Yunho arricciò il naso per provare ad ignorare il fatto che il suo labbro inferiore lo stava supplicando di smetterla di morderlo, ma il più del tempo non si rendeva conto di farlo. Poteva sentire che si era gonfiato, ma in quel momento non poteva farne a meno.
Lui e Mingi erano poggiati contro il muro di un negozio, osservando le persone fare la fila per entrare all'interno di un grande edificio. Sembrava fosse un vecchio magazzino che era stata ristrutturato nel ring da combattimento che stava gestendo uno dei membri della loro ipotetica squadra.
Non era quello che lo stava stressando però, almeno... non del tutto.
Il fatto era che stava in piedi accanto a quello che presumeva essere un completo estraneo, qualcuno che era andato da lui con una favola fantasiosa secondo cui si conoscevano da un'altra vita e gli aveva detto cosa riguardanti sé stesso che nessun altro conosceva... e sembrava che fosse nel posto a cui apparteneva.
Yunho aveva sempre seguito il suo istinto. Era così che era diventato un guidatore così bravo. La maggior parte dei corridori seguivano la logica, come l'angolo preciso dove girare lo sterzo per fare la perfetta svolta o il percorso più veloce attraverso la città.
No, Yunho non andava dietro a quello. Li usava come linee guida, ma se il suo istinto gli diceva di girare a sinistra, lui girava a sinistra.
In questo modo era sopravvissuto per così tanto.
Yunho cominciò a passare un dito sul labbro, come se avesse placato il dolore che aveva inflitto a sé stesso mentre si voltava per guardare Mingi.
La testa ossa sembra essere in uno stato costante di malessere. Aveva delle linee profonde sulla sua fronte corrucciata e i suoi occhi sfrecciavano avanti e indietro come se cercasse di vedere qualcosa che non era lì.
Fece chiedere a Yunho se fosse qualche sorta di effetto collaterale dal 'viaggio nel tempo' di cui Mingi continuava a parlare, o se era qualcos'altro.
Ad ogni modo, si sentiva dispiaciuto per Mingi. Se tutto quel che diceva era davvero la verità ed era accaduto, allora era un peso enorme da sostentare da solo. Specialmente per quanto brutto era il mondo in quei giorni... Questo Mercer aveva davvero fatto tutto a pezzi e distrutto il mondo da come sembrava.
Aveva bisogno di qualcosa di forte da bere...
Yunho abbassò gli occhi sulla sua altra mano e notò che stava leggermente tremando.
Con tutto quel che stava accadendo, era passato un po'...
"Stai bene?" Mingi chiese. La sua voce era dolce e gentile, il modo in cui qualcuno parlava ad un amico caro.
Yunho si leccò le labbra secche ed annuì. "Starò bene."
"Dovresti passare al caffè." Mingi fece una risata profonda.
"Cosa?"
"Non sono cieco. Ho visto le bottiglie di alcol in casa tua. Non ti giudicherò per questo, ma eri solito avere la dipendenza da caffè. E se ti piaceva. Hongjoong doveva nascondere la macchina del caffè per assicurarsi che non ne bevessi troppo in un giorno. Poi ti arrabbiavi con lui." Mingi sorrise guardando a terra, poi sospirò.
Yunho si raddrizzò un po' e posò una mano confortante sulla spalla di Mingi come se fosse la cosa più naturale del mondo. "Lo ami davvero, non è così?"
"Si... moltissimo." gli occhi di Mingi si allargarono e si inumidirono. "Lo amo così fottutamente tanto e non so se sarà abbastanza." sollevò una mano per coprirsi la bocca e lentamente si abbassò così da accucciarsi, ma sempre poggiato al muro. "È così diverso dall'uomo per cui sono caduto, ma sembra esattamente lo stesso."
"Hey," Yunho si accovacciò accanto a lui e si protese in avanti per provare a vedere il suo viso. "Mi hai convinto, giusto? Sono sicuro, che se è simile alla persona di cui mi parli, capirà." Yunho non aveva idea se quello che stava dicendo fosse vero o no, ma voleva provare a confortare Mingi almeno un po'.
Il minore annuì e tirò in su. "Hai ragione. Scusa... So di dover essere quello più forte..."
"Ti è permesso essere sconvolto per delle cose. Se saremo una squadra, allora posso sopportare un po' di peso. So di non sapere tutto quel che è successo, ma sono qui per aiutare." batté la mano sulla spalla di Mingi un paio di volte e poi lo scosse gentilmente dalle spalle. "Ora andiamo a prendere il prossimo."
Mingi alzò lo sguardo su di lui, gli occhi ancora grandi e leggermente rossi, ma riuscì a sorridere. "Si, facciamolo." permise a Yunho di tirarlo su.
Attraversarono la strada e si unirono al gruppo di uomini che si stava dirigendo dentro la struttura. A tutti quanti era richiesto di pagare una tassa di copertura, della quale si occupò Yunho.
Aveva preso dei soldi dalla grande sacca che usava come banca prima di riporla in un scompartimento segreto nella sua auto.
L'interno del magazzino era impressionante. Un grande ring da combattimento era piazzato al centro. C'era abbastanza spazio intorno ad esso per chiunque volesse riunirsi e gridare per i loro lottatori, ma c'erano anche delle panchine ai lati per chi voleva sedersi. Un chiosco era montato in un angolo lontano per permettere ai visitatori di comprare cibo e da bere. In quel momento gli altoparlanti stava riproducendo della musica.
Ad un muro era appesa una grande lavagna su cui erano scritti i nomi dei partecipanti per la serata. Accanto ad ognuno erano scritti i loro vantaggi ed altre colonne di statistiche che Yunho non riuscì a capire.
Cosa vide, però, fu qualcuno del Pack.
Yunho afferrò immediatamente la mano di Mingi e lo tirò verso una parte dell'area. "Avevo ragione, ci sono i membri del Pack qui. Dobbiamo mantenere un profilo basso."
"Come lo sai?" Mingi chiese, girando in cerchio.
"Tieni la testa bassa!" Yunho sibilò. "Indossano un'uniforme. A tutti i membri del Pack è stata data un'uniforme se devono essere visti fra noi gente comune. È così che possono sempre essere riconosciuti ed usare una tattica intimidatoria. Coloro che non lo sanno avranno difficoltà a distinguerli a distanza, ma ne ho visti aggirarsi intorno al mio quartiere per saperlo. Cerca sempre la bussola d'argento sulla loro spalla destra e cinghie di pelle attorno alle cosce e stomaco."
Osservò Mingi analizzare la folla ancora e riconobbe tre membri in un angolo. "Non sembrano ostili."
"No, è probabile che siano qui per scommettere e rilassarsi. Vengono qui spesso, ma dobbiamo essere comunque attenti." Yunho iniziò a far scorrere i suoi denti sul suo labbro inferiore di nuovo. "Lo vedi da qualche parte?"
"Non ancora." Mingi guardò intorno nel resto della sala. "Forse non verrà fuori finché le cose non cominciano." fece per spostarsi di lato, ma si fermò. "Aspetta, è lì."
Yunho seguì la linea visiva di Mingi e vide un altro ragazzo di circa la loro età scendere delle rampe di scale connesse da un pianerottolo nel mezzo, prima che continuassero giù. Magari una sezione del piano superiore era stata sezionata per degli uffici?
La quiete cadde nella struttura e il pubblicò si separò per permettere a Jongho di passare. "Lottatori, conoscetela regola. Combattete finché uno di voi non perde. Il vincitore prende tutto." si voltò in un cerchio per osservare l'intera stanza.
Yunho doveva ammettere che sembrava che Jongho appartenesse a quel posto. Era facile vedere che poteva mantenere la sua posizione in un combattimento dal solo modo in cui stava in piedi. Inoltre avevano uno sguardo duro negli occhi. Mandò un brivido lungo la schiena di Yunho quando si immaginò essere all'angolo di un vicolo da qualche parte con Jongho che avanzava verso di lui.
"Iniziate."
A quella parola, i primi due lottatori entrarono nel ring mentre Jongho usciva.
"Come ci parleremo?" Yunho chiese.
"Non lo so, non l'ho capito ancora." Mingi sbuffò ed osservò Jongho salire le scale permettersi su una piattaforma lì. "Possiamo sempre tentare l'approccio diretto e andare semplicemente a parargli. Non ho una storia convincente da raccontargli però, quindi non sarà facile come lo è stato con te."
"Giusto, hai detto che era stato rinchiuso perché aveva picchiato qualcuno a morte con un mattone?" Yunho rabbrividì al pensiero.
"Si. Il suo bullo d'infanzia. Non so se è la stessa cosa che gli è successa qui, o no, e non ha mai parlato di parenti."
Yunho si fermò e premette le sue labbra insieme. "Vuoi dirmi che non hai un piano, affatto?"
Il sorriso che si formò sul viso di Mingi, fece venire voglia a Yunho di prenderlo a schiaffi. "Non ne avevo uno con te."
"Non andremo molto lontano senza un piano..." Yunho borbottò sottovoce, eppure seguì lo stesso Mingi quando la testa rossa si fece spazio fra la folla.
Nessuno sembrava dar loro peso, nonostante qualcuno li avesse lanciato qualche occhiataccia per averli distratti dai due uomini che si prendevano a cazzotti nel centro della stanza. Un grido forte fece eco per il luogo, accompagnato da dei fischi, indicando che qualcuno stava avendo il sopravvento.
Tutti quei suoni resero Yunho nervoso. Non gli piaceva non avere la completa comprensione di quello che lo circondava. Era abituato ad essere solo con la sua macchina.
Almeno anche Mingi era alto e rese più facile per lui poter seguire il minore.
Jongho non li guardò finché non furono esattamente sotto la sua piattaforma. I suoi occhi si assottigliarono e picchiettò le sue dita contro il corrimano. "Problemi, gentiluomini?" la sua voce era potente, ma controllata, forte abbastanza da essere sentita oltre il pubblico.
Mingi portò una mano intorno alla sua bocca. "Possiamo parlare con te?"
"Di cosa?"
"È urgente e... privato. Per favore."
"Se non l'aveste notato, sono un po' impegnato ora." Jongho spinse in fuori le sue labbra e si accigliò. "Qualunque cosa cerchiate di vendere, non sono interessato."
Mingi esitò e sospirò. "Non è così, lo prometto. Non sapevamo dove altro andare. Per favore."
Jongho li studiò per un momento più lungo, poi si spostò di alto bruscamente, riportando la sua attenzione sul ring.
La coppia al piano terra si guardò a vicenda. "Non me ne vado." Mingi disse. "Aspetteremo qui."
"Ok, mi fido di te." Yunho disse, prendendo posizione accanto a Mingi.
Sembrava strano che quelle parole fossero uscite dalla sua bocca. Yunho era cresciuto non capace di fidarsi di qualcuno tranne di sua sorella e poi glielo aveva portato via il giorno in cui aveva deciso di uccidersi. Certamente Yunho si dava la colpa anche per quello, ma fece sì di non volere più aprirsi a qualcun altro. Era troppo spaventato di essere ferito di nuovo...
Però stare lì accanto a Mingi, in un posto in cui non ci si sarebbe mai immaginato, Yunho si sentiva bene a dirlo.
Forse Mingi aveva ragione... Forse si conoscevano davvero da una vita precedente. Quella sarebbe stata l'unica spiegazione con quello con cui se n'era uscito.
Guardarono diversi incontri di lotta e commentarono su quanto irritata diventasse la folla. Jongho si attribuì il premio in contati alla fine, che in parte era dalla tassa di copertura che tutti avevano pagato. Da quello che avevano scoperto, metà della somma andava per mantenere il posto e l'altra era destinata ai premi per la serata.
Era un buon sistema: Jongho aveva davvero perfezionato le cose.
Quando il pubblico cominciò ad andarsene, entrambi Mingi e Yunho si raddrizzarono. Erano preparati a lottare per restare, ma Jongho li sorprese guardando tutti uscire.
Poi si voltò lentamente, le braccia incrociate al petto e ringhiò. "Cosa volete?"
STAI LEGGENDO
Answer ||| Ateez [Traduzione italiana]
Action- Sequel di Hala Hala - Tutto è cambiato. Niente è quello che era. È stato riscritto tutto. Le forze dell'ordine sono state sdradicate e il Wolf Pack domina tutto, guidato dal tiranno Mercer. Lui controlla tutto e temuto da tutti. Sfidarlo signific...