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La tensione era pesante, ma Yunho si rifiutò di arrendersi.

Che uno sconosciuto si presentasse e chiedesse cosa era successo a sua sorella, era l'ultima cosa che si sarebbe mai aspettato succedesse nella sua vita e la pazza storia che aveva raccontato sul conoscerlo da una vita passata era una cazzata assurda.

"Allora?" disse, scuotendo la sua pistola. "Inizia a parlare! Non te lo chiederò di nuovo!"
"Yunho, per favore, abbassa la pistola e possiamo parlarne." Mingi tenne le mani alzate con la schiena addosso alla portiera.
"No, come sai di mia sorella?" Yunho ringhiò. Ci mancava poco che premesse il grilletto.
"Perché ti conosco. O, ti conoscevo. Posso provartelo."
"Come?"
"Yuri era diversa, vero?" Mingi abbassò il tono di voce e aveva uno sguardo gentile nei suoi occhi che diede a Yunho i brividi, eppure non riuscì a rispondere.

Ricordi di sua sorella iniziarono a riempire la sua mente. La sua risata. Il suo sorriso, quanto voleva prendersi cura di lui. Poi però cominciarono ad essere sostituiti con quelli brutti...

Le sue urla.

Il suo dolore.

"Sentiva delle voci, giusto?" la voce di Mingi era quasi un sussurro ormai.
"Come... come lo sai?"
Gli angoli della bocca di Mingi si alzarono in un piccolo sorriso comprensivo. "Come ho detto, conosco delle cose su di te, ma so che sono diverse in questa vita per quante ne sono successe. Eri un poliziotto e lo eri diventato perché tua sorella era stata uccisa, quindi volevi fare giustizia per il suo assassino."
La mascella di Yuhno si aprì di poco. "U-Uccisa? Di... Di cosa diavolo stai parlando?"
"Non è quello che è successo questa volta, vero?" l'espressione di Mingi cadde un po' e guardò Yunho con così tanta preoccupazione, molta di più di quanta ne avrebbe data ad uno sconosciuto. Era disorientante e improvvisamente Yunho non volle altro che abbracciare l'uomo, oppure dargli uno schiaffo.
"No. Yuri non è stata uccisa." Yunho gracchiò. La sua gola divenne secca mentre le immagini attraversavano ancora la sua mente. "Sei davvero di un tempo diverso?"
Mingi annuì ed abbassò le sue mani. "So che è dura da credere e non ho alcun altro modo per provartelo oltre da quel che so di te. Sono sicuro che è cambiato molto, ma le tue abilità per guidare no. Continuano a farmi una paura fottuta." iniziò a ridere e si grattò il retro del capo nervosamente.
"Continuano? Quindi ero un guidatore anche in questa... quest'altra vita?" Yunho chiese, abbassando finalmente la pistola e inclinando la testa di lato .
"Uno dannatamente bravo. Andavi in giro per la città come se possedessi il posto e quando necessario sapevi seminare un paio di pedinatori."
"Come ho fatto oggi?"
"Esatto." Mingi sorrise. "Potevamo sempre contare su di te, specialmente Hong-" il sorriso svanì e Mingi spostò gli occhi sulle sue gambe.

Il cambiamento improvviso sorprese Yunho. Era sempre stato bravo a capire le persone, quindi, per quanto non si fidasse Mingi credette definitivamente a cosa stava dicendo, ma, per come sembrava stesse soffrendo, Yunho non sapeva cosa fare.

"Scusa." Mingi sospirò e lasciò cadere la testa contro il finestrino dell'auto. "Per un momento... Mi ero quasi scordato."
"Scordato cosa?"
"Che lui ha dimenticato chi sono." Mingi sembrava stesse davvero molto male.
"Di chi stai parlando?" guardò l'altro uomo sospirare e chiudere gli occhi.
"C'è così tanto... troppo. Perché ho premuto il d-dannato pulsante?" la voce di Mingi si incrinò. "Perché devo ricordare? Le cose sarebbero state molto più semplici se avessi dimenticato tutto, come il resto di voi.."
"È successo davvero?"
Mingi annuì lentamente. "Si. Vorrei avere un modo per provartelo, ma è successo e l'unica cosa a cui riesco a pensare da fare ora è provare a riportare tutti quanti insieme e portare giù il Pack. È colpa sua se è ci è accaduto questo."
Yunho si immobilizzò. "Sua?"
"Mercer." il modo in cui Mingi disse il nome dell'uomo racchiudeva così tanto veleno che fece rabbrividire Yunho. "Ha rovinato tutto."
Per un lungo momento, i due rimasero in silenzio. Poi Yunho fece un respiro lento e profondo. "Raccontami tutto."

.

.

.

.

"Quel cortocircuito avrebbe potuto rovinare tutto." Jongho si lamentò mentre cadeva sul divano accanto alla postazione di lavoro di Yeosang.

Il maggiore fece un verso di comprensione e annuì con la testa, non togliendo gli occhi da i numerosi schermi davanti a lui.

Jongho aveva detto bene, anche se era stato solo per pochi minuti, parecchie persone si erano quasi ferite nel piccolo caos che era scoppiato.

E aveva mandato Yeosang in bestia, oltre l'immaginazione.
Aveva passato ore a sistemare il suo elaborato sistema di sicurezza per assicurarsi che niente sarebbe potuto andare storto con gli affari che Jongho stava gestendo.

Quello che poteva fare per il momento era studiare a rotazione le riprese.
Yeosang aveva individuato l'esatto momento che ognuna delle sue telecamere aveva perso la connessione. Tutte le prove portavano ad un piccolo circuito. Le immagini erano nere da tre a cinque minuti. Sembrava fosse casuale poiché una telecamera si era sconnessa per tre minuti, poi, dopo poco tempo, la stessa si era spenta per quattro minuti.

Però non era casuale.

Le telecamere si erano spente nella tragitto che conduceva dritto al generatore che tenevano al piano inferiore. Nessun'altra era stata toccata dall'altra parte dell'edificio.

Qualcuno lo aveva pianificato.
Yeosang stava impazzendo per capire chi.

Era pronto a scommettere che fosse qualcuno del Pack. Stavano provando ad inchiodarlo da anni ormai ed era riuscito sempre ad eluderli.
Con questo attacco improvviso, Yeosang sapeva che avrebbe dovuto ridurrei suoi lavori interni.

"Sangie?"

Yeosang fece un verso in risposta di nuovo ed iniziò a spostare velocemente il lecca-lecca nella sua bocca. Gli stava sfuggendo qualcosa, poteva sentirlo. Il salto della corrente era troppo perfetto...

Grandi e forti mani si ancorarono sulle sue spalle e cominciarono a massaggiarle, facendogli chiudere gli occhi. Jongho sapeva sempre come distrarlo.

Il che fece scuotere la testa a Yeosang e spinse via le mani di Jongho. "No! Devo finire qui. Va' a trovare qualcosa da prendere a pugni." disse senza spostare gli occhi dallo schermo.
"Va' a trovare qualcosa da prendere a pungi? Davvero?" Jongho rise. "Ti stai sovraccaricando di lavoro, se questo è il meglio che riesci a dire." il minore afferrò la sedia di Yeosang ed iniziò ad allontanarlo dalla sua scrivania.
"No! Jong- N-Fe- Jongho!" Yeosang farfugliò cercando di tenersi alla struttura mentre si allontanava.
"No! Devi fare una pausa. Mi stai ignorando e non mi piace essere ignorato." Jongho rimproverò. Quando furono dal lato opposto della stanza, fece girare la sedia e sbatté le mani sui braccioli così da intrappolare Yeosang.
Yeosang volle schiaffeggiare quel sorrisetto via dal suo viso. "Jongho, è una situazione seria. Hai appena detto che il cortocircuito avrebbe potuto rovinare tutto. Sto cercando di capire cosa lo ha causato."
"Si, l'ho detto, ma non è successo e tu hai fissato quello schermo per tutto il giorno. Almeno hai mangiato?"
"Certo che ho-" Yeosang si fermò e increspò le labbra.
"Come pensavo." Jongho si sporse in avanti e sollevò Yeosang, portandolo oltre la sua spalla.
"Jongho! Che diavolo stai facendo?!" Yeosang esclamò, non riuscendo a non iniziare a ridere quando Jongho saltellò su e giù di proposito mentre correva verso la loro camera. "Sei proprio un idiota! Mettimi giù!"
"Come desideri." Jongho disse prima di far cadere Yeosang sul loro letto e gattonò sopra di lui per bloccare i suoi polsi accanto alla sua testa.

I due si fissarono l'un l'altra, Jongho con un sorriso e Yeosang con un'occhiataccia.

"Sei un bambino." Yeosang disse.
"Forse, ma sono il tuo bambino e tu sei un genitore negligente. Richiedo la tua attenzione e la chiedo ora."

Yeosang sentiva la sua determinazione crollare. Sapeva di aver perso la battaglia non appenale mani di Jongho avevano iniziato a massaggiargli le spalle, ma uno di loro doveva essere quello responsabile nella relazione.

Chi altro poteva trattenere Jongho dall'uccidersi da quanto incosciente poteva essere?

Però non riuscì a combattere il sorriso che gli tirò le labbra quando Jongho finalmente abbassò la testa così che potessero scambiarsi un profondo bacio appassionato.

Era strano, baciarlo, perché sembrava sempre come se si fossero baciati da molto prima di quanto facevano in realtà. Fin dal loro primo bacio. Jongho si sentiva allo stesso modo e avevano passato molto tempo a parlarne, ma nessuno di loro poteva capirne il motivo.

Jongho, essendo il bambino che era, disse che forse era perché erano destinati ad essere insieme. Yeosang aveva roteatogli occhi al tempo e lo aveva stuzzicato per essere un idiota. Nel profondo, però, amava quell'idea. Anche lui credeva che ci fosse qualcosa riguardo alla sua connessione con Jongho che sembrava ci fosse sempre stata.

Poco dopo che avevano cominciato a baciarsi, Jongho rilasciò uno dei suoi polsi, così da poter scivolare con la mano sotto la maglia di Yeosang per iniziare a stuzzicargli i capezzoli. L'altro mugolò in protesta e provò a dimenarsi, ma Jongho usò il suo peso per tenerlo fermo. Non importava quante volte Yeosang si lamentava che era sensibile, Jongho non avrebbe mai taciuto su quanto gli piaceva il dolce suono che Yeosang faceva.

Non si fermavano.

Il maggiore continuò a contorcersi, soprattutto quando gli tolse la maglietta e attaccò la labbra al suo altro capezzolo.

"J-Jong-!" Yeosang boccheggiò, portando una mano ad afferrare i capelli di Jongho. Poteva sentire l'eccitazione crescere. Non poteva opporsi.

Jongho era ancora completamente steso sopra Yeosang. Però, una delle sue gambe era in mezzo a quelle di Yeosang, dando all'altro la perfetta opportunità per cominciare a sfregarsi sulla sua coscia.

Gemette immediatamente ed inarcò la schiena dal letto mentre il piacere scorreva nel suo corpo.

"Qualcuno è eccitato." Jongho sussurrò, inclinando la testa in su per guardare Yeosang.
"Sei tu che volevi attenzione." Yeosang sbuffò, continuando a strusciarsi contro la coscia di Jongho. Anche solo attraverso quel semplice movimento, poteva sentire tutta la forza e il potere del suo amato. Lo fece rabbrividire in anticipazione per quello che sarebbe arrivato.

In pochi secondi, entrambi furono senza vestiti e uniti sul materasso.

Yeosang, sempre ribelle, continuò a fare commenti su quanto dovesse tornare a lavorare o almeno ci provava, ma Jongho avrebbe sempre ingoiato le sue parole con un bacio.

O uno schiaffo sul sedere.

A seconda di quale era più conveniente.

Fin troppo presto, Yeosang si ritrovò ad essere manovrato e piegato in due, così che Jongho potesse cominciare a concentrarsi sulla sua entrata con la lingua e, oh, lo fece impazzire.
Ansimò e miagolò mentre Jongho lo leccava, mandando un senso di piacere attraverso il suo corpo.

Quando iniziò ad aggiungere le dita, lo fece impazzire ancora di più.

Era sempre stato leggermente imbarazzato da quanto bene Jongho sapeva controllarlo, che fu provato solo quando venne senza essere toccato e coprì il suo petto e anche un po' il suo mento e la guancia con il suo stesso sperma.

Jongho non disse una parola, portandosi sopra di lui e leccò via il seme del maggiore mentre continuava a muovere tre dita dentro e fuori da lui.

"Jong... Ti prego..." Yeosang supplicò. Aveva bisogno di essere riempito, nonostante sapeva che sarebbe stato sensibile dopo il suo orgasmo. Aveva bisogno di sentire il suo amore dentro di sé.

Fortunatamente il minore doveva essere stato d'accordo, poiché tolse le si e dita e fece rigirare Yeosang in un movimento fluido, in modo che fosse steso sul suo stomaco.
Poi Jongho si stese su di lui, premendolo sul materasso mentre lentamente spingeva all'interno la sua lunghezza, che aveva cosparso con un po' di saliva.

Succedeva sempre così. Diventavano eccitati e non potevano preoccuparsi di cercare il lubrificante che era da qualche parte nella camera da letto, quindi la prima parte era sempre difficile per entrambi.

Però non appena Jongho fu avvolto dalle natiche di Yeosang, iniziò a roteare i fianchi. Avvolse un braccio attorno a Yeosang, bloccando le sue braccia lungo i suoi lati e tenendo entrambi il più vicino possibile.

Yeosang era travolto da tutto quello che Jongho era e lo amava.

Specialmente quando Jongho cominciò a spingere dentro di lui ancora più veloce.

Tutto quello che si sentì erano i grugniti e i gemiti mentre continuavano ad immergersi nel loro legame.

Erano così fortunati ad essersi trovati, quindi provavano a mostrare il loro amore l'un l'altra il più possibile.

Yeosang doveva a Jongho la sua vita.

Cercò di dimostrarlo a parole quanto grato fosse per quello quando proferì, "Ti amo. Jong... Ti amo." gemette, provando a torcere la sua mano, solo per toccare qualche parte di Jongho.

Il minore piagnucolò, incapace di formare altre parole e liberò una mano per aiutare Yeosng a girare la testa di lato ed unì le loro labbra in un altro bacio appassionato mentre spingeva più forte dentro Yeosang un paio di volte, continuando mentre raggiungeva il suo limite.

Il piacere da tutto quel che stava provando, portò anche Yeosang ad avere il secondo orgasmo. La frizione dalla coperta sotto di lui aiutò, ma divenne un casino di gemiti dalla stimolazione eccessiva.

Quando Jongho uscì da lui, li fece roteare di lato ed unì le loro labbra un'altra volta. Le loro mani vagarono sul corpo coperto di sudore dell'altro per diversi minuti, prima che Yeosang si allontanasse e scosse la testa. "Ti senti meglio ora?"
"Quasi." Jongho disse con un leggero lamento.

Poi intrappolò Yeosang contro di sé e lo fece sballottare mentre tirava fuori le coperte da sotto di loro e le tirò su, così riuscirono ad accoccolarsi insieme.

Per quanto Yeosang volle cominciare a protestare di nuovo, quello era il suo luogo preferito nel mondo. Non voleva essere lontano da Jongho e, stare stesi insieme nel letto con l'orecchio poggiato al suo petto proprio sopra il suo cuore, era l'unico posto dove voleva stare davvero.

"Ti amo anche io, Sangie." Jongho sussurrò, la sua mano corse pigramente sul braccio dell'altro. Il sonno era già pesante nella sua voce e Yeosang non riuscì neanche a rispondere, entrambi addormentandosi insieme e godendosi la loro parte di paradiso nel mondo crudele dove vivevano.

Answer ||| Ateez [Traduzione italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora