhi.

"Piccolo, sei sveglio!" Yeosang si inclinò un po' più vicino e si morse il labbro. "Jongho, piccolo?"

Jongho sbatté le palpebre diverse volte e guardò attorno nella stanza. Sembrò che stesse muovendo la mascella in qua e là, quasi come se volesse allungarla o se stesse spostando la lingua.

Yeosang iniziò a preoccuparsi, ma non mise fretta a Jongho.

Il Dott. Kim dovette aver notato un cambiamento nei parametri di Jongho poiché apparve di lato, osservando tutto.

Ci vollero diversi minuti perché Jongho mettesse a fuoco Yeosang e, quando lo fece, i suoi occhi si spalancarono. "S- S- Sa-"
"Va bene, amore mio, non parlare. Scuoti la testa si o no se puoi o stringi la mia mano." Yeosang mantenne la voce bassa e gentile, che era sorprendente dato quanto era stato stressato riguardo a Jongho.

Il minore, neanche di poco, non guardò mai via da Yeosang.

"Senti male?"

Jongho sembrò pensare per un secondo, poi scosse la testa.

"Ricordi cosa è successo?"

Prima annuì, poi scosse la testa.

"Solo parti?"

Annuì di nuovo.

"Va bene, piccolo. Sei al sicuro, Mercer è morto." Yeosang alzò lo sguardo per la stanza e incrociò gli occhi di San. C'era il sollievo di cui l'hacker aveva bisogno, che San era felice di vedere.

Jongho aprì la bocca e iniziò a muoversi.

"No." il Dott. Kim finalmente intervenne. "Non muoverti. Il tuo corpo è ancora molto debole. Dobbiamo andarci piano così potrai riprenderti."
"Si, riposati." Yunho si sedette lentamente e si poggiò a San per supporto. "É fantastico vederti sveglio, amico mio, ma abbiamo bisogno che tu rimanga tutto intero."

Jongho girò lentamente la testa per guardare il guidatore. Alzò l'angolo della bocca e annuì un'altra volta.

Visto che il più piccolo si era svegliato, l'umore iniziò a sollevarsi ancora di più. Si riprese magnificamente bene.

Fu in grado di raccontare come era stato portato da Mercer, rifiutandosi di parlare e poi portato al laboratorio. Mercer era stato preoccupato tutto il tempo, motivo  per cui aveva deciso di fare la fascia e non un impianto come con San.

Non ricordava molto di quando era stato sotto il controllo di Mercer. Era stato tenuto rinchiuso fino a che la squadra non si era infiltrata nella struttura. Lì il chip fu attivato e prese il controllo sulla sua mente.

San odiò vedere il dolore negli occhi di Jongho quando raccontò l'aver dovuto combatterli.

"Ho provato a lottare tutto il tempo... ma qualsiasi cosa Mercer ha fatto a quel chip, era troppo forte. Non ho potuto vincere." disse fissandosi le mani. "Mi dispiace tanto."
"Non è stata colpa tua." San disse subito. "Neanche un po'. Sappiamo tutti che non potevi farci niente, io più di chiunque."
Jongho premette le labbra in una linea, poi annuì. "Grazie. Avevo bisogno di sentirlo dire. Però..." si voltò per guardare direttamente Yeosang. "Ti devo le scuse più grandi. Io-"
"Jongho, va bene." Yeosang scosse la mano al minore.
"No, io... ho bisogno di dirlo." Jongho presse le mani dell'hacker e ne accarezzò il dorso con i pollici. "Mi dispiace davvero tanto, Sangie. Sono stato... testardo, testone, idiota... in qualsiasi modo tu lo voglia chiamare. Ero geloso, arrabbiato e avevo paura di tutti i cambiamenti che stavano accadendo. E tutto quello che ne stava venendo fuori era il potenziale di perderti per sempre."

La stanza divenne silenziosa dopo che parlò. San guardò in basso dove le sue dita erano intrecciate a quelle di Yunho e sentì il suo cuore stringersi... non avrebbe mai voluto perdere il suo amore.

"Quando ero steso su quel tavolo ad aspettare che mi uccidessero o che impiantassero il chip... tutto quello a cui pensavo era tornare da te e come avrei passato il resto della mia vita a provare a guadagnare il tuo perdono. Ti amo tantissimo, Yeosang, non ho mai avuto intenzione di farti del male. A nessuno di voi."
Yeosang chinò la testa e fece uscire un leggero singhiozzo, prima di poggiarsi al petto di Jongho. "Ha-hai ragione. Sei un id-idiota." disse con un sorriso. "Ora sta' zitto e pensa a guarire, ok? Non vado da nessuna parte."

Un altro giorno passò senza segni che Mingi si svegliasse. Tutti quanti continuarono a sorvegliarlo, ma San era attento. E ci fu una cosa che notò.

Seonghwa doveva ancora uscire dallo scudo che aveva formato intorno a sé stesso.

Era sempre con loro, ma mai completamente presente, spesso in piedi nell'angolo o poggiato al muro accanto al letto di Wooyoung.

I suoi occhi erano scuri e pensierosi, indicando che la sua mente era molto lontana.

Wooyoung era l'unico che poteva portarlo a reagire. Era come se l'incantesimo si rompeva ogni volta che guardava il minore. Più spesso era quando Wooyoung rideva.

Era davvero un suono magico, San doveva ammetterlo.

Prima che Mercer fosse ucciso, era raro per tutti loro ridere o divertirsi. Però da quel momento Wooyoung era il più felice fra loro e avrebbe fatto qualsiasi cosa per riaccendere l'umore.

Ma quello non fermò San dal preoccuparsi per Seonghwa. Provò a parlargli una volta, ma il maggiore lo rassicurò che stava bene e che aveva bisogno di tempo.

In un certo senso San lo capiva... Non poteva immaginare cosa stava passando Seonghwa.

Fra tutti loro Hongjoong stava mostrando sempre dipiù stress il più che Mingi dormiva.

Stava andando verso il punto in cui il Dott. Kim era quasi pronto a dire che era in coma. Tutta l'attività celebrale era normale, quindi non c'era nessuna ragione per cui non dovesse svegliarsi.

Era dura per tutti loro.

Era stato Mingi a portarli tutti insieme. Se qualcuno meritava di immergersi nella gloria del loro successo, era lui. Aveva affrontato così tanto dolore e tormento per formare la loro squadra con cui rivivere i ricordi.

Le due settimane dopo il loro successo fecero uscire la squadra per osservare in città. Yeosang, Seonghwa e anche Jongho andarono fuori per brevi periodi di tempo per sorvegliare l'area e assicurarsi che nessun membro del Pack provasse a rialzarsi.

Ogni volta che tornavano riferivano che tutto era a posto, ma meglio prevenire che curare.

Nel tempo che in quel giorno gli altri erano fuori, San si sedette con Wooyoung sul suo letto per giocare a carte mentre Yunho stava facendo fisioterapia.

I due parlarono a bassa voce, così da non disturbare Hongjoong che era seduto accanto a Mingi leggendo 'Peter Pan' ad alta voce.

Era qualcosa che il maggiore aveva iniziato a fare volendo che Mingi sentisse la sua voce tutti i giorni.

Il suono della voce di Hongjoong era qualcosa che San imparò ad amare. Era un suono rilassante a cui si era legato, quindi notò il secondo in cui Hongjoong si fermò.

Entrambi lui e Wooyoung guardarono oltre per vedere Hongjoong fissare il viso di Mingi.

Il silenzio li avvolse.

Gli occhi di Mingi erano aperti.

Volarono perla stanza rapidamente e il panico iniziò a trasformare la sua espressione.

"Mingi?" Hongjoong posò il suo libero e prese la sua mano. "Mingi, va bene. Sei al sicuro."
Gli occhi del ladro saettarono su Hongjoong ed iniziò a scuotere la testa. "Co-Cosa?" si spinse su sul letto. "Dove sono?"
"Sei al sicuro. Sei a ca-casa." Hongjoong si avvicinò per accarezzare la guancia di Mingi, ma lui sorprese tutti allontanandosi.
"Io non... non capisco. Dove sono?! E chi siete voi?!"

Answer ||| Ateez [Traduzione italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora