Parte 76: Ho un'idea.

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Nathaniel Pov's 

Non ci credo che sto per farlo.

Datemi pure del pazzo, non mi importa. 

Che ore sono a New York? Se a Parigi sono le 04:25..

Le dieci e trenta, più o meno.

Okay, rischio meno di quello che immaginavo.

Esco dal mio appartamento, ho lasciato un biglietto ad Astrid, sperando con tutto il cuore che non mi uccida appena torno a casa.

Scendo velocemente le scale del palazzo che abbiamo fatto non so quante volte e che lei ha quasi sfondato con i suoi tacchi a spillo, come si fa a scendere queste scale con quei trampoli? Lo sa solo lei.

Saluto velocemente il custode di notte ed esco, se parto adesso dovrei riuscire a tornare prima di domani mattina.

Mi infilo velocemente nella mia auto e la metto in moto, faccio manovra e mi fiondo per le strade di  Parigi il più velocemente possibile, fortunatamente la strada per l'aeroporto è ancora libera, la gente preferisce prendere un aereo alle 6 piuttosto che alle 4:50 del mattino.

In più i turisti arrivano sempre verso agosto quindi...

Riuscirò a percorrere 40 minuti di strada in venticinque? Sarà una bella sfida.

Calcolo quanti euro di multa potrei prendere per tutti i codici stradali che sto infrangendo in questo momento, come minimo cinquecento...

Ne vale la pena.

Arrivo in aeroporto undici minuti prima dell'imbarco, l'aeroporto di Parigi la notte è talmente inquietante da fare paura persino a me. 

Troppi ubriachi.

Ringrazio mentalmente il mio retaggio per avermi trasmesso un cognome che fa rabbrividire qualsiasi tipo di industria e salto la già ristretta fila di persone di fronte poste di fronte al check-in e per poco non becco l'hostess posta all'entrata con il mio passaporto.

"Signore!" Esclama.

"Scusi sono di fretta, Nathaniel Hepbourne." Lei mi lancia un'occhiataccia che ricambio con il mio sorriso smagliante, per farla sciogliere.

Ogni mago ha i suoi segreti.

Probabilmente le sembro un pazzo, del resto chi andrebbe a New York senza nemmeno un bagaglio a mano? 

Le passo anche il biglietto e lei lo controlla velocemente: "Ecco a lei, buon viaggio." Le faccio l'occhiolino e mi dirigo verso il tunnel che porta al mio aereo.

Non faccio a tempo a mettermi comodo sul mio sedile che una hostess dalla coda di cavallo decisamente troppo nera per essere naturale comincia a provarci con me.

Con tutto il rispetto, perché le hostess ci provano sempre con tutti? 

Posso sentire la voce di Astrid che mi risponde con la sua intelligenza spietata e mi scappa un sorriso: "Signorino Hepbourne, mi sta ascoltando?" Domanda la ragazza dai capelli neri.

Mi riprendo immediatamente: "A dire il vero no, cos'ha detto?" 

Lei sembra scossa dalla mia domanda, probabilmente abituata a ricevere fin troppe attenzioni dal genere maschile: "Le ho chiesto se desidera qualcosa da bere prima che l'aereo decolli, ovvero fra un minuto esatto." Ripete.

"Un bicchiere di scotch, irlandese." Ordino prima di prendere in mano il mio cellulare, 4:48.

La fortuna è dalla mia parte oggi.

Sbottono i primi tre bottoni della mia camicia firmata Giorgio Armani e mi tolgo la giacca, si muore di caldo qui dentro. Inoltre sono l'unico membro in prima classe quindi dovrò trovarmi qualcosa di interessante da fare nelle prossime 7 ore.

Astrid non si sveglierà prima delle dieci e sono già pronto a sentirla urlarmi contro al telefono, sarà divertente o agonizzante, o entrambe.

Mi sistemo sul sedile e ringrazio mentalmente chi ha avuto la grande idea di mettere il Wi-fi sugli aerei.

Chiamo al telefono Reed, sperando che risponda: "Nate?" Domanda con una finta voce assonnata.

Come se gli credessi.

"Oh non ti avrò mica svegliato fratellino?" Lo prendo in giro.

"A dire il vero si." Si lamenta.

Alzo gli occhi al cielo: "Smettila di fingere, lo so che non dormi, dove sei?" Domando.

Lui si schiarisce la gola prima di parlare: "Okay mi hai scoperto, perché ti interessa?"

"Perché sono tuo fratello maggiore e mi preoccupo per te?" Cerco di essere convincente.

"Si come no, sputa il rospo." L'ho cresciuto bene.

"Sto venendo a New York." Confesso.

Posso immaginare la sua faccia contrariata dall'altro capo del telefono: "Avevi detto-"

"Lo so cosa ho detto ma devo parlare con una persona, anzi con più persone, potresti farmi un favore? Victoria è con te?" Gli domando.

"Ehm.. si, è qui, perché?" 

"Metti il vivavoce, ho un'idea." 












SONO RISORTA RAGAZZI! 

Vi chiedo umilmente perdono per il mio mese di assenza ma se avete letto il mio messaggio in bacheca sapete già cosa è successo, in ogni caso questo e i prossimi capitoli saranno relativamente brevi, prima dell'ultimo capitolo, il GRAN FINALE! Come si suol dire.

Cosa avrà in mente Nate? E come mai è dovuto partire così all'improvviso? Voglio sentire le vostre teorie susu non siate timid*!

Dalla vostra amata che vi ama ❤

-ossessionatadanyc



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