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Tomioka Pov's

Come immaginavo la nostra lettera non aveva per niente rassicurato gli altri pilastri, chiedevano la testa della ragazza ed una pena per il fratello, fra loro però la più giovane fremeva e ribolliva di rabbia mentre Rengoku le impediva ogni intervento bloccandola, in questo modo per lei sarà difficile capire ciò che sia giusto e ciò che no, per di più loro sono quel frammento di passato che le rimane, deve soffrire molto nel vederli ridotti in questo stato.

Quando Sanemi afferrò la scatola contenente la donna demone, iniziando a perforarla più volte con la spada, non potevo fare nient'altro se non voltarmi verso i due, lui che cercava in tutti i modi di sfuggire da Iguro, intento a bloccarlo facendo pressione sui suoi polmoni da dietro la schiena, nonostante ciò però il rosso fu in grado di liberarsi.

Ciò che mi stupì maggiormente però era vedere lei, il modo in cui si staccò la mano del biondo dal braccio solo per accorrere in soccorso del demone, per qualche assurdo motivo mi sentii in dovere di lasciarla andare, di non fare spezzare nuovamente le ali con cui cercava di spiccare il volo nella sua vita, in cerca del suo posto del mondo.

Con uno scatto fulmineo raggiunsi i due pilastri, afferrando i polsi di entrambi ed evitando loro di poter fermare quei due, mai però mi sarei aspettato di vederla affrontare Sanemi faccia a faccia, piazzandosi fra lui e la ragazza dopo aver dato un pugno sul volto del ragazzo.

<Cosa le hai fatto in soli due giorni, Tomioka?> Rengoku disse quelle parole tenendo lo sguardo sulla sua allieva, su quella che chiamava sorellina non pensando effettivamente al suo bene, come poteva definirsi fratello se continuava a mantenerla rinchiusa in una campana di vetro.

<Io non ho fatto nulla, l'ho solamente liberata dalle sue catene dandole uno scopo nella vita. Ciò che vedi sono solo le sue emozioni represse.> Con quelle poche parole riuscii a zittirlo, poco dopo vidi in effetti come la ragazza cercasse il conforto di qualcuno fra gli sguardi dei presenti, nel vedere solo confusione e stupore poteva pensare di fare la cosa sbagliata, così mostrai lei un accenno di sorriso annuendo appena con un cenno della testa, così la vidi voltarsi nuovamente verso Sanemi, urlando a gran voce.

<Potete modificare quella lettera. Mettete anche la mia testa in quella lista, ho visto con i miei stessi occhi Nezuko proteggere degli esseri umani e viene ripagata in questo modo?!> spalancai gli occhi a quelle grida, cercava di proteggere quei due ad ogni costo tanto da mettere in gioco la propria esistenza.

Per quanto nobile questa cosa possa essere non potevo accettarlo, la sua vita non poteva andare sprecata, se quella che ha passato fino ad ora poteva effettivamente chiamarsi vita.

Mi chiesi cosa fosse questo peso che iniziò ad opprimermi il petto, possibile che per delle semplici parole uscite dalla sua bocca iniziai a temere di aver fatto la scelta sbagliata? Che forse non era ancora pronta a prendere in mano il proprio destino vedendo il modo in cui riusciva a gettarlo tanto facilmente?

No, non era questo il problema, non le accadrà nulla di tutto ciò perché io sarò lì ad impedirle qualsiasi cosa, non volevo perderla. Vederla sorridere la prima volta aveva portato un tocco di calore nelle mie giornate fredde, dovevo proteggerla e continuare a vederla sorridere, era l'unico modo per sapere che effettivamente ero ancora in vita, che avevo un cuore che iniziava a scalpitare ogni volta che si avvicinava, o anche solo che mi rivolgeva la parola.

Bastò quella fredda giornata di neve in una grotta, averla fra le mie braccia per sentire un cambiamento tale nei suoi confronti, ogni giorno che passava la cosa andava evolvendosi arrivando al punto in cui fra tutti gli occhi cercavo i suoi. Mi dovrò accontentare solo di questo per ora.

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T/N Pov's

<Tranquilla mia cara figlia, non avevo alcuna intenzione di fare loro del male, nonostante si tratti di un demone ci sono molteplici testimoni che lei non ha mai fatto del male ad un umano, anzi li ha protetti. Per di più loro due hanno visto con i loro stessi occhi Muzan Kibutsuji.>

A quelle parole gli occhi sconvolti dei pilastri si posarono sulla figura sollevata di Tanjiro, la sua agitazione si era calmata dopo avermi vista prendere le difese di sua sorella e le parole del capofamiglia erano una conferma di tale sicurezza.

Avvicinai la scatola in legno a Nezuko, vedendola rimpicciolirsi per entrarvi, dopo di che chiusi lo sportello per caricarla in spalla allontanandomi da Sanemi che, ovviamente, mi guardava in malo modo per tutto il tempo.

Forse dovrei dargli qualche altro pugno, magari si addolcisce.

Eppure non avevo il coraggio di voltarmi verso Rengoku, sentivo il suo sguardo che cercava il mio facendo pressione su di me ma temevo quale potesse essere la sua espressione, di conseguenza dopo l'ordine del capofamiglia di portare Tanjiro e Nezuko alla villa delle farfalle di Shinobu mi incamminai praticamente subito, non attendendo un istante di più.

Raggiunta la villa vidi Kanao intenta ad osservare una farfalla posata sulle sue dita mentre molte altre la circondavano, tutti quei colori volavano attorno a lei e neanche alzò lo sguardo al mio arrivo, poco dopo di me arrivarono Tanjiro e due sottoposti di Shinobu, uno di questi portava in spalla il ragazzo.

<Signorina, la prego di consegnarmi questa scatola, è mio dovere trasportarla non di certo vostro, infondo siete un erede non potet->

<Non vi preoccupate, non è pesante e per di più avete lavorato per tutto il tempo sia ieri nella notte che oggi in mattinata, sarete stanchi, ci penso io a lei, piuttosto affrettiamoci a lasciare anche lui così potrete andare a godervi il vostro meritato riposo> feci quasi da guida ai due mentre mi incamminai verso l'infermeria, avrei di sicuro trovato lì le ragazze a cui affidare Tanjiro.

Come benvenuto però trovai Zenitsu piagnucolare per il sapore amarognolo della sua medicina, urlava come suo solito facendo infuriare l'infermiera, solo al nostro arrivo si calmò appena gridando quanto aveva tenuto di perdere la vita, di ciò che era successo e che le sue braccia adesso erano così piccole da sembrare quelle di un bambino.

<Cosa sta succedendo?> Mi rivolsi verso la ragazza con i codini, lei mi illustrò la situazione e guardai il ragazzo con gli occhi socchiusi in due fessure, come a minacciarlo in quel modo.

<È inutile cara T/N-chan, non prenderò quella cosa schif->

Senza neanche fargli il tempo di parlare afferrai il bicchiere di bambù con una mano dal vassoio sul suo comodino, con l'altra gli afferrai il volto facendo pressione con le dita sulla sua mandibola, così da fargli aprire la bocca e versare il contenuto liquido al suo interno. Per evitare che lo risputasse gli tappai la bocca, serviva fare dei sacrifici per riprendersi al meglio, era ora che lo imparasse.

<Non dare problemi alle ragazze, hanno già tanto lavoro di loro, intesi? Altrimenti quei capelli te li stacco a mani nude> minacciai il ragazzo con un falso sorriso in volto, sembrava più un espressione omicida, il rosso alle nostre spalle si mise a ridere nel vederci in quel modo.

Dopo che lo adagiarono su uno dei lettini liberi io lasciai la scatola di fianco a lui, poi feci per andarmene, le sue dita però circondaro il mio polso impedendomi di allontanarmi.

<Grazie per aver preso le nostre difese, ma non serviva mettere in gioco la tua vita>

<Non l'ho fatto solo per voi, mi sta antipatico quel tale, poi la mia vita non andrà persa. Sono certa che Nezuko non farà mai del male a nessuno. Ora riposa, io non ho ancora finito...adesso devono pensare cosa fare con me e Tomioka che vi abbiamo difeso puntando le armi contro altri cacciatori.>

Dopo quelle parole sospirai appena raggiungendo l'esterno della casa, in effetti anche adesso avevo reagito d'istinto senza pensare le conseguenze, probabilmente avevo solo peggiorato la situazione.

Un paio di occhi rossi fuoco però mi diedero il benvenuto quando uscii dalla villa, stranamente nel suo volto non vidi né rabbia né odio, Rengoku mi sorrideva mostrandomi le braccia aperte, nel vederlo privo di ogni sentimento negativo nei miei confronti tirai un sospiro di sollievo gettandomi poi in quel rifugio che erano per me le sue braccia.

Eppure, nel mentre che mi stringeva a se i miei pensieri si rivolsero al corvino, il modo in cui mi sentii protetta su quella montagna era solo per via delle sue braccia attorno a me, di come mi riscaldava sciogliendo mano a mano tutte le barriere che mi stavo imponendo e facendomi ricordare di come anche io possedevo un cuore, cuore che lui ha fatto battere.

Ma infondo è un pilastro, per quanto possa scalpitare al solo vederlo non sarà mai nulla di più, dovrò accontentarmi di questo e farmene una ragione. Allungai una mano verso il cielo, cercando di racchiudere una nuvola fra le dita, lui era irraggiungibile tanto quanto quella nuvola.

Waiting for Dawn: Tomioka GiyuxReader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora