Parte 41: Kilig.

5.8K 186 1
                                    

Sono le 05.56 del mattino e io non ho dormito nemmeno per un secondo.

Sono 2 notti che non chiudo occhio, a dire io vero.

Non so perché non riesco a dormire, deve essere un mix di ansia, paura e qualcos'altro.

Qualcos'altro tipo il bacio?

Si ecco, tipo quello.

L'unico motivo per cui ho chiuso gli occhi stanotte è stato per rivivere quella scena più e più e più e più volte.

Louboutin mi salta in braccio strofinando il suo umido nasino sul mio braccio destro.

"Che c'è Louboutin? Ti ho svegliato?" Chiedo come se lui potesse rispondermi.

Mi metto a gambe incrociate tirando su la coperta per farlo stare al caldo, avete idea di quanto faccia freddo all'ultimo piano di un palazzo newyorkese a inizio Giugno?

Lui si intrufola sotto al piumone accoccolandosi in mezzo alle mie gambe, mi era mancata questa palla di pelo.

Guardo la skyline di New York accarezzando il pelo morbido del mio Golden Retriver.

So che quello che sto per dire è strano ma ho paura.

E' inconsueto detto da una che ha una pistola nel comodino affianco al letto vero?

Che c'è?

Ho il porto d'armi lo giuro!

Voi vi chiederete perché ho paura no?

Ho milioni di motivi per avere paura.

Non sono abituata a condividere i miei sentimenti e nemmeno a farci i conti, preferisco rinchiuderli in una scatola del mio cervello e cercare di dimenticarli e di solito funziona.

Di solito.

Ci sono quegli avvenimenti che ti procurano certe emozioni che non riesci a dimenticare oppure ad accantonare, quindi il cervello ti tortura obbligandoti ad affrontarle.

Emozioni contrastanti.

Le odio.

Direi che la prima è la paura che un terrorista russo che credevo morto da decisamente troppo tempo entri da una finestra per uccidermi.

La seconda è quella che ho provato quando Nate mi ha baciato.

So che c'è una parola in Tagalog per descrivere quella sensazione: kilig.

Strano che assomigli all'inglese killing non trovate?

Kilig è una parola che congiunge le farfalle nello stomaco, i brividi sulla schiena e le vertigini tutte insieme.

E' dura da ammettere ma nessuno mi aveva fatta sentire così prima.

Credetemi è più dura per me dirle che per voi sentirle le sdolcinerie che sto dicendo.

Mi sento in imbarazzo solamente a pensarle certe cose.

Ci stiamo ignorando a vicenda da quel momento.

Fuori è ancora buio ma facendo due calcoli l'alba sorgerà fra un'oretta o poco più.

Mi sporgo un po' in avanti prendendo il mio cellulare e le mie cuffiette, le collego ad esso senza però metterle alle orecchie, le lascio sul piumone alzando il volume al massimo e faccio partire Control lasciando che la grandissima voce di Zoe Wees riempia il mio appartamento pur rimanendo in sottofondo.

Un piccolo trucco che mi aveva insegnato Shawn e che a sua volta aveva insegnato anche Alec giusto qualche giorno prima che..

insomma, avete capito.

Tutta Colpa Di AviciiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora