Parte 43: Argh, io odio provare emozioni.

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"Chi è morto?" Chiedo leggendo un paio di righe, sul foglio c'è scritto che un ragazzino ha appiccato un incendio in un bar alle 7.48 del mattino.

Lui fa qualche passo in avanti appoggiando una mano sullo schienale della mia sedia.

Okay calma Astrid, non sei più una ragazzina su.

"Nessuno, è questo il punto, il bar era praticamente vuoto." Corrugo le sopracciglia.

"E allora perché tutto questo casino? Insomma è solamente un atto di vandalismo." Avanzo con le domande.

Mi scombina i capelli per poi sedersi sulla sedia accanto: "Ah si vede che non sei mai stata in un'aula di tribunale, il ragazzino è uscito dal riformatorio qualche mese fa, ha solamente 17 anni." Mi informa prendendo un altro sorso di quella bevanda del diavolo che ha nella tazza rigorosamente nera.

"Ci ho messo un'ora per farmi i boccoli, non toccarmi mai più i capelli Hepbourne. Comunque per cosa è finito in riformatorio?" Minaccio risistemandoli al loro posto, ai miei capelli rigorosamente lisci ci vogliono 30 passaggi diversi per far rimanere la piega perfettamente mossa.

"Non ne ho idea, il tribunale ancora non mi ha spedito il documento."

Alzo un sopracciglio.

Ma fa sul serio?

"E tu hai provato a sollecitare il giudice?" Domando confusa.

Mi guarda come se avessi addosso un'abito di Valentino giallo.

"Certo che no, aspetterò in eterno che me lo mandino. Ma che domande fai è ovvio che ci ho provato." Risponde scocciato.

Roteo gli occhi alzandomi in piedi: "Cosa fai?"

"Sh." Lo zittisco componendo il numero di un "amico di famiglia".

"Pronto? Will! Si sono Astrid è un piacere sentirti, si, avrei bisogno di un favore, un dossier, di un ragazzo, ehm si dammi un attimo.." Parlo al telefono mentre Nate non mi stacca gli occhi di dosso, cosa che mi mette un po' a disagio.

Incastro il cellulare tra l'orecchio e la spalla prendendo in mano un paio di fogli cercando il nome del ragazzo: "Johnny Orland, New York, ehm.. è del Queens e ha 17 anni adesso, grazie mille sei un amico, certo ci vediamo, assolutamente, grazie ancora." Chiudo la chiamata sorridendo soddisfatta.

"Ora mi devi un favore Hepbourne." Affermo sedendomi di nuovo sulla sedia dei fronte a lui.

"Te lo concederò, sei appena diventata una risorsa. Chi è Will?" Mi interroga.

"Lui.. non è importante." Mi assento dal rispondere alla domanda.

Mi guarda confuso per poi fare spallucce.

"Mi basta che non sia un criminale." Afferma.

"Ti sembro il tipo di persona che potrebbe avere degli amici criminali?" Chiedo accavallando le gambe l'una sopra l'altra.

Mi guarda dritta negli occhi per qualche secondo, cosa che mi mette di nuovo a disagio.

"Secondo me sei tu l'amica criminale." Mi mordo il labbro inferiore impedendomi di sorridere.

"Hai il mio fascicolo come io ho il tuo. Non sono una criminale al contrario tuo."

So che ha un fascicolo su di me perchè, per l'appunto, io ne ho uno su di lui che non è di certo immacolato.

"E dimmi Johanson, cosa c'è scritto nel tuo, o meglio, nel mio fascicolo?"

Rimango interdetta per qualche secondo per poi sospirare.

Tutta Colpa Di AviciiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora