"ASTRID JEAN-" Mi copro le orecchie con le mani appena mia madre comincia ad elencare i miei dati anagrafici come al solito.
"Mamma sul serio? Allyson Jeffs?" Sbotto.
Ho chiesto a Nate di lasciarmi alla casa di moda e, anche se non ha capito il perché e io mi rifiuto di dirglielo, mi ha fatto giurare di non finire su tutti i giornali.
Così prevedibile?
"Cosa c'entra Allyson ora tesoro?" TESORO?
MI HA URLATO DIETRO E ORA MI CHIAMA TESORO?
Qualcuno mi adotti vi prego non sopporto il bipolarismo di questa donna.
La fisso con gli occhi ristretti in due fessure: "L'hai mandata tu vero? Per tutti i Christian che hanno fatto la moda si può sapere perché ti comporti così?!" Mi fa cenno di seguirla nel suo ufficio.
Faccio quello che dice e mi siedo su uno dei suoi divanetti mentre lei tira fuori un Rosée da uno dei cassetti della sua scrivania, versandone due calici.
Oddio, ora comincerà con uno dei suoi discorsi.
"Come stai tesoro?" Mi chiede sedendosi di fronte a me dopo avermi porto il bicchiere.
La guardo stranita: "Bene, come dovrei stare?"
"La verità, Cecilia." Oh no. Mi ha chiamato Cecilia.
Sospiro: "Come vuoi che stia? Bene mamma, come al solito." Le mento spudoratamente.
"Sei proprio come tua madre, è limpido come l'acqua che non stai bene e tu continui a negare." Prendo un lungo sorso di vino mentre lei parla.
"Sono passati 13 anni." Mi alzo in piedi di scatto: "No."
"Siediti Cecilia." Chiudo gli occhi e ascolto il silenzio per un attimo.
Odio, odio, odio quando mia madre mi obblia a confidarmi con lei ma torno comunque al mio posto.
"Manca anche a me zuccherino, io sono oberata di lavoro per la sfilata di domani, tu sei in mezzo ad un casino internazionale insieme ad un ragazzo che ha una madre folle, Alec fa del suo meglio ma anche lui ha delle emozioni, erano fratelli anzi, migliori amici, te lo ricordi quando hanno mandato a fuoco il tuo vestito per il ballo?" Entrambe ridacchiamo immergendoci nei ricordi.
Era il primo ballo delle scuole medie, quello invernale, prima delle vacanze e io avevo un bellissimo vestito rosso.
Ne andavo così fiera, mi stava benissimo.
Poi Alec e Shawn lo hanno bruciato per sbaglio mentre Shawn insegnava ad Alec come accendere una sigaretta: "Non gli ho parlato per settimane."
Ci sono vari minuti di silenzio prima che una delle due si decida a parlare: "Astrid io so che per te è stato difficile, Alec si è arruolato appena finito il liceo ed è sparito per 4 anni, io e tuo padre non ci parlavamo, Victoria era piccola e tu ti sei presa cura di lei. So di non essere la miglior mamma che una figlia possa desiderare ma io ti voglio bene e cerco solo di proteggerti." Questa l'ho già sentita mamma.
Mia madre è nata e cresciuta da sarta, si è spaccata la schiena per arrivare dov'è arrivata e non la ringrazio mai abbastanza per avermi dato il futuro che non mi sarei mai permessa senza di lei ma questo non compensa il fatto che non sia mai venuta ad una mia recita, che non sia mai stata ad un mio saggio di danza, che non ci sia stata al mio primo shooting o al mio primo incontro aziendale, i miei primi giorni di scuola, nemmeno i miei primi passi ha visto.
Però c'era a tutti quelli di Victoria.
Non se ne è perso nemmeno uno.
Per Victoria ha fatto i salti mortali, con me non ci ha nemmeno provato.
Fanculo a tutti voi figli minori che credete di avere dei problemi, non avete idea di come ci si sente a prendersi cura di una bambina tutti i giorni per poi ricevere in cambio.. cosa?
Victoria ha avuto l'infanzia che io mi sognavo ma non incolperò mai lei per quello, anzi, sono felice che lei abbia avuto qualcuno ad occuparsi di lei perché io non ho avuto nessuno.
"Mamma vai dritta al punto." La sprono.
"Voglio che tu te ne vada. Non sei al sicuro qui." Si alza e torna alla sua scrivania.
I miei occhi incontrano i suoi e parte una delle nostre sfide di sguardi: "No."
"Voglio proteggerti. "
"Non ho bisogno che tu mi protegga mamma."
"E invece si, Cecilia non credo che tu ti renda conto di chi ha fatto arrabbiare tuo padre, tu hai bisogno di protezione."
"Io non ho bisogno di essere protetta, madre." Lei sa che quando la chiamo madre la conversazione è morta.
"E tu non decidi più per me." Mi alzo in piedi a mia volta e mi dirigo verso la porta ancora con il bicchiere in mano.
"Pensaci almeno!" Mi fiondo fuori dal palazzo.
A dire il vero non so perché mi sto comportando così, avete presente quando sentite quel peso sullo stomaco e non capite cosa c'è che non va?
Io lo so cosa c'è che non va e anche tu, ma ti rifiuti di ammetterlo.
Dimmelo allora perché io non ne ho idea.
Nate.
Ma devo urlarlo?
In che lingua devo dirtelo?Nessuna, non voglio sapere di cosa stai parlando.
Appunto.
***
Spalanco la porta del mio appartamento, mi sono fatta portare a casa da Louis che fortunatamente era giusto per strada.
Richiudo la porta alle mie spalle e assaporo il silenzio per qualche attimo prima di accasciarmi a terra.
Ho corso?
Io non ho corso.
Ho addirittura usato l'ascensore.
Dio non si respira qui dentro, mi rialzo e corro verso il balcone, spalancando la porta-vetro.
Chiudo gli occhi e cerco di respirare.
Non è un attacco di panico Astrid, stai benissimo. Stai benissimo.
Benissimo.Ripeto nella mia mente per parecchi secondi di seguito.
No. No non so benissimo.
Mi siedo per terra fissando il cielo azzurro pieni di smog newyorkese e cerco di calmare il mio, decisamente troppo veloce, battito cardiaco.
No, no, non funziona, cosa funzionava quando ero piccola?
Alec e Shawn funzionavano quando eri piccola.
Giusto ma sono sopravvissuta anche senza di loro, più volte: io ce la posso fare.
Il mio cellulare comincia a squillare: "Nate non è il momento." Ansimo cercando di rimanere calma.
"Astrid? E' tutto okay?"
"Si, scusa ti devo lasciare." Chiudo la chiamata immediatamente.
Concentro tutte le mie energia sul mio respiro, no? E' quello che insegnano a scuola giusto?
Non avevo un attacco di panico da anni.
Tanti anni.
Troppi, probabilmente.Okay, bisognava pensare a cose calmanti e positive giusto?
Sono passati dei minuti, sono sembrate delle ore, okay.
Sto bene.Sto benissimo.
Non è successo nulla.
Okay si, è tutto a posto.
Comincio ad odiare anche New York adesso.
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Tutta Colpa Di Avicii
Romance[COMPLETA] [IN REVISIONE] Cosa fareste se vostra madre vi chiamasse all'ultimo minuto per interrompere il duro lavoro che avete iniziato a Dubai e vi obbligasse ad andare a gestire una delle sue innumerevoli sedi della casa di moda e gioielleria "Je...