Parte 33: Una serata come le altre.

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"Signorina Johanson, lei e il signor. Hepbourne intrattenete una relazione?"

"Cosa pensa sua madre di questa relazione?"

Mi prende per mano mentre scendiamo le scale cosa che, per la cronaca, nessuno dei miei ex aveva mai fatto.

Non che io abbia avuto chissà quanti ragazzi eh, solo, nessuno era abbastanza per me.
Sono troppo esigente lo so, è dura quando cresci con Stefan Superbono Salvatore in tv!

"Quanto credi che ci vorrà prima ch-" Si interrompe appena il mio cellulare squilla.
"Meno del previsto a quanto pare, dimmi." Rispondo al telefono nello stesso momento in cui il suo comincia a squillare.

"Come ti sei permessa!?"
"Nathaniel sono enormemente deluso!"
"Ti rendi conto di cosa hai fatto?!!"
"Per poco non mi è venuto un colpo al cuore, volevi uccidere tuo padre?!"
Chiudo in faccia a mia madre, cosa che lei detesta, e rimetto il cellulare nella pochette.
"Nathaniel io-"
"Sei molto deluso e bla bla bla, ho capito." Lo canzona.
"Non parlarmi così!"
"Sennò cosa fai? La metà delle cause del tuo studio le risolvo io quindi smettila di parlarmi come se fossi un bambino." Afferma prima di chiudere la chiamata.
Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo in completo silenzio  prima di scoppiare a ridere.

E chi ci ferma più adesso.

"Signorini, siamo arrivati." Ci avvisa l'autista di cui non so nemmeno il nome.
"Grazie Joshua, ci vediamo."

Scendo dalla limousine nera lucida e mi avvio verso l'ascensore: "Quindi ce l'hai anche tu un autista." Gli faccio notare ricordandomi di quando, due sere prima, mi aveva canzonato perché ne avevo uno. 

"Johanson, per quanto tu ripudi questa cosa, vengo da una famiglia ricca e altologata come la tua, sono cresciuto anche io in mezzo a cocktail party e discoteche nell'Elitè di Manhattan."

Solo in quel momento mi rendo conto di una cosa: "Però io non ti ho mai visto."
Mi guarda un attimo per poi ridacchiare: "Agosto 2016, Nomad Bar, c'è stata una rissa, te lo ricordi?"

Come non ricordarlo. Hanno parlato di quella rissa per mesi, uno dei due ragazzi è finito al pronto soccorso con il naso e la testa spappolati.
"Sei stato tu?!" Sono visibilmente sconvolta.
"Ognuno ha i propri scheletri nell'armadio."

"E dimmi, esattamente, cosa ha fatto quel poveretto per meritarsi di avere 10 punti sul cranio a vita?"
"Non lo saprai mai." Mi liquida prima di uscire dall'ascensore e dirigersi verso il suo appartamento.

"Nate! Ma fai sul serio?!" Lo raggiungo facendo stoccare i miei tacchi laccati a punta nella sua direzione.

"Beh, potrei anche dirtelo ma, sai, non lo farò." Aggrotto le sopracciglia: "Vaffanculo Hepbourne." Mi giro cercando di entrare nel mio appartamento che è, ovviamente, chiuso a chiave.

"Mi vendicherò sappilo." Lo avverto aprendo la porta bianco panna rifilata in color oro.
"Certo, certo come no."
Lo saluto con il mio bellissimo terzo dito munito di anelli d'oro entrando nel mio appartamento.

Dopo questa giornata ho bisogno di un bicchiere di prosecco e di una bella maratona di Criminal Minds.
Dottor Reid questa ragazza ti aspetta.

***

-Can we recover? Can we get over this? Are we too deep in the night to see the day?-

La suoneria del mio cellulare mi risveglia da uno stato di trance, CHI MI DISTURBA MENTRE CONVERSO MENTALMENTE CON IL MIO SPENCER SUPER SEXY PSICOANALISTA REID?!

Mi stendo attraverso tutti i miei 174 centimetri buoni allungando il braccio fino alla scrivania cercando di prendere il mio cellulare.

Fallendo miseramente, come al solito, aggiungo.

Tutta Colpa Di AviciiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora