5

90 8 0
                                    


"Hai preso tutto quello che ho chiesto?"
"Si. È rischioso, è sicuro che starà bene?"
"Con chi pensi di parlare?" Hongjoong sbottò, incrociando le braccia. Assottigliò gli occhi e sentì un sorrisetto tirare le sue labbra quando l'uomo davanti a sé sussultò. "So esattamente quello che sto facendo. Nessuno può fermarmi. Dovresti saperlo."
"Si, signore. Mi scusi, signore." l'uomo più alto si inchinò e se ne andò di fretta senza dire altro.
Hongjoong roteò gli occhi e guardò la cartellina dei suoi appunti nelle sue mani. Un sorriso perfido attraversò il suo viso più che leggeva. "Perfetto."

Dopo un momento, tutto quel che vide fu il segno del dollaro.
Avrebbe fatto così tanti soldi quella sera. Il che voleva dire che ne avrebbe avuti di più da usare per sé e meno ne sarebbero andati nelle tasche avide del Wolf Pack.

Quello era il suo obbiettivo principale.

Il Pack gli aveva preso tutto. Erano la feccia della Terra ed era determinato a sconfiggerli fin quanto possibile senza farsi uccidere.
E se sarebbe dovuto morire, si sarebbe assicurato di portare con sé quanti più dei loro membri possibile.

Ora che i pacchi erano stati consegnati, Hongjoong poteva rilassarsi fino alla sera. Si accomodò sulla sua sedia e sorvegliò il negozio.
C'era solo qualche persona che camminava in giro, tenendo la testa bassa. Non poteva biasimarli affatto. Erano tempi pericolosi.

Una giovane coppia arrivò e comprò un paio di giornalini, qualche snack e qualcosa da bere. Mantennero il capo chinato e dissero alcune cose ad Hongjoong prima di uscire dal negozio.

Lui sorrise e scosse la testa.

Avevano ogni diritto di essere spaventati. Non era un posto sicuro dove stare per lunghi periodi di tempo.

E la persona che entrò dopo lo confermò.

Hongjoong si alzò e raggiunse il bancone per afferrare la pistola che avevano nascosto lì. "Che ci fai qui?" chiese, provando a tenere il suo tono il più gradevole che riuscì.
L'uomo alto aprì la bocca e fece uscire la lingua all'angolo di essa mentre la mordeva con i denti. Quello sguardo di pura gioia che attraversò il suo viso fece tremare Hongjoong dalla rabbia. "È questo il modo per accogliere il tuo benefattore?" i suoi capelli scuri ondeggiarono mentre si avvicinava.

L'uomo era attraente, Hongjoong non poteva negarlo e il modo in cui camminava con fluida precisione mostrava il suo addestramento sul campo. Dimostrava anche che non aveva paura di lottare se necessario.

Ad ogni modo, Hongjoong lo derise alla domanda e strinse la pistola nella sua mano. "Continua a desiderare di essere il mio benefattore."
"Vacci piano, Hongjoong. Controllerei il tono che usi con me. Sai che posso distruggerti così." disse mentre schioccava le dita.

Si sforzò al massimo per non tirare fuori la pistola e sparare all'uomo in mezzo ai suoi occhi, ma Hongjoong sapeva che aveva armi puntate addosso dall'esterno.
Se avesse fatto un movimento sbagliato, allora lo avrebbero messo a terra in un istante.

"Come posso aiutarla oggi, signore?" Hongjoong disse, facendo la sua voce disgustosamente dolce e stuccò il suo viso con un grande e falso sorriso.
L'uomo strinse gli occhi ed incrociò le braccia. "Sei una spina nel fianco, lo sai?"
"Vorresti che fossi la spina nel tuo fianco."
"Nei tuoi sogni." l'uomo rise e si voltò quando la porta si aprì.

Il comportamento di Hongjoong cambiò totalmente quando vide chi era. Il nuovo arrivato era più esile rispetto al primo. Sembrava delicato, specialmente intorno ai suoi fianchi e gambe, ma i suoi occhi riflettevano sempre il livello di doti mortali che possedeva.

Da storie raccontate ed averlo visto accadere davvero una volta, Hongjoong sapeva che non aveva paura di uccidere senza preavviso.

"Ok, devi dirmi cosa sta succedendo." Hongjoong disse, osservando attentamente i due. "Non gioco più, Seonghwa."
Il più alto guardò attorno nel negozio. "Almeno so che sei serio ora." ammiccò e fece un cenno con la testa.

L'altro cominciò a camminare per il negozio mentre teneva le mani sulla schiena.

"Ci sono voci per la strada che qui vengano molte persone a visitare il posto e non vanno via se non dopo diverse ore, o anche tardi nella notte. Questa non sembra un'area dove le persone verrebbero a passare molto del loro tempo... Senza offesa."
"Si, hai finto? Fondamentalmente lo hai fatto diventare l'esatto opposto. Quindi grazie, coglione. È carino da parte tua visitarmi." Hongjoong ringhiò. "E per tua informazione, alle persone è permesso andare e venire come vogliono. Se vogliono restare e parlare, possono! Arriva a quello che vuoi davvero chiedere, così potrò tornare al mio lavoro."
Le labbra di Seonghwa si strinsero in un linea sottile, facendo vedere quanto irritato fosse in quel momento. "Cosa c'è nella stanza sul retro? Sono qui per investigare su lamentele di incontri che potrebbero causare potenziale danno al Wolf Pack."

Hongjoong sapeva il perché era lì. Diversi uomini erano venuti prima di lui, chiedendola stessa cosa. Il fatto che fosse Seonghwa venuto a fare la stessa domanda, significava che si erano stufati con il suo eludere le loro richieste o non dando loro alcuna prova di cosa avevano sentito dire.

"Sei libero di dare un'occhiata. Come tutti gli altri prima di te. E proprio come loro, troverai niente." Hongjoong sollevò la barriera e menzionò a Seonghwa di avanzare, lasciando andare la pistola per tenerla nascosta.
"Grazie. San, sorveglialo." Seonghwa disse e l'altro uomo fu lì in un battito di ciglia. Si sistemò sul posto e posò gli occhi su Hongjoong e non li spostò mai.
Seonghwa sparì nella stanza sul retro e Hongjoong si restrinse. "Devi guardarmi in quel modo?"

San non rispose. Sembrava... spento. Come se la sua concentrazione non fosse lì o come se avesse l'abilità di concentrarsi solo su Hongjoong e nient'altro.

"Fottuto pazzo." Hongjoong borbottò. Aveva visto San lavorare prima durante uno delle razzie del Pack al mercato. Un uomo aveva provato a scappare con i soldi della sua bancarella senza pagare la tassa che il Pack stava esigendo. Era stato dato l'ordine a San di prenderlo, che fece in una mancata di secondi con un'ascia dietro la testa.

Era mortale. Un'arma umana.

E Hongjoong non voleva farlo arrabbiare.

Seonghwa rimase sul retro per diversi lunghi minuti. Hongjoong sapeva che stava controllando ogni angolo, curva, scaffale e pannello del controsoffitto per la qualsiasi cosa fuori posto.

Non avrebbe mai trovato qualcosa e anche se fosse stato in grado di trovare dove era la porta nascosta, non sarebbe mai riuscito ad aprirla.

Si sarebbe aperta solo per Hongjoong.

Quando Seonghwa tornò, il suo naso era leggermente arricciato in delusione. "Sembra tutto nella norma." brontolò.
"Come lo è sempre."
Seonghwa gli lanciò un'occhiataccia, poi avanzò per spingere Hongjoong contro il bancone. "Attento a come parli. Quella tua boccaccia ti farà uccidere un giorno. E non vedo l'ora di darti da mangiare ai cani quando accadrà."

Quella minaccia non era uno scherzo.

Hongjoong poteva vedere il ripudio nei suoi occhi grigi.

"Sta' attento. I tuoi giorni sono contati." Seonghwa ringhiò prima di sbattere Hongjoong contro il bancone e volare via.

San lo seguì senza che gli fosse detto e senza dire una parola.
L'ombra perfetta.

Quando la porta si chiuse, Hongjoong cedette contro il bancone e portò una mano sul suo cuore. Stava battendo molto forte e veloce. A volte odiava davvero la sua mente. Sapeva che Seonghwa era qualcuno che non doveva sfidare, ma non riusciva a farne a meno.

Voleva che quell'uomo soffrisse. Lui e il resto del Pack. Dovevano perire tutti.

Quando fu sicuro che Seonghwa se ne fosse andato, tirò fuori di nuovo la cartellina degli appunti e capì esattamente perché l'altro era venuto da lui.

C'erano diverse armi di prima scelta costose che sarebbero state messe all'asta o vendute quella sera ed alcune erano state rubate dai camion del Pack. C'erano anche delle casse di medicinali.
Era la più grande scorta di tutto quel che aveva.

I medicinali erano una rarità in quei giorni. E i dottori? Buona fortuna per vederne uno. Specialmente perché erano tutti pagati dal Pack, che significava che potevano allontanare chiunque. O essere costretti a farlo...

Un'altra ragione per cui Hongjoong era in missione per abbatterli.

Con tutto sistemato, andò sul retro e camminò fino alla radio che usava per mettere la musica nel negozio. Usò l'unghia del suo mignolo, che teneva di proposito più lunga, per aprire il pannello laterale per girare l'interruttore nascosto lì.

Dal momento che non c'era nessun movimento nel negozio stesso, sapeva che un segnale avrebbe iniziato ad emettere per la città.

Era qualcosa su cui aveva passato anni a perfezionare usando una vecchia frequenza radio che nessuno ascoltava più e, se qualcuno l'avesse accesa, non avrebbe avuto idea di cosa stesse riproducendo poiché era impostata per ripetere solo quattro toni diversi che andavano a ripetizione.
Il perfetto segnale segreto per chiamare quelli che si fidavano abbastanza pervenire.

Era elettrizzante per lui farlo proprio dopo che Seonghwa era venuto ad investigare, più che altro perché sapeva che qualcuno avrebbe sorvegliato il negozio quella notte.

Aveva un piano anche per quello.

Con il giro di un altro interruttore, i quattro toni trasmettenti che stava mandando cambiarono di un'ottava più alta.

A quel punto gli altri sapevano di dover usare il tunnel sotto la città per arrivare.
Non era il loro modo preferito di venire e dovevano ricordarsi delle chiavi che aveva fatto per loro, ma nessuno si lamentava. Conoscevano il rischio di quel che stavano facendo.
Per qualsiasi nuova persona che sarebbe arrivata, l'avrebbe accettata usando la password.

I membri avrebbero invitato persone che conoscevano per unirsi e dar loro la frase d'accesso che serviva per entrare.
Era abbastanza intricata che nessuno l'avrebbe facilmente indovinata, quindi Hongjoong si fidava sempre.

Però monitorava chiunque di nuovo da vicino ed aveva il diritto di buttarli fuori a calci.

Era bravo con i visi, quindi non sarebbero mai potuti rientrare. Sarebbero stati sulla lista nera per sempre.

La porta dell'entrata suonò e Hongjoong tornò dietro al bancone.

Un uomo più alto entrò, indossando un lungo cappotto impermeabile con il colletto tirato super coprire il suo collo. Aveva addosso un cappello dai bordi larghi che copriva il suo viso con l'ombra.
Come se non fosse evidente che voleva nascondere chi era.

Hongjoong roteò gli occhi e si sedette sullo sgabello che teneva vicino e tirò fuori un libro.

Una delle sue passioni segrete era leggere. Specialmente libri di avventura. Non sapeva bene da dove venisse questo suo amore. A volte sentiva come se qualcun altro lo avesse convinto ad iniziare a leggerli, ma non riusciva mai a ricordare chi era stato.

"Che stai leggendo?" il cliente chiese. La sua voce era bassa e aveva quasi un tono morbido a cui Hongjoong si legò immediatamente.
"Peter Pan. L'hai mai sentito?" alzò lo sguardo e fu sorpreso da vedere il cliente in piedi poco distante che lo guardava.
Il viso dell'uomo era ancora nascosto, ma sembrava quasi che si stesse trattenendo. "Certo." la sua voce si incrinò un po'. "È uno dei miei preferiti."

Hongjoong fece un verso di approvazione in risposta e tornò a leggere di nuovo.

Però l'altro continuò a parlare. "Io... avevo qualcuno speciale per me a cui lo leggevo."
Un brivido corse lungo la spina di Hongjoong. Il tono della voce dell'uomo... era rimpianto? Dolore? Era molto difficile da dire. "È bello. Sembra che significasse molto per te."
Ci fu una pausa molto lunga. "Non hai idea..." l'uomo disse, la sua voce a malapena un sussurro. "Scusa per il disturbo." aggiunse prima di girarsi e lasciare il negozio.

Hongjoong si sporse in avanti per guardare alla porta.

L'uomo era accovacciato difronte, piegato su sé stesso e si stringeva la testa. Come se stesse soffrendo.

Lo osservò finché l'uomo non si alzò e andò via.
"Strano." Hongjoong borbottò a sé stesso prima di ritornare al suo libro.

Mentre leggeva le parole, non poté far a meno di pensare a quanto fossero familiari.

Answer ||| Ateez [Traduzione italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora