(vi faccio del male, quindi si punto di vista di Tomioka per primo)
Tomioka Pov's
Ero intento ad affogare fra i miei pensieri, i piedi calpestavano il prato asciutto del giardino ed andavano da soli mentre i miei occhi erano concentrati su qualcosa non presente realmente, puntando il vuoto avanti a me.
Forse cercare di aiutare la ragazza stava mettendo in difficoltà me, lei stessa era la difficoltà da superare, cosa può essere cambiato da quel giorno in montagna in cui per me lei era solo una bambina da soccorrere? E se...forse era solo una mia convinzione per cercare di tenerla lontana?
Le grida di Rengoku più rumorose del solito attirarono la mia attenzione, proprio come voleva lui, così a passo svelto mi avvicinai pressando le labbra in una linea sottile, mostrando il mio fastidio causato dal suo tono.
<Vieni a cena con noi! Non accetto rifiuti sia chiaro, il tempo che finisce di prepararsi e andiamo>
Ero certo di averla vista piuttosto stanca durante il tragitto di ritorno, probabilmente non è riuscita a dire di no al ragazzo dai capelli dorati avanti a me, così ora si stava sforzando di resistere, rimanere sveglia e rendere felice la persona con cui ha legato maggiormente.
<Devi averla fatta lavorare parecchio, sembrava una bambina dopo essere stata al parco per tutto quel terriccio sul viso>
Lui disse quelle parole liberandosi di una risata, al contrario mio invece che alzai gli occhi al cielo allacciando le braccia al petto, taciturno come sempre.
<Dovresti smetterla di darmi della bambina! Non lo sono più ormai!>
Mi voltai verso la voce della ragazza notandola nel suo kimono bianco e azzurro, aveva i capelli raccolti nel suo fermaglio adornato di campanellini e fiori di loto mentre le sue spalle erano più scoperte del solito. Scese ad affiancarci dando un piccolo pugno scherzoso al biondo accanto a sé, o almeno cercava di fargli del male ma per lui erano cose da nulla, quasi carezze.
Distolsi lo sguardo da lei non appena i suoi occhi si rivolsero verso di me, doveva essersi fatto un piccolo bagno veloce perché adesso il suo profumo era più denso di prima, non serviva starle molto vicino per riuscire a bearsi di quella fragranza.
Rengoku le offrì il braccio come appoggio per il percorso, lei ci si aggrappò stringendo parte del tessuto fra le dita incamminandosi poi al mio fianco verso il solito ristorante in cui lui amava andare, ormai lo conoscevo fin troppo bene, lei così piccola fra noi due era in silenzio e guardava i propri piedi.
<Non avete nulla da dirmi voi due? Come va l'allenamento magari> Rengoku decise di rompere il ghiaccio per primo, così come la tensione creatasi in quella circostanza, ancora una volta lei era così tesa in mia presenza.
<Sono riuscita ad atterrarlo una volta> quasi come risvegliata dal suo stato di sonno disse quelle parole con la gioia dipinta negli occhi, il biondo dopo averla osservata alzò lo sguardo verso di me visibilmente meravigliato da quelle parole.
<È stata pura fortuna, nulla di più>
<Intanto ti ha battuto> si fece sfuggire una risata ignorando il mio tentativo di difendermi, se solo sapesse quanto debole possa renderti il suo profumo capirebbe il motivo della mia sconfitta.
<Sei tu che ogni volta ti impegni troppo> lei prese le mie difese, guardando il più grande dal basso con le sopracciglia aggrottate, lui distolse lo sguardo senza togliersi quel sorrisetto divertito dal volto, trasformandosi in un bambino nel vedere il suo locale preferito.
<Suvvia smettetela di parlare, siamo arrivati!>
Perché mai ho accettato il suo invito a cena se sapevo sarebbe andata a finire così?
Prendemmo posto a tavola, lei di fronte a me e Rengoku a capotavola, in poco tempo ognuno fece già la sua ordinazione, lei si chinò verso il tavolo poggiando le braccia sulla superficie, giocando con il tessuto delle sue maniche larghe e adagiando la guancia sul suo braccio.
<Sicura di non essere stanca? Ti vedo persa nel tuo mondo oggi> il biondino disse quelle parole ed io presi in considerazione l'idea di trascinarla a casa con la forza, ancora una volta stava facendo il tutto per rendere felici gli altri non pensando a se stessa.
<Sto bene, infondo tu questa sera devi partire per una missione no?> Mormorò quelle parole con la voce ovattata a causa del tessuto che premeva sulle sue labbra, lui annuì velocemente in risposta.
<Starò via un paio di giorni, dovrei tornare in tempo per la riunione del mese. Tu cerca di non fare passare troppo guai a Tomioka>
<Io non faccio passare guai a nessuno! Sei tu ogni volta rompi qualcosa perché non sai andarci piano, non io>
Pressai le labbra cercando di nascondere il sorriso divertito che minacciava di uscire, lui in cerca di qualcuno che lo difendesse si voltò verso di me.
<Non ha tutti i torti, sei un caso perso> dissi facendo ridacchiare di nascosto la ragazza, quel suono però arrivò comunque alle mie orecchie alleggerendo appena il mio animo.
<Vi siete messi contro di me adesso?>
Nel mentre che lui cercava di nascondere il suo divertimento fingendosi offeso arrivarono le nostre portate, la ragazza fu costretta a mettersi dinuovo seduta composta per far spazio al suo ordine, non avevamo ordinato molto, infondo era quasi sera quindi meglio non riempirsi troppo lo stomaco.Almeno durante il pasto il silenzio regnava sovrano, più o meno, il chiacchiericcio di altre persone faceva da sottofondo mentre avanti a me vidi la ragazza che, intenta a mangiare, con le dita di una mano raccolse qualche ciocca di capelli sfuggita al controllo del suo fermaglio, soffiando appena su parte del riso fumante prima di mangiare quel boccone afferrato con le bacchette.
Di tanto in tanto sentivo il suo sguardo verso di me, obbligandomi ad alzare gli occhi dal mio salmone bollito a lei, notandola leggermente rossa in volto perlopiù sulle guance, ma non me ne spiegavo il motivo.
T/N Pov's
Appena finito di cenare Rengoku ci lasciò avanti il ristorante, voleva arrivare prima del previsto perciò non perse tempo e si mise subito in viaggio, salutò entrambi mormorando un <ti affido la mia sorellina> a Tomioka, lasciandolo visibilmente stupito da quelle parole.
Per la prima volta oggi lo vidi sorridere, era spensierato e sorrideva mentre si gustava quello che doveva essere il suo piatto preferito, non poteva essere nient'altro per fargli vere una reazione del genere. Mi chiedevo come mai non sorridesse molto..
<Ti riaccompagno a casa> a voce bassa interruppe i miei pensieri mentre io annuii velocemente in risposta.
Questo ragazzo riusciva ad imbarazzarmi come pochi, non ero a disagio in sua presenza, ero nervosa forse, non sapevo bene come spiegarlo. Mi piaceva stare con lui ma al tempo stesso avevo il terrore di sbagliare qualcosa.
<Per caso sei spaventata da me?>
Le sue parole mi fecero voltare velocemente nella sua direzione, mordendo appena il labbro e torturando le mie stesse dita. A quanto pare si era accorto di questo mio problema, non gli sfugge proprio nulla.
<Non sono spaventata, cosa vai dicendo>
<Allora rilassati, non sono qui per giudicarti, non hai nulla da temere>
<Questo lo so..> lo sapevo fin troppo bene, sapevo che di lui mi potevo fidare, di non avere nulla da temere come ha detto lui ma come potevo spiegargli la sensazione che provavo ogni volta che incrociavo i suoi occhi, che gli ero accanto o che mi rivolgesse la parola.
Come potevo spiegargli qualcosa che non avevo ben compreso neanche io?
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Perfetto! Il primo capitolo è andato, spero che non sia uscito una schifezza altrimenti sono capace di cancellarlo e rifarlo mica no eh
Aspetto solo vostri pareri, quindi per favore votate e fatemi sapere cosa ne pensate! Grazie mille💞
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Waiting for Dawn: Tomioka GiyuxReader
FanfictionL'aria fresca mi soffiava sulle guance, ancora una volta mi ero svegliata di soprassalto a causa di un incubo, così mi diressi sul tetto della casa intenta a fissare le stelle. Il ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri era poco più avanti, int...