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Scrutava il terreno ed ogni parete che affiancava, mormorava di riuscire a sentire piccoli residui dell'odore di quel demone, ma sembrava comparire da una parte all'altra piuttosto che spostarsi.

Divenne tarda sera, la luna era già alta in cielo e noi eravamo ancora impegnati nella ricerca, affiancati da un giovane che non capiva nulla di ciò che stava accadendo. A dirla tutta se non conoscessi il suo fiuto gli avrei dato personalmente del pazzo.

Tanjiro si alzò con uno scatto fulmineo, gli bastò un salto per balzare su di un tetto e correre in quella stessa direzione.
'Ora riesco a sentirlo! Il demone è qui!' queste furono le sue parole, mi bastarono per impugnare l'elsa della mia spada e seguirlo nei piccoli vicoli del villaggio.

Quando lo raggiunsi era fermo al centro della strada, la lama puntata a terra contro il cemento in attesa del giusto momento per colpire, stranamente la sua arma trafisse il terreno rivelando della melma verdastra ed un abito a fiori, erano le vesti di una giovane che prontamente il ragazzo in nostra compagnia portò in salvo dalle fauci di quel demone.

Con la mia figura li affiancai, ricordando a me stessa le parole che Rengoku ripete ogni volta. Sono deboli, sono indifesi ed io ho il dovere di proteggerli.

I demoni circondarono il ragazzo, uno di loro attirò la nostra attenzione creando un rumore più che fastidioso nello strofinare i denti tra loro, un secondo iniziò a lamentarsi di come la ragazza stesse perdendo'freschezza' trattandola allo stesso livello di una bestia da macello, il terzo infine si dimostró l'unico capace di poter mantenere il controllo di se stesso e dialogare con noi.

<Sei tu quindi che fai sparire le ragazze di questo villaggio> Tanjiro strinse l'elsa con entrambe le mani mentre puntava la lama verso il più saggio dei tre, a mia volta io tenevo d'occhio gli altri due pronta ad intervenire in caso di bisogno.

<Cosa devo dirti, ho un debole per le fanciulle, sono così saporite...> Con fare vago il demone cercava di provocarlo, provocare entrambi, per quanto possa odiarlo avevo il brutto difetto di irritarmi facilmente, così a quelle parole non impiegai un solo istante in più ad aspettare.

Scattai verso di lui nel tentativo di tagliargli di netto la testa, la rabbia però offuscava la vista mostrando ai miei occhi solo puro desiderio di vedere la mia lama sporca del suo sangue. In una risata si immerse nel terreno sbucando da una parete vicino, fra le tegole fredde del tetto di un capanno.

<Tu hai perso freschezza, ma potrei fare un eccezione e aggiungere quel tuo fermaglio alla mia collezione> per pochi istanti allontanò la giacca dal suo fianco mostrando forcine, fiocchi, fermagli per capelli o altri accessori appartenute alle sue vittime.

Feci per ripartire nuovamente in tutta furia, nonostante dal mio volto non trapelava emozione riuscivo a sentire il sangue che mi ribolliva fra le vene, Er mia fortuna però non ero sola.

Tanjiro era lì con me, bloccò il mio attacco piazzandosi avanti a me, le spalle rivolte nella mia direzione e la lama verso il demone.

<Devi calmarti. Ricorda ciò che mi hai detto, per quanto doloroso possa essere non dobbiamo perdere la concentrazione o sarà fatale> mentre parlava uno dei demoni non ci fece la gentilezza di aspettare, ma ci attaccò obbligando il ragazzo ad utilizzare uno dei suoi Kata.

Odiavo ammetterlo, speravo che la sua compagnia mi avrebbe riportato ai tempi in cui ero io a vincere ogni lotta, ogni acchiapparello, solo per essere certa di riuscire a difendere chiunque.

Eppure vederlo in azione mi fece capire che ne avevo troppa di strada da fare, che per quanto ci provi il ragazzo dai capelli rossi riuscirà comunque a fare di meglio.

Riuscirò mai a difendere qualcuno piuttosto che essere difesa?

Nel mentre che ero lì, ferma a fissare il vuoto, Nezuko, la sorellina demoniaca del rosso, si unì alla lotta assieme al fratello riuscendo a tenere a bada solo uno dei due demoni rimanenti.

<Io...devo fare qualcosa> fissai la mia lama mormorando quelle parole, la luce della luna illuminò il metallo che si colorò di un viola lucente, riportando alla mente le parole del mio maestro.

"Il viola è il colore della saggezza e della giustizia"

Strinsi con forza la presa sull'elsa, le nocche si colorarono di bianco, chiusi gli occhi prendendo un respiro profondo. Dovevo mantenere la calma e la concentrazione.

"È un colore delicato ma deciso proprio come te. A prima vista potrai sembrare fragile ma in realtà sei determinata"

Non sono determinata, sono umana. Provo paura, tristezza, dolore, compassione e pena per le sofferenze altrui. Nascondere tutto dietro un paio di occhi è difficile.

"Inizia la tua scalata da cacciatrice, dopo di che verrai nelle missioni assieme a me, come una vera erede"

Riaprii gli occhi, quelle parole bastarono ad incoraggiarmi, ero l'erede del pilastro della Fiamma e come tale dicevo portare alto il nostro onore.
Schiusi le labbra tenendo uniti i denti mentre un demone si scagliava verso di me, Nezuko teneva a bada uno e Tanjiro aveva già eliminato l'altro correndo in mio soccorso.

<Respirazione della Fiamma. Primo Kata.> Presi più aria possibile nei miei polmoni, concentrandomi sul mio obiettivo, portai la lama al mio fianco, tenendola bassa quasi toccando terra con l'estremità e mi piegai appena con le gambe per avere la giusta spinta.

<Fuoco Inconsapevole> mormorai a bassa voce caricando poi ad alta velocità il mio avversario, riuscendo a tagliare di netto la sua testa bruciandone le carni.

Riportai l'attenzione sul ragazzo dopo aver rinfoderato la mia spada, notando la sua espressione di ammirazione e stupore, eppure non ero ai livelli del pilastro che mi ha insegnato queste tecniche.

<Sei stata fantastica! Eri tipo velocissima! Quasi non riuscivo a seguirti con gli occhi. Ti è bastato un attimo!>

Si complimentó con me mostrando uno dei suoi sorrisi, i più sinceri e calorosi che io abbia mai visto, posando gli occhi assieme a me sull'ultimo demone rimasto solo dopo il frastuono creato dal suo corpo che si scontrava con il legno di una recinzione.

Quasi fui grata a Nezuko di averlo calciato con così tanta forza, togliendo ogni traccia di attenzione verso di me, odiavo avere troppi sguardi contro.

Però, in cuor mio fui felice di quelle parole, di come mi ha guardata, allora questi anni non sono andati persi.

Waiting for Dawn: Tomioka GiyuxReader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora