Parte 56: E tu dimostragli che sbagliano, no?

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Nathaniel Pov's

"Puoi fermarti qui un secondo?" 

Mi giro nella sua direzione, sta scrivendo qualcosa sul cellulare incredibilmente veloce.

"Perché?" Domando io accostando a destra.

"Devo fare delle domande ad una persona." Estingue la conversazione al minimo indispensabile uscendo dalla mia lussuosissima macchina.

"Che stai facendo?" Domanda confusa quando nota che anche io sto uscendo dall'auto.

"Vengo con te?" Lo dico con tono interrogativo anche se è ovviamente una domanda retorica.

"Come ti pare ma ti avverto, non parlare, non fare movimenti bruschi, non toccare nulla e soprattutto non guardarti troppo attorno come fai di solito." Mi ammonisce mentre saliamo le ripidissime scale in pietra del palazzo.

"Stai andando a parlare con il Presidente?" La schernisco.

"Non esattamente. Ora muto." Bussa quattro volte alla porta beige velocemente e poi due volte, a tre secondi distanza l'una dall'altra più o meno.

"Cos'è? Un codice morse?" Sussurro guadagnandomi un' occhiataccia da parte sua.

"Tu non guardi molti film d'azione vero? Shh!" 

"Astrid?" Una vocina flebile apre a malapena la porta.

"E' così che si salutano le vecchie amiche adesso? Wow grazie." Astrid spalanca totalmente la porta con la sua solita delicatezza.

"E lui chi è?" Lei tiene la mano destra sul retro della schiena, lo capisco dalla posizione della spalla.

"Non c'è nessun bisogno che gli spari, è con me tranquilla, possiamo entrare?" 

"Spararmi?" Mi ammonisce con lo sguardo entrando nell'appartamento della ragazza.

"Tu chi sei?" Torna dentro cominciando a frugare fra i mille fogli che tiene in disordine su un tavolo della cucina.

"Nessuno di importante, Mads devo farti delle domande." Astrid si siede sulla sedia di fronte alla ragazza.

E' più giovane di lei, un anno, massimo due, afroamericana suppongo.

La sconosciuta mi guarda con un sopracciglio alzato: "Nate." Mi presento con un cenno della mano mentre mi appoggio sulla spalla al muro.

"Madison, sei il ragazzo di Astrid?" La bionda rotea gli occhi per poi porre la sua attenzione sui fogli sul tavolo: "Tecnicamente." 

"Ragazzo fortunato. Che c'è?" Torna a rivolgersi ad Astrid. 

"Lo so che lavori con mio fratello Mads, dimmi cosa c'è che non va." Le ordina fulminandola con lo sguardo, si, terrorizza anche me quando si comporta così.

Madison sposta lo sguardo fra me, chiedendomi aiuto, e i vari fogli sul tavolo.

"Astrid io non-"

"Non puoi dirmelo e bla bla bla, ora tralascia le solite carinerie e dimmi cosa c'è che non va, non voglio doverti ricattare." 

"E' già un ricatto se me lo dici."

"Ti sorprende?"

Questo battibecco è assurdamente spaventoso persino per me, mi sembra di essere tornato a pranzo con mia madre e mia nonna, la madre di mio padre.

Mia nonna non sopporta mia madre, per la cronaca.

E come biasimarla.

"No, sei sempre stata una vipera stronza." Astrid le rivolge uno dei suoi sorrisi più smaglianti: "Per l'appunto. Allora?" La sprona.

Tutta Colpa Di AviciiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora