13

73 7 0
                                    


San rotolò di lato e gemette. La testa lo stava uccidendo... stava martellando, anche se in quei giorni martellava sempre.

Faceva male anche solo pensare di aprire gli occhi, così portò un braccio a coprirli e provò a fingere di poter tornare a dormire.
Non ebbe fortuna però... Il letto si spostò accanto a lui e un braccio si avvolse attorno i suoi fianchi. Era confortante e San fu in grado di rilassarsi al tocco.

Dei dolci e leggeri baci si posarono alla base del suo collo, facendolo rabbrividire. "Buon giorno." la voce bassa di Seonghwa arrivò da dietro di lui.
La loro pelle nuda si toccò, ricordando a San la loro notte piena di beatitudine passata insieme. Sorrise e stirò le spalle un po', sistemandosi più a fondo nel letto. "Buon giorno." mormorò. Era sempre più difficile per lui alzarsi la mattina.
"Vuoi venire con me oggi?" Seonghwa chiese. Iniziò a formare, in modo lenitivo, dei cerchi sul petto di San, facendogli fare un verso di soddisfazione.
"Per fare cosa?"
"Mio padre vuole che controlli un obbiettivo prioritario. Penso che sia sparito ieri e ora mio padre è preoccupato che se non lo troviamo potrebbe creare pericolo per noi. Hai dei compiti per oggi?"
"Non penso." San si roteò lentamente e premette il naso sul petto di Seonghwa. "Dobbiamo proprio?"
Il maggiore rise. "Io devo. Tu no. Puoi rimanere qui se vuoi."
San fece un lungo, probabilmente fin troppo drammatico, sospiro. "No, verrò. Non mi piace stare qui in giro se posso evitarlo."
Seonghwa annuì in comprensione e scivolò via da sotto le coperte. "Va bene, proveremo a sbrigarci. Non capisco cosa mio padre si aspetti che trovi o cosa ci sia di così importante su questo tizio."
San si rigirò e notò il fascicolo posato accanto al letto. "È lui?" un verso di approvazione arrivò dall'armadio e San prese il file fra le mani. "Jeong Yun... ho..."San sussurrò. Il nome
venne fuori dalla sua bocca e lui si fermò.

Sembrava.... familiare, ma era certo di non averlo mai sentito prima. Aprì la cartella e sorvolò la pagina di informazioni che avevano su di lui, che non era molto. C'era solo il suo ultimo indirizzo conosciuto, la sua età presunta, altezza e il fatto che era un corridore.

C'era una fotografia, però, e San si ritrovò a fissarla senza battere ciglio.

Yunho era bello. I suoi morbidi capelli castani e i suoi lineamenti. Nonostante fosse quasi accigliato nell'immagine, San poteva dire che Yunho era tosto solo perché doveva esserlo.

E i suoi occhi...

San sfiorò la foto con le dita.

"Ti vesti?" Seonghwa uscì dal guardaroba indossando una camicia nera. Poi controllò le cinghie di pelle intorno alle sue cosce e fianchi, dove San sapeva ci sarebbero state un paio di fondine per le pistole e coltelli.
"Ti prepari così?"
Seonghwa scrollò le spalle. "Meglio prevenire che curare. Se quest'uomo è pericoloso come mio padre pensa sia, allora preferisco essere attrezzato."
"Per cosa pensi che lo voglia?" San scese dal letto ed entrò nella cabina armadio di Seonghwa. Passavano abbastanza tempo insieme che aveva una piccola selezione di vestiti lì e si sarebbe potuto fermare nella sua stanza se avesse avuto bisogno di altro.
Mentre si vestiva con dei vestiti piuttosto simili, Seonghwa ripassò il file di Yunho. "Nonne ho idea. È l'unica cosa che mio padre non vuole ancora condividere con me. Ho il presentimento che lo farà presto, specialmente se queste persone lo eludono. Deve essere pericoloso comunque."

San increspò le labbra ed osservò la foto che aveva portato con sé nel guardaroba. Quell'uomo non poteva essere pericoloso.

Quando fu pronto, i due si diressero verso la stanza delle armi e finirono di raccogliere il loro equipaggiamento.

Seonghwa preferì le pistole e ne selezionò diverse da legare al suo corpo, mentre San scelse una verità di coltelli e pistole. Da tutto l'addestramento che aveva fatto, sapeva che aveva l'abilità sia per il combattimento corpo a corpo che per quello a distanza.

"Sei sicuro che non sia troppo?" domandò, guardando in basso verso i sei differenti coltelli attaccati alle sue cosce e le due pistole alla sua vita.
"Probabile. Andiamo." Seonghwa fece un cenno con la testa per indicare a San di seguirlo.

San guardò a terra. Sapeva che Seonghwa indossava la sua stessa maschera. Diventare sempre in quel modo quando andava fuori in missione. Così serio e concentrato. San si spaventava quasi a pensarci.

Però poi si ricordò gli sguardi che riceveva dagli altri membri del Pack e sapeva che doveva far lo stesso a volte.

Si fecero strada verso il garage e Seonghwa scelse una delle macchine sportive più veloci da guidare. In pochi minuti stavano volando nella parte principale della città.

Seonghwa oscillò nel traffico con una precisione estrema. Nessuno provò a farsi domande, tanto meno provare a fermarlo. Quella era una bella cosa sul dominare sulla città. San amava tutto il potere che ne ricavava.

Normalmente per arrivare alla casa dove erano diretti ci sarebbe voluto quasi un'ora, ma Seonghwa riuscì a raggiungerla in poco più di mezz'ora. Il quartiere era incredibilmente degradato e, non appena le persone per la strada videro la loro macchina, corsero nelle loro case.

Seonghwa sbuffò mentre accostava nel vialetto della casa del loro obbiettivo. "Stai in guardia. Queste persone sono schifosi e sono sicuro che proveranno a fare la qualsiasi cosa se ne avranno possibilità."

San dovette essere d'accordo. C'erano già gruppi di spettatori radunati alcune case più giù, che provarono a vedere perché erano lì.

"Se QUALCUNO pensa solo a respirare sulla mia auto, si prenderà una pallottola in testa. Ricevuto?" Seonghwa guardò nella loro direzione con uno sguardo letale. Nessuno gli rispose o si mosse, masi scambiarono occhiate preoccupate.

A quel punto, Seonghwa si avvicinò all'abitazione. C'erano fori di proiettile su tutto il lato frontale. Bussò con la maniglia un paio di volte, poi la girò rapidamente mentre spinse la porta verso l'interno. Sorprendentemente si spalancò senza resistenza.

Seonghwa tirò fuori la sua pistola e la caricò, poi la sollevò davanti a sé prima di entrare.
Intanto San aveva preso un paio di coltelli e li rigirò fra le dita per provare a calmare i suoi nervi. La casa non era affatto come ci si aspetterebbe dalla foto di Yunho. Era cosi....vuota e malandata...

Non c'erano quadri sui muri, nessuna decorazione, il divano sembrava fosse stato già distrutto prima che fosse fatto a pezzi, non c'era il tavolo... come poteva qualcuno vivere davvero lì?

Seonghwa sembrava altrettanto stupito. "Chi vive qui, è qualcuno di cui mio padre ha paura?"
"Forse non ha mai considerato questo posto casa sua." San mormorò. Vagò nella cucina e inclinò il capo di lato quando vide un buco nel pavimento. "Deve essersene andato in fretta quando i nostri uomini si sono presentati."
"Oh, ne sono certo." Seonghwa iniziò ad aprire ogni cassetto della cucina. Poi sobbalzò quando il suo telefono suonò. Lo tirò fuori velocemente e lo portò all'orecchio. "Pronto? Oh, padre, i-" il tono di voce di Seonghwa cambiò drasticamente, facendo voltare San verso di lui. "Si. Beh io- si, gliel'ho chiesto. Ha detto- padre tu non-"

San stava per chiedere se andasse tutto bene quando vacillò sul posto. La testa si fece più pesante e dei punti neri apparvero intorno alla sua vista.

San. Va tutto bene. Siamo qui.

Conforto. Fu la prima cosa che provò quando udì le voci. Erano...confortanti... per lui.

Abbiamo bisogno che tu faccia qualcosa per noi.

"Cosa?" chiese, ignorando il fatto che Seonghwa abbassò il telefono dal suo orecchio e gli lanciò un'occhiata.

Trova l'obbiettivo. Trovalo ed eliminalo. Puoi farlo per noi?

"Si." San si voltò ed analizzò la stanza di nuovo. Chiunque vivesse lì era stato attento a non personalizzarla o lasciare alcuna traccia dichi fosse.

Il buco nel pavimento era sospettoso però. San si accovacciò vicino ad esso e assottigliò gli occhi. Per cosa poteva essere stato usato?

Doveva nascondere delle armi. Deve essere fermato! È pericoloso!

San annuì e studiò i segni di trascinamento sul pavimento e poi i suoi occhi caddero sul frigorifero che era al suo fianco, accanto ad una porta aperta.

Si alzò in un movimento fluido e uscì dalla casa. Si ritrovò di fronte al garage e la prima cosa notò furono le telecamere di videosorveglianza che erano state installate per riprenderlo, ma non c'era nient'altro nell'abitazione...

Strano.

San poté sentire Seonghwa seguirlo, ma sapeva che era il migliore a risolvere i problemi, quindi gli sarebbe andato dietro per il momento.

Non badando alle telecamere, San aprì la porta dentro il garage si guardò intorno. Un muro aveva degli attrezzi poggiati contro, organizzati in modo che tutto fosse appeso ed accessibile. Al di sotto c'era un tavolo da lavoro, anch'esso ordinato e pulito, nonostante ci fossero alcune macchie sul legno. Macchie che segnavano la parte del pavimento dove l'auto del bersaglio era parcheggiata e dove probabilmente ci lavorava sopra.

Altre telecamere erano installate all'interno. All'obbiettivo importava di sicuro della sua macchina.
Alla fine del garage, segni di pneumatici erano marcati dove probabilmente il guidatore era fuggito velocemente.

"Devo accedere a tutte le telecamere in questa posizione." disse.

Così. Fidati del tuo istinto. Rendici orgogliosi, San.

"Non dovrebbe essere un problema." Seonghwa disse da dietro di lui. "Ho uno dei nostri tablet in macchina."
"Prendilo."

Il maggiore esitò, poi se ne andò senza aggiungere una parola.

Dobbiamo sbrigarci. Non possiamo lasciare che trovi gli altri.

"Perché?"

Proverà a convincerli a portarti via da noi. Ti farà del male, San.

A San non piaceva come suonava. Non voleva essere portato via dall'unica cosa a cui importava davvero di lui o che lo proteggeva. Non avrebbe permesso che accadesse.

Seonghwa ritornò pochi minuti dopo con il tablet che aveva menzionato. Un dispositivo sottile che era trasparente finché non veniva attivato. Una volta che le dita di San iniziarono a volare sopra lo schermo, si illuminò di una luce blu sfocata. Digitò la sua richiesta al centralino del Pack ed entro alcuni secondi stava eseguendo la scansione delle telecamere di sicurezza dell'area.

Fu in grado di trovare quelle di quell'indirizzo facilmente e cominciò a setacciare gli ultimi giorni. Quando trovò il giorno in questione, osservò un altro uomo raggiungere la casa. Quando fu fuori dalle riprese delle telecamere, San non fu sicuro di cosa successe, ma poco tempo dopo un gruppo di macchine del Pack accostarono. Poi due persone corsero nel garage e sfrecciarono via nella loro auto.

San prese diversi fotogrammi e riavvolse il filmato per studiarlo. Riuscì a prendere il numero della targa per poter confermare l'obbiettivo.

L'altro uomo era sconosciuto.

Aumenta.

Eseguì l'ordine ed ingrandì l'immagine.

Poi urlò da dolore quando le voci iniziarono a gridare nella sua testa. Era un grido rumoroso e terrorizzato che non voleva fermarsi.

"San! San, che hai?!" Seonghwa corse per prenderlo prima che cadesse a terra.

TRADITORE!SUDICIUME! FECCIA! DEVE ESSERE FERMATO!

Presto San si ritrovò a ripetere le parole che erano urlate nelle sua mente. Non poteva farne a meno.

"METTERÀ FINE A TUTTO! DEVEESSERE DISTRUTTO! TROVALO ED UCCIDILO!"
"San! SAN!" Seonghwa gridò dietro di lui, provando a fermarlo.

San indicò il tablet e continuò ad urlare. Poi il suo corpo iniziò a tremare nelle braccia di Seonghwa. Sentì vagamente il maggiore chiamarlo ancora, ma le voci nella sua testa presero il sopravvento su tutto.

Non fermati finché non è morto! Ucciderà te per primo! Ucciderà NOI! Devi finirlo, San! Devi ucciderlo!

Le grida crebbero, al punto in cui San stava premendo i palmi delle sue mani alle sue tempie e urlava a squarciagola.

Quando arrivò il momento che il suo corpo non poté più sostenerlo, San ebbe le convulsioni per alcuni secondi prima di svenire.

Answer ||| Ateez [Traduzione italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora