Parte 74: IO NON ANDRÒ A PARIGI!

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Astrid POV's

Esco fuori dalla stanza senza voltarmi indietro.

L'unica cosa di cui mi pento è di non averle detto tutto molto tempo fa.

Forse qualcosa si sarebbe salvato, forse..

In equal modo ne dubito.

"Astrid vuoi fermarti!" Le dita affusolate di Jules si attorcigliano sul mio braccio, strattonandomi.

Mi libero immediatamente dalla sua presa e la guardo dritta negli occhi: "Mi sono fermata, cosa c'è?"

Jules è la persona più empatica che io conosca, si fa contagiare fin troppo dalle emozioni altrui e quindi finisce sempre per piangere o fregarsene.

Nel mio caso, piange.

E io odio vedere le persone piangere.

Io odio piangere e basta: è così fastidioso e infantile!

Hai appena pianto..

Stai zitta tu.

"Io non ti riconosco più-"

"Benvenuta nel club!" Riprendo a camminare verso l'ascensore.

Non faccio in tempo ad arrivarci che Nate mi si pianta davanti.

Favoloso, potrebbe andare peggio di così?

"Sentite, sparite, entrambi." Lo aggiro velocemente ed entro in ascensore e premo il più velocemente possibile il tasto del piano terra.

Nate blocca le porte: "Non comportarti come se stessi bene."

"Se io stessi bene la vostra presenza non urterebbe tutti i miei sensi." Ribatto acida.

"No puoi pretendere che non faremo niente!" Esclama la mia migliore amica.

Una risata amare esce dalle mie labbra, guardo altrove prima di posare il mio sguardo sui due: "Io non ho bisogno di voi Jules. Non ne ho mai avuto bisogno e di certo non ne ho bisogno ora, stavo benissimo prima di conoscervi e starò bene anche senza di voi quindi chiudiamo qui questo discorso assolutamente inutile e lasciatemi andare."

Mi pento di quello che ho detto appena incrocio i miei occhi con quelli Nate, l'ho ferito.

Quei bellissimi occhi verdi che mi fanno andare fuori di testa e ragionare come una bambina di quattro anni, ho detto una cazzata.

Cosa diamine ho detto.

Me ne pento appena la delusione si fa spazio sul viso di Jules, che mi spezza il cuore.

Cosa ho fatto? Cosa ho fatto? Cosa ho fatto?

"Non lo pensi davvero." C'è un barlume di speranza nella voce di Nate, mi ricompongo, raddrizzo la schiena e mi guardo attorno, pensando.

Quel che è fatto è fatto, ed è stata una cazzata: "Forse invece lo penso."

Due settimane più tardi...

Sono le 06.54 del mattino.

Ho perso il conto delle notti che ho passato insonni da quando ho chiuso.

Ho chiuso con mia madre.

Ho chiuso con le sue scuse.

Ho chiuso con tutto, anche con Nate.

Alla fine Jules mi ha perdonata, forse lo ha fatto perché le facevo pena, forse perché ha capito che in realtà non pensavo quel che ho detto.

Con Nate...

Tutta Colpa Di AviciiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora