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<Sicuro di stare bene, Tanjiro? > Mi avvicinai al ragazzo mormorando quelle parole, aveva cercato risposta alle sue domande ma il demone non ha voluto collaborare, ritrovandosi ancora una volta al punto di partenza nella dura ricerca per curare sua sorella Nezuko.

Mi mostrò un sorriso gentile che mi fece male al cuore, stava soffrendo, lo si capiva dai suoi occhi un tempo brillanti mentre ora avevano perso il loro splendore.

<Si, sto bene, non sarà di certo questo a fermarmi. Io devo farcela, per me e per Nezuko> strinse una mano in un pugno spostando lo sguardo al cielo ora colorato dalle prime luci dell'alba.

Ad interromperci vennero i nostri corvi, il suo che continuava a svolazzare in tondo nell'aria mentre il mio con pochi battiti d'ali scese di quota, fino a posarsi sulla mia spalla ed aggiustarsi qualche piuma sotto l'ala con il becco.

<Dobbiamo già partire? Perfetto..dove andremo adesso?> Tanjiro si fece sfuggire una risata assieme a quelle parole, io alzai gli occhi al cielo strofinando le mani sul mio haori per liberarlo dalla polvere.

<Questa volta non andrete insieme! Erede della Fiamma raggiungi il paese più a ovest! Un demone ha sterminato una famiglia, scovalo e uccidilo!>

<Erede...della Fiamma? Cosa vuol dire?> Come immaginavo un espressione di stupore comparí sul volto del ragazzo mentre mi guardava, non potevo biasimarlo, infondo non andavo per strada a vantarmene. I sottoposti ed il corvo mi chiamavano solamente in questo modo, per gli altri pilastri ero 'la figlia del capofamiglia' mentre per Rengoku bhe...per lui ero la sua cara allieva.

<Sopravvivi e magari te ne parlerò!> Dissi rinfoderando la mia katana iridescente, allontanandomi passo dopo passo da lui, che si lamentava teneramente per sapere all'istante ciò che avevo da dirgli.

In questo modo però avrà un motivo per venirmi a cercare e rivederci.

<Allora pennuto, hai qualche altra informazione su questa missione?> Durante il tragitto tenevo il corvo posato sul mio avambraccio, avanti a me, mentre con la mano libera sfioravo la sua piccola testa per graziarlo con qualche carezza.

Amavo gli animali, tranne ragni ed alcuni insetti sia chiaro, di quelli avevo letteralmente il terrore, più lontano da me stavano e più speranze di vivere avevano. Qualche anno fa trovai un gatto randagio avanti casa saltai l'addestramento per ore solamente per fargli compagnia.

<T/N?? Dove sei finita? Guarda che mi metto ad urlare!>

Il ragazzo dai capelli biondi svoltò dietro l'angolo, gridando quella minaccia come se non stesse urlando già da tempo, notando la figura di una ragazza inginocchiata a terra, chinata verso il suolo mentre infilava una mano fra le casse impilate.

<Cosa stai facendo? Sono ore che ti cerco. Mi fai preoccupare così>

Si avvicinò a lei a passo svelto, notandola però voltarsi velocemente verso di lui e allungando le mani nella sua direzione, bloccando il suo cammino. Lui notò come le sue braccia fossero segnate da dei graffi, si chiese il motivo cercando egli stesso la risposta ai suoi quesiti per poi udire un miagolio minaccioso ed altri più sottili e teneri provenire da quelle casse.

<Sono bloccati lì, volevo dare loro da mangiare solo che queste scatole sono pesanti, non riesco a spostarle ed evitare che cadino allo stesso tempo..>

Il giovane le sorrise ampiamente poi si mise in ginocchio accanto alla sua figura, posando una mano sulla sua testa. Si guardò intorno in cerca di una soluzione per poi indicarle una cesta di bambù vuota poco lontana da loro.

<Ci penso io qui, tu portami quella per favore, prendi un vecchio panno e posalo al suo interno, avranno freddo>

Passarono alcuni minuti e la ragazza corse dinuovo da lui con quella cesta fra le mani, lui nel mentre aveva fatto spazio ai poveri animali osservando una madre che cercava di proteggere i suoi cuccioli.
Senza timore, nonostante i versi della gatta, il ragazzo prese uno ad uno quelle piccole palle di pelo, ritrovandosi le mani piene di graffi quando di tanto in tanto cercava di accarezzare la madre per mostrarle che non volevano farle nulla, né a lei né ai suoi piccoli.

Ci volle del dolore ma alla fine si calmò, seguendo colui che l'aveva accarezzata nonostante le ferite inflitte, guardando dal basso la cesta.

<Grazie...non sapevo cosa fare>

La più piccola riuscì a mormorare solo quelle parole, abbassando la testa e affiancando il ragazzo. Lui in risposta mormorò una piccola risata che la fece incuriosire, scuotendo appena la testa.

<La prossima volta invece che saltare la lezione vieni a chiamarmi>

Lei annuì velocemente accennando un piccolo sorriso. Quei gatti rimasero nei dintorni fino a che non furono capaci di badare a loro stessi, scomparendo da un giorno all'altro.

<Siamo arrivati direi...non mi piace per niente ciò che sto sentendo>

Alzai gli occhi al cielo parlando a me stessa più che con il corvo, lui dopo aver dato una sbirciata al villaggio spiccò il volo dileguandosi nel cielo.

<Ti prego sposami! Potrei morire a momenti devo tramandare la mia stirpe..!>

Oh no. Non lui.

Avvicinandomi notai una scena piuttosto patetica, il ragazzo dall'haori giallo in ginocchio, avvinghiato alla gamba di una povera ragazza che implorava aiuto con il solo sguardo. Alzai gli occhi al cielo mentre mi avvicinavo a loro, la mano chiusa in un pugno e lo sguardo seccato di chi invece sapeva come sarebbe andata a finire.

<LA VUOI PIANTARE?!> Gridai a voce più alta dei suoi lamenti, stupendomi io stessa di avere quel tono, lui tirò su col naso e si voltò nella mia direzione, coprendosi con le mani la parte della testa colpita da me, per attirare la sua attenzione.

<Amore mio! Sei venuta a salvarmi! Sapevo che non mi avresti abbandon-> si gettò verso di me, nel tentativo di aggrapparsi come la scorsa volta, in mia difesa slegai la katana dal mio fianco poggiando l'estremità del fodero contro il suo petto così da tenerlo distante.

<Ti ho detto di non chiamarmi così! Ora smettila di urlare che ci stai rendendo ridicoli> ringhiai ignorando i ringraziamenti della ragazza che corse via.

Abbassai la guardia solo dopo che il ragazzo si calmò completamente, camminando al mio fianco fra le strade del villaggio.

<Perché sei così cattiva con me? Ti sto solo dimostrando il mio amore> disse lui con un broncio, affiancandomi con le braccia allacciate al petto ed un piccolo passero posato fra i capelli biondi.

<Non sono cattiva, sono normale. Poi anche se fosse non sei credibile visto che, con assoluta probabilità, ripeti frasi del genere a tutte>

Mi liberai di un sospiro alzando gli occhi al cielo, la casa della famiglia uccisa dovrebbe essere poco più avanti rispetto a noi, magari troveremo delle tracce.
Qui il fiuto di Tanjiro sarebbe stato molto utile.

<Ma allora sei gelosa di meee~, lo sapevo, faccio sempre un bell'effetto alle donne. Dopo che mi avrai difeso torneremo a casa e vivremo del nostro amore. Voglio....almeno tre bambini.> più che una frase sembrava una canzoncina orribile per la melodia che dava alle parole, per mia fortuna avevo sempre la risposta pronta a tutto.

<Se parti dal presupposto che ti fai difendere da una donna invece che difendere tu lei non andrai molto lontano> dopo queste parole vidi la speranza crollare dai suoi occhi, precipitando nuovamente nel baratro della disperazione.

Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?

Waiting for Dawn: Tomioka GiyuxReader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora