CAPITOLO 97

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Pov's Simona
*Niccolò è fuori già da due ore dopo la sfuriata fatta prima. Cos'ho fatto io nel frattempo? Ho praticamente sfasciato casa. Ho strappato un cuscino, ho rotto un vaso e mi sono buttata per terra a piangere come una bambina, stretta in un angolo. Io non sono pazza, non sono pazza, non sono pazza. E' questo che mi ripeto continuamente nella mia testa. Non potete immaginare per me cosa siano stati questi mesi, cosa sia stato sopportare i pianti di Valeria e i momenti di allattamento. Si, l'ho detto, SOPPORTARE! Perchè io li sopporto, perchè non ci riesco, non riesco più a guardare quella bambina e dire "tu sei l'angelo della mia vita". NO! IO LA GUARDO CON SCHIFO! A cosa mi sono ridotta? Cosa sono? Niccolò ha ragione a incazzarsi, ma io non ci posso fare nulla. Quando parlo e agisco mi sembra tutto normale, tutto giusto, è dopo che me ne rendo conto e ci ragiono su. La notte non dormo, non mangio più di tanto e ho perso già 13kg. Niccolò vuole sempre parlarmi e io lo ammutolisco, vuole fare l'amore con me e io lo scanso. Non voglio uscire, sto bene a casa, sto bene a piangere qui, da sola. E le chiamate? Perchè dovrei rispondere? Sto bene così. Spugna si avvicina a leccarmi e io lo lascio fare, forse è l'unico che non giudica i miei atteggiamenti da pazza e mi ama così come sono. Prendo la pallina da tennis accanto a me e gliela lancio per lasciarlo giocare, ma la lancio così forte da prendere la finestra e da romperla. Mi dispero, del vetro non mi frega niente, mi frega di come sono diventata. Ho bisogno di qualcuno, qualcuno al mio fianco. La bambina inizia a piangere, tento di ignorarla ma è impossibile. Mi alzo furiosa e vado su in cameretta sua, la guardo lì nella culla piangere e mi rendo conto che non mi interessa, non riesco a legarmi e per me potrebbe piangere ore, ma il suo pianto mi disturba in questo momento perchè in testa ho solo caos.*
S: -"BASTA VALERIA! BASTA PIANGERE! MI HAI ROTTO SMETTILA!" *Urlo allora in preda al panico. Alzo una mano in alto e la sposto verso Valeria con violenza, ma a un centimentro dal suo viso mi fermo. Scoppio a piangere aggrappandomi alla culletta, poi mi butto a terra rannicchiandomi vicino ad essa.*
S: -"Che sto facendo?" *Mi domando allora, stavo davvero per dare uno schiaffo a mia figlia? Non era uno schiaffo di quelli educativi, anche perchè ha solo cinque mesi, era uno di quelli violenti, uno di quelli schiaffi che non merita nessuno... Ma io si però.. Inizio a stringere le mie braccia scoperte e mi raschio forte. Quello che stavo per fare a lei lo sfogo su me, magari così a farlo a lei non ci penso manco più. Ma allora un pò ci tengo a lei? Chiudo gli occhi e mi poggio con la testa alla culletta piangendo sempre di più, poi sento la porta sbattere e li apro di colpo. Davanti alla camera mi appare  Niccolò con una valigia in mano e uno sguardo serio ma affranto.*
N: -"Sto andando via... Non meriti uno come me accanto." *Mi dice poi andando via. Gattonando corro verso la porta.*
S: -"No no no no no Niccolò ti prego. TI PREGO NICCOLO'!" *Grido allora buttandomi alla fine a terra. Mi dispero, Niccolò mi ha abbandonata, ci ha abbandonate, e da una parte lo capisco pure. Valeria continua a piangere, ma scusami piccola, la tua mamma non merita manco di essere su questa terra, non vedo come possa prendersi cura di te.*

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